Il figliol prodigo di Pescara: una vita in biancazzurro, adesso Dagasso è in B

Matteo Dagasso con la maglia del Pescara - credit: Pescara Calcio
Con più di quaranta presenze in stagione, il classe 2004 del Pescara conquista la Serie B.
In molte culture, il numero 8 è associato alla buona salute, alla prosperità, al successo. Matteo Dagasso, il centrocampista del Pescara, ce lo ha sulla schiena. E a soli 21 anni -compiuti lo scorso 1 aprile- ha conquistato la promozione in Serie B.
Nato e cresciuto nel settore giovanile del Delfino, il classe 2004 è stato uno dei trascinatori della squadra orchestrata da Silvio Baldini. Chiude la stagione -tra campionato, Coppa Italia e playoff- con un bollettino di 42 presenze e 4 gol. E pure, non è mancato il colpo di scena con il rosso che ha lasciato i suoi in dieci: fortunatamente per lui senza conseguenze nella finale di ritorno vinta poi ai calci di rigore.
“Ho segnato e sono andato subito sotto la curva: è stata una grande emozione”, ha confessato Dagasso mesi fa su Rete8. Il suo gol è stato decisivo nella prima di regular season contro la Ternana. Poco meno di dieci mesi dopo, proprio contro gli umbri, si è chiuso il ciclo.
Il Pescara ha trionfato nei playoff di Serie C. E una cosa è certa: Matteo Dagasso ne è stato il faro. D’altronde la “gente di mare” deve sapersi orientare nell’azzurro più profondo. Lui è stato fra quelli che ha svelato la rotta verso il successo.

Nato e cresciuto lì
Duttile in mezzo al campo – mezzala, mediano o play – il calciatore classe 2004 è un prodotto abruzzese a tutti gli effetti. Nella passata stagione è stato annoverato come uno dei migliori giovani profili in Serie C e ha firmato il suo primo contratto da professionista. Si è distinto con Zeman prima e con Baldini poi.
Il riconoscimento come “Miglior Biancazzurro” lo ha ricevuto lo scorso aprile, a testimonianza “di una stagione brillante e costante”: questo è quanto si evince nella nota diramata dal Pescara. E non stupisce se nel mercato invernale Dagasso avesse ricevuto le avances da Spezia e Cagliari. Non solo, anche in Spagna sembrava essersi mosso qualcosa sul suo conto.