Dejan Lazarevic: “Italia, mi hai dato tutto”. Ritratto di un fantasista sloveno

L'intervista esclusiva al fantasista Dejan Lazarevic. Un viaggio lungo l'Europa: il presente si chiama Legnago Salus.

dejan lazarevic
16 Ottobre 2021

Redazione - Autore

“Voi italiani siete brave persone, vi piace parlare e questo aiuta noi stranieri ad ambientarci meglio”. Ve lo presentiamo così Dejan Lazarevic, fantasista del Legnago, sloveno dal cuore di ghiaccio che si scioglie ai nostri microfoni raccontandoci tutta la sua carriera. Dalla A alla C, passando per la Turchia e la nazionale, fino al profondo veneto: “L’Italia mi ha dato tutto per la mia carriera. Quando è venuto fuori il Legnago, ho accettato subito. Mi hanno convinto con un progetto che vuole andare avanti piano piano. Mi hanno accolto molto bene e mi è piaciuto come lavorano”. Inevitabile poi soffermarsi sulla parentesi Chievo, per sempre nel suo cuore: “Ho giocato a Verona e sono stato molto bene, non ci ho pensato un attimo appena ho capito dove si trovava Legnago”. Ride Dejan, uno che l’Italia l’ha amata e rispettata come se fosse casa sua.

Dejan Lazarevic

Il gol nel derby di Verona al 92′

Parlando del Chievo, gli chiediamo il ricordo più bello della sua carriera, certi della sua risposta: “Sicuramente il gol nel derby. Questa è la partita più importante nell’anno per i tifosi”. Quasi commosso poi si lascia andare ad una giusta auto celebrazione: “Ho giocato in Serie A e so quanto ci ho messo per arrivare lassù. Sono contento di aver incontrato tanti campioni. Se le cose succedono c’è sempre un perché”. La forza di questo ragazzo è immensa: esempio per chi vuole fare questo mestiere nella vita.

I primi calci al pallone e il suo arrivo in Italia

Quando chiediamo a Dejan del suo arrivo in Italia lo vediamo titubante, con il tremolio della voce di chi ne ha vissute tante prima di emergere: “Ho iniziato a giocare a Domsale a 7 anni. A 16 anni mi ha visto il Genoa, ho fatto un provino e gli sono piaciuto. Sono venuto per 6 mesi in Italia. E’ stato difficile andare via di casa a quell’età”. Silenzio, inevitabile. “E’ stato il periodo più difficile della mia vita, era un’altro mondo. Da noi in Slovenia a 16 anni non ti preparano così già a quell’età, ho scoperto un mondo nuovo. Ho lasciato tutto alle spalle: tutti i miei amici, i miei parenti. Sono venuto in Italia per diventare un calciatore. Ho conosciuto tante belle persone che mi hanno insegnato tante cose”. Subito dopo un altro messaggio d’amore per l’Italia, sua seconda casa: “Ci fate sentire subito parte di voi, non è facile per noi cambiare aria. Ma con la vostra umanità diventa tutto più facile”. Innamorato dell’Italia Dejan Lazarevic, il paese che l’ha fatto diventare uomo e calciatore.

Torino e la prima chiamata in nazionale U21

Appena pronunciamo la parola nazionale, Dejan diventa serissimo, quasi a volerci trasmettere il suo profondo rispetto verso la sua amata patria: “Per ognuno di noi rappresentare il tuo paese è qualcosa di speciale. In Slovenia non giochi per soldi, anche se quello è il tuo lavoro, tu giochi per l’onore. Questi sono i tuoi colori, il tuo paese. E’ stato veramente bello, è il desiderio più grande di ogni calciatore. Torni nel tuo paese per giocare, quindi ti fa piacere sentire il profumo di casa tua. E’ il massimo, la cosa più bella”. Diventa ripetitivo Dejan Lazarevic, non ha parole per descrivere la gioia e l’onore che ha provato nel rappresentare la sua nazione.

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La Serie A e gli avversari più difficili

Tanta esperienza nei piani alti del calcio italiano per Dejan Lazarevic, uno che la massima serie l’ha vissuta da protagonista: “Quando ero a Genoa Thiago Motta, Milito e Palacio avevano qualcosa di diverso rispetto a tutti gli altri. Dybala e Pogba impressionanti da affrontare, ogni squadra aveva 3/4 giocatori tutti forti. In Italia sono passati tantissimi campioni. Non è facile arrivare in serie A, lì ci sono i fenomeni”. Emozioni forti, solo per cuori forti: Dejan Lazarevic, dalla A alla C, sperando nel viaggio di ritorno.