Desjardins, volo diretto Montréal-Novara: “Vogliamo la Serie B. Tutto è iniziato con una partita contro la Juve”

Il portiere del Novara si racconta ai nostri microfoni

10 Novembre 2022

Redazione - Autore

“Le cose che possiedi alla fine ti possiedono”. Così diceva Tyler Durden in Fight Club. E forse aveva ragione. Se nel caso di Tyler era la violenza, in quello di Axel Desjardins è il calcio. L’estremo difensore del Novara è uno dei pochi portieri che non è finito tra i pali per caso. “Da sempre ho voluto farlo. Fin da piccolo amo il calcio e la porta.

Anche se con le temperature di Montréal, in inverno giocare si fa difficile. “A dicembre in Canada si gioca solo a hockey. A 14 anni prende tutto e cambia vita. Non ci ho pensato due volte quando dovevo venire in Italia. Il calcio qui è bellissimo, i portieri sono fortissimi. Mi piace tanto anche la vita italiana, mi ha sempre affascinato. Poi ci sono tanti italiani in Canada, soprattutto a Montréal. Un viaggio partito dal Quebec e arrivato a Novara.

Lo Spezia di Italiano e la tournèe contro Inter e Juve

Il classe 2000 approda in Italia con una tournèe. “Giocavo con la mia squadra canadese. Stavamo a Genova e abbiamo giocato contro le varie Inter, Juve, Spezia ecc…”. La Liguria si rivela la sua terra promessa. “Dopo quella tournée, lo Spezia mi ha chiesto di rimanere in prova e non me ne sono più andato”. Dalle giovanili alla prima squadra. “Ero quarto portiere, poi sono diventato il terzo. Ho esordito contro la Salernitana e poi abbiamo vinto i playoff. Sono cresciuto tanto lì”.

 

 
 
 
 
 
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Anche grazie a Italiano. È un grandissimo allenatore, richiede tanto ma è normale. Sono molto legato anche a Catello Senatore, il preparatore dei portieri [ora al Frosinone, ex Genoa e Parma, ndr]. Entrambi mi hanno insegnato la cultura del lavoro anche quando non giocavo tanto. Testa bassa e pedalare. La filosofia di Italiano non è cambiata poi così tanto.   

Italiano Spezia

Con Desjardins a Novara di sogna la B

2 ore e 40 verso nord e dopo La Spezia, Desjardins si ritrova a Novara. “È il mio terzo anno qui. Mi trovo molto bene. Prima la C, poi la vittoria del campionato di Serie D e ora il ritorno da protagonista. Senza nascondersi troppo. “Vogliamo salire in Serie B”. A ogni costo. “Per me giocare o non giocare è uguale. Voglio che la squadra faccia bene e che io riesca a dare il mio contributo da compagno. Voglio crescere sia come calciatore che come persona”. La classifica gli sorride: quarto posto a tre punti dalla prima nel girone A. Tutto grazie alla vittoria fondamentale contro il SanGiuliano City. Giusto per la cronaca, clean sheet e rigore parato per Axel che era solo alla seconda da titolare in stagione.

Credit Photo: Novara F.C

Il calcio in Canada e Alphonso Davies

L’Italia ha rappresentato una “salvezza” calcistica per Desjardins. “Il Canada solo negli ultimi tempi ha fatto passi da giganti nel calcio. Quando giocavo lì, le giovanili non esistevano. Erano tutte partitelle amatoriali tra quartieri. Quindi giocare a calcio nel Grande Nord non era difficile solo per le temperature. “Solo a Montreal c’è una squadra professionistica, fuori da quella il nulla. Se non giochi per loro sei un dilettante”. Amante del calcio, ma non tifoso. “Ai tempi seguivo il Montréal, ma non sono mai stato così sfegatato. Poi lì c’è un portiere mio amico quindi li seguo ancora”.  

Passi in avanti per il Canada nel calcio dovuti anche all’ultima qualificazione ai Mondiali. E Axel per un breve periodo ha anche indossato la maglia della nazionale. “Avevo 18 anni e mi hanno chiamato per un training camp con l’Under 20 canadese. 10 giorni con loro in Florida”. Desjardins classe 2000, Alphonso Davies classe 2000; la domanda sorge spontanea. C’era anche lui? No, era troppo più forte [ride, ndr]. Era già in prima squadra. Però anche l’Under 20 era molto più forte di quello che pensavo, poi tutti grossi. A dirlo è un ragazzotto di quasi 1 metro e 90. Le altre nazionali ai Mondiali sono avvisate. “Lo staff anche era bravissimo, infatti la metà aveva origini italiane. Ora quei ragazzi giocano quasi tutti in MLS.  

Il calcio lo possiede, seguendo il “teorema di Durden”, ma non sempre. “Hobby? In Canada l’hockey, qui in Italia la palestra. Contagiato dal fratello, esperto di cinema, ha iniziato a vedere anche molti film. “Ultimamente mi è piaciuto The Batman, quello nuovo con Pattinson”. Film preferito? Neanche a dirlo. “Fight Club”.  

A cura di Filippo Rocchi