Chi è Elia Caprile: il portiere del Bari convocato dall’Italia U-21

La storia del "gigante buono" passato dal Leeds United e ispirato da Buffon

22 Giugno 2023

Gabriele Ragnini - Autore

A guardare una foto di Elia Caprile sorridente, magari corredata alla sua carta d’identità in cui vengono riportati i suoi 21 anni (22 il prossimo 25 agosto), non sarebbe facile associarla a un profilo di tale portata. Eppure il portiere del Bari classe 2001 sembra essere nato nella Gen Z solo per sbaglio. Basterebbe vederlo in campo per comprendere la sua leadership e la verve carismatica, che nelle ultime stagioni lo ha portato a tappe di grande maturità nel suo percorso. Forse sarà stata la sofferenza patita da solo a Leeds in periodo di pandemia, oppure la gavetta fatta in Serie C con la Pro Patria, eppure adesso Caprile è lì tra Romania e Georgia, a giocarsi l’Europeo con l’Italia U21.

Italia, Caprile è il numero 19 dell’Under 21 di Nicolato

Elia Caprile è uno di quei nomi che potrebbero essere rimasti sconosciuti a tanti, soprattutto nella prima parte di questa stagione, quando è stato convocato per la prima volta con l’Italia U21. Eppure, guardandolo con l’azzurro addosso, sembra che sia fatto apposta per lui. Il portiere del Bari è uno di quei giocatori slanciati ma statuari, 191 centimetri di pura solidità e armonia, con un viso quasi in antitesi rispetto alla sua attitudine. “Il gigante buono”, lo si potrebbe chiamare. Non è difficile comprendere allora il motivo per cui Nicolato abbia deciso di convocare lui insieme a Carnesecchi e Turati, due protagonisti di promozioni differenti in Serie A. Caprile, invece, col Bari l’ha solo accarezzata, ma è una storia che porta altri colori.

Sia lui che Turati sono consapevoli di partire più indietro nelle gerarchie rispetto a Carnesecchi. Ma all’ex Leeds United non importa, come ripetuto ai microfoni della FIGC: “E’ una situazione un po’ nuova, il compito mio e di Turati è quello di aiutare Marco (Carnesecchi, ndr) e i compagni a fare bene. Dovremo essere dei collanti per il gruppo. Ho accettato questo ruolo con enorme felicità, non capita tutti i giorni di fare un Europeo”. Nelle uniche due presenze in azzurrino, contro Serbia e Giappone, Caprile ha subito un solo gol. Numeri non sufficienti per valutare il suo apporto, ma l’appuntamento è rimandato al campo, quando potrà svettare come al solito da gigante buono.

Buffon, il passato a Verona e quel titolo a Leeds

Per ogni portiere italiano, sembrerebbe lapalissiano dire che Gianluigi Buffon rappresenti un modello assoluto. Ma per tutte le volte in cui Caprile lo ha voluto ribadire, forse sarebbe meglio definire la sua una vera e propria ossessione. Ed è proprio quella ad averlo portato a muovere i suoi primi passi tra i due pali di una porta. Era a Verona, la sua città natale, e indossava i colori del Chievo, con cui completò tutta la trafila dalle giovanili alla Primavera. Lì l’allenatore della prima squadra Lorenzo D’Anna decise di convocarlo con i grandi. A dirla tutta, un gigante come lui sembrava essere già grande. Ma il 26 agosto 2018, una gara persa amaramente dal Chievo contro la Fiorentina (6-1) segnó l’inizio del suo percorso.

E come per tutti i 18enni prematuri, il moto d’orgoglio di Caprile lo portò a cercare una nuova esperienza più stimolante all’estero. Lo accolse il Leeds United, un club storico inglese in procinto di rinascere. Nei Whites fu aggregato all’Under 23, rubando però subito l’occhio a un certo Marcelo Bielsa, che decise di convocarlo più volte in prima squadra. Poi arrivò il Covid-19, che tarpò le ali alla sua esperienza di vita estera, da solo, e al contatto con i tifosi. Diventò quasi un incubo, come affermato a più riprese negli ultimi tempi. Eppure, con il Leeds U23 Caprile arrivò a giocare con talenti come Phillips, Rodrigo e Greenwood. Il leader, però era lui: un numero 1 invidiabile, capace di portare la squadra a vincere il campionato. Di quell’esperienza, Caprile conserva ancora le ossa dure formatesi in terra straniera. E soprattutto, la stima e il modello calcistico – e umano – del “Loco”: “Lui e Nicolato hanno in comune l’attenzione per la video analisi”. E se lo dice uno dei suoi vecchi pupilli, è impossibile negarlo.

Il ritorno in Italia con la Pro Patria e il salto di Caprile a Bari

Nonostante i grandi successi, spesso c’è bisogno di ripartire dalle proprie radici per ritrovarsi. Caprile nell’estate del 2021 decise di farlo abbracciando la sua prima esperienza professionistica, in Serie C, non molto lontano da casa. A Busto Arsizio, per la precisione, distante meno di 200 km da Verona. Lì diventò da subito un punto fermo della Pro Patria, specialmente nella seconda parte di stagione, in cui le sue parate portarono la squadra dal terzultimo posto a giocare i playoff di Lega Pro.

E quando un giovane portiere riesce a mettersi in luce in una categoria come la Serie C, è molto probabile che in estate gli squilli il telefono. Il numero, spesso, corrisponde a quello di Ciro Polito, direttore sportivo del Bari, ormai scout di primo livello per quanto riguarda i giocatori di Lega Pro che occupano il suo stesso ruolo. L’ex dirigente dell’Ascoli lo ha comprato nell’estate del 2022, dopo la promozione in Serie B, dal Leeds United. Un cartellino strappato gratuitamente, con quello “zero” che sarebbe stato ben presto aggiunto ad altri 6 numeri.

Con il Bari, Caprile è formidabile. Diventa un vero e proprio totem della porta, spodestando un veterano come Gianluigi Frattali che, però, gli fa sempre da mentore. In una piazza esigente come quella pugliese, il gigante buono non ha paura di camminare a testa alta. Nel corso dei mesi diventa sempre più decisivo, arrivando a fronteggiare il suo idolo Buffon e vincendo la sfida da una porta all’altra del San Nicola per 4-0. Ma ciò che impressiona di più di lui è la leadership. Accanto a colossi come Di Cesare o Antenucci, anche lui è tra i primi a mantenere alta la concentrazione dentro e fuori dal campo. Non ha paura di arrivare vis-à-vis contro nessuno.

Foto di Tess Lapedota

La finale di Caprile e l’interesse dell’Empoli

Eppure, quello stesso furore agonistico diventa sul finire della stagione uno sfogo di rabbia e disperazione. Dopo 41 partite giocate da titolare (e per fortuna che era uno sconosciuto comprato a zero…), 14 clean sheets, 34 gol concessi e una finale playoff conquistata dopo il terzo posto in campionato, per la prima volta il portiere biancorosso fa emergere quella genuinità tipica della sua età. Al termine di una partita da gigante, in cui riesce a mantenere lo 0-0 contro il Cagliari fino al 94′ e a far accarezzare la Serie A ai 58.000 tifosi presenti al San Nicola, Caprile subisce gol da Pavoletti. Una rete maledetta, che lo porta a piangere sotto la Curva Nord e a prendere ripetutamente a calci il palo della sua porta. Quella dannata rete, capace di fermarlo a 120 secondi dal sogno più bello.

Terminato il momento di disperazione, però, Caprile è partito adesso alla volta dell’Europeo con l’Italia U21. C’è un altro campionato da giocare e da vincere, come affermato dallo stesso portiere veronese. E forse la Serie A la troverà comunque, anche se non col Bari. L’Empoli, infatti, è sulle sue tracce. Il club toscano è pronto a dire addio a Vicario, ma per ripararsi vuole ricominciare il ciclo di investimento su giovani portieri italiani. E la prima scelta è proprio Caprile. Il futuro potrebbe portare lo stesso colore del suo presente: l’azzurro.