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Il negozio di alimentari, il Sestri Levante e Zeman, Enrico Barilari: “Il mio obiettivo era arrivare tra i professionisti e ci sono riuscito”

Enrico Barilari, allenatore. Credit: Sestri Levante

Enrico Barilari, allenatore. Credit: Sestri Levante

L’allenatore è intervenuto ai microfoni de lacasadic.com per ripercorrere la sua carriera e dire la sua sul prossimo campionato.

Enrico Barilari può dire di avercela fatta, di aver raggiunto il suo obiettivo: arrivare tra i professionisti. Un percorso difficile fatto di impegno, sacrifici, anche di grandi soddisfazioni, ma soprattutto di duro lavoro. Per molti anni Barilari ne ha fatti anche 2 di lavori, dividendosi tra il suo negozio e la panchina, sempre con la stessa passione per il calcio: “Da ragazzo il mio sogno era fare il calciatore. Quando ti rendi conto che non sei abbastanza bravo come nel mio caso (ride, ndr), ti viene la voglia di allenare. Il mio obiettivo era vivere con il calcio, di fare il lavoro che mi piace però all’inizio per me era un hobby. Avevo un negozio di alimentari, ero un commerciante, l’ho fatto per 30 anni. Nei primi anni in panchina facevo chiaramente il doppio lavoro. Ho letto un’intervista di Nisticò, allenatore del Bra: al mattino va in cantiere e la sera va al campo. Diciamo che è un po’ il destino di quelli che non hanno fatto i calciatori “.

Poi il Sestri Levante, la svolta. Per Barilari c’è un prima e un dopo Sestri, un’esperienza significativa che ha cambiato la sua vita e la sua carriera spalancandogli le porte del professionismo: “La fortuna è stata che al Sestri Levante mi hanno affidato la prima squadra e a un certo punto ho dovuto fare una scelta tra il lavoro e il calcio. Ho abbandonato la mia attività solo dopo che con il Sestri Levante ho firmato il contratto da professionista in Serie C, quando ho avuto la sicurezza di essere arrivato nel professionismo, poi è chiaro che del futuro nessuno mi può dare garanzie”.

L’allenatore è attualmente libero, dopo la fine della sua avventura al Sorrento, da cui fu esonerato a gennaio nonostante la squadra fosse 9ª in classifica. Barilari racconta come sta vivendo questo periodo lontano dal campo: “Sto studiando, fra poco inizierà la stagione e ho la fortuna che nella mia zona tra Liguria e Toscana, ci sono tantissime società professionistiche. Andrò a vedere diverse partite e mi terrò aggiornato su tutte le categorie. Ci sono state delle opportunità per tornare in panchina. In un caso ho fatto io una scelta diversa, dovevo dare una risposta troppo precoce e non mi sembrava di accettare così presto, in un altro hanno scelto un altro allenatore”.

Dal 2022 al 2024 Barilari ha allenato il Sestri Levante, che ha condotto alla vittoria della Serie D, dello Scudetto Dilettanti e a una salvezza tranquilla in Serie C: “I ricordi di Sestri Levante sono bellissimi, mi ero affacciato per la prima volta al calcio dei grandi, avendo fatto sempre le giovanili. In più i primi anni sono stati tutti positivi, non ho conosciuto momenti negativi. Il rapporto con la città, nonostante non sia di Sestri Levante, con i tifosi e con il presidente è stato bello, mi è rimasto dentro, continuo a vedere persone, al punto che quasi per non rovinarlo, probabilmente non tornerò. Nel calcio spesso succede che quando i ritorni vanno male poi rovini ciò che di bello hai fatto prima. Il presidente mi aveva proposto un biennale, io avevo preferito cercare un’altra avventura, perché io credo che quando tu arrivi in un posto e fai qualcosa che obiettivamente era impensabile è giusto separarsi. Vinci il campionato, fai 94 punti, conquisti lo Scudetto Dilettanti, l’anno dopo ottieni una salvezza di grandissimo valore al pari di Lucchese, Entella senza troppe difficoltà. Capisci che in quell’ambiente più di quello non puoi fare anche perché c’erano tanti giocatori che si erano messi in luce e che sarebbero poi andati altrove“.

“Il calcio dimentica in fretta, quando fai una cosa irripetibile perché rovinarla?”

A Sestri Levante Barilari ha raggiunto traguardi importanti con la prima squadra ma a detta sua, sorprendentemente, il momento più bello della sua avventura in Liguria non lo ha vissuto con i “grandi”: “Sembrerà strano, non sarà credibile ma di tutto il percorso a Sestri Levante la mia annata migliore, o meglio la più importante, perché mi ha fatto capire che potevo fare l’allenatore a un discreto livello, è stata quella culminata con la vittoria del campionato juniores nazionale. Vinciamo il campionato, non era mai successo a Sestri Levante. Lì ho capito che se mi avessero dato la prima squadra avrei potuto fare un bel lavoro”. L’allenatore rievoca altri due momenti speciali: “Il derby del Tigullio con la Virtus Entella? Ricordi indelebili, fantastici all’andata abbiamo vinto a Chiavari e al ritorno si disputò a Marassi perché noi non avevamo lo stadio e tramite la regione Liguria giocammo a Genova e finì 0-0. Ci fu una bella cornice di pubblico e fu molto bello. Chi se lo sarebbe mai immaginato? E’ una sfida tirata, sentita, poi non c’era mai stato nel professionismo”.

Quando ha lasciato il club rossoblù Barilari in un’intervista al “Città della Spezia” ha dichiarato: “Non potevo rischiare di rovinare una favola” . In altre parole: quando si arriva alla naturale conclusione di un ciclo e gli stimoli finiscono, è giusto lasciare. Ritorni? Troppo alto il rischio di fare male, di non ripetersi e di rovinare così il ricordo e i rapporti. “Col calcio schizofrenico di adesso dove dopo che fai 5 / 6 partite male e vieni mandato via o ci sono società che puntano talmente tanto su di te che ti proteggono nei momenti difficili, oppure conviene fare questo tipo ragionamento: quando ritorni dove sei stato bene in pochissimi casi vai a rifare bene come la prima volta. Il calcio dimentica in fretta, quando fai una cosa irripetibile perché andare a rovinarlo quando ci sono tante altre squadre dove puoi andare ad allenare? Quindi per me è stata una scelta giusta lasciare Sestri Levante, detto con tutto l’affetto che ho per loro”.

Barilari: “Allenare nel settori giovanili l’esperienza più importante della mia vita, mi ha aiutato molto. Mi piace il 4-3-3”.

Prima del Sestri Levante Barilari ha lavorato nel settore giovanile dello Spezia e della Lavagnese: “Nel club bianconero ho avuto, tra quelli che si sono affacciati al calcio ad alti livelli, Mattia Mannini, che ha esordito alla Roma con Mourinho e adesso è andato in prestito alla Juve Stabia dopo aver fatto il precampionato con Gasperini. Poi Bertolini che è alla primavera della Fiorentina, i gemelli Plaia, oltre a tutti i ragazzi che sono ancora allo Spezia Calcio”. Due esperienze molto utili, preziose per l’allenatore che ha avuto modo di allenare e lavorare con i giovani e di “prepararsi” alla Serie C e per la Serie D, dove ce ne sono sempre di più: “Questa è stata l’esperienza più importante in assoluto perché mi ha aiutato a interfacciarmi con i ragazzi di quell’età e alle metodologie delle società professionistiche come quelle dello Spezia che erano molto moderne. Ormai la Serie C e la Serie D sono quasi delle giovanili, l’età media è molto bassa. Quando vieni da un percorso nelle giovanili ti puoi trovare solo che bene in queste categorie”.

Sull’idea di gioco e i modelli: “Ho iniziato con il 4-3-3, mi ispiravo a Zeman e Spalletti. Negli ultimi anni ho spesso anche cambiato, tante volte ho giocato a 3. Io credo che quello che ha detto Ancelotti a Coverciano al corso per diventare allenatori sia fondamentale. Lui sostiene che l’allenatore deve mettere i giocatori nelle migliori condizioni. Per questo come dicevo, mi piace molto il 4-3-3 ma sono aperto a ogni modulo, purché sia il contesto migliore per i giocatori a disposizione”.

Enrico Barilari, allenatore del Sorrento, ex Sestri
Enrico Barilari, allenatore del Sorrento, ex Sestri

Barilari: “Benevento, Crotone e Catania si sono mosse in modo intelligente sul mercato. Nel Girone B vedo favorite Arezzo e Torres. Il miglior acquisto? Capomaggio alla Salernitana”

Barilari ha poi espresso il suo parere su questo calciomercato e ha fatto un pronostico sul prossimo campionato: “Nel girone C credo sia stato molto intelligente il modo di operare di Benevento, Crotone e Catania perché hanno dato continuità. I giallorossi sono stati bravi a correggere dove avevano qualche problema. Anche la Salernitana è tra le favorite, ma soprattutto le altre 3 proprio per questo fattore della continuità. C’è l’esempio palese della Virtus Entella quest’anno: la stagione precedente si salva all’ultima giornata e in quest’anno conquista la promozione. Restando al girone C, forse non per la promozione, il Potenza potrebbe fare un grandissimo campionato dopo un’ottima campagna acquisti, anche lì nel segno della continuità”.

Sugli altri due gironi: “Nel Girone B secondo me è una corsa a 2 tra tra Arezzo e Torres. Il livello medio è abbastanza alto, non riesco a indicare una squadra che retrocederà. Potrebbe uscire fuori una sorpresa come il Pineto, la Vis Pesaro che azzeccano la stagione e diventano pericolosissime. Il Campobasso ha fatto un calciomercato importante. Nel Girone A bisogna valutare l’impatto dell’Inter U23, sono molto curioso. Le favorite sono Brescia e Vicenza. Il Cittadella? E’ statisticamente difficile scendere dalla B, scendere e risalire immediatamente, ci è riuscito solo il Perugia negli ultimi anni“. Secondo l’allenatore ci sono delle differenze tra i 3 raggruppamenti: “Nel Girone C ci sono società economicamente forti che possono fare grandi investimenti, ogni campo è difficile, trovi individualità importanti, il giocatore che vince le partite da solo con le sue giocate. Nel B invece c’è tanta bravura e organizzazione societaria. Il Girone A non l’ho fatto, visto da fuori ho notato che spesso le neopromosse riescono a salvarsi e a fare un grande campionato”.

Barilari non ha dubbi su quale sia stato fin qui il miglior acquisto di questa sessione di calciomercato: “Capomaggio alla Salernitana: è un giocatore formidabile, è il mio centrocampista ideale. Secondo me un altro bel colpo è Musso alla Torres, che ho allenato al Sorrento, perché hanno preso un professionista esemplare, un ragazzo che si allena benissimo, ha voglia di arrivare e sono convinto che si troverà bene”. Infine una battuta sul futuro: “Vorrei riprendermi la Serie C, sia subentrando in corsa in una società di C o vincendo il campionato di Serie D, per me è indifferente”. Restare aggrappato a quel professionismo voluto ogni costo e conquistato due anni fa.