Credit: Martina Cutrona
Il primo anno in Serie A di Giovanni Fabbian è, fin qui, ben al di sopra delle più rosee aspettative. Nell’ingranaggio quasi perfetto di un Bologna che sogna l’Europa, anche il centrocampista sta contribuendo in modo decisivo. Tre reti, minuti importanti nelle gambe, e quel Thiago Motta che in caso di necessità non ha nessun timore di gettarlo nella mischia. Anzi.
Un inizio di carriera che lo lega (almeno dal punto di vista emotivo) al Padova, squadra di C che lotta per la promozione. Gli inizi proprio alle giovanili del club biancoscudato, prima del passaggio all’Inter (primavera) e la prima esperienza tra i grandi in maglia Reggina. Sulle colonne de La Gazzetta dello Sport, è lo stesso Fabbian a Walter Veltroni a svelare un retroscena che riguarda il nonno Gabriele. Fine anni 50, Padova che chiude la stagione al terzo posto con una squadra nella quale poteva esserci anche lui: “Era molto bravo a giocare, lo voleva Nereo Rocco al Padova. Ma lui era l’unico maschio di una famiglia contadina in cui c’erano otto figlie femmine. Il mio bisnonno aveva bisogno di braccia nei campi per lavorare la terra e decise, allora si faceva così, che a Rocco si dicesse di no. Mio nonno Gabriele giocava da libero, un ruolo che non c’è più. Era tanto forte ed aveva molta passione per il calcio. Però non ha potuto continuare. Anche mio padre giocava vicino casa, in una squadra amatoriale. I Fabbian da generazioni portano il calcio nel sangue o nel Dna”.
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