Credit Calcio Foggia
Box to box. Questo è il lavoro che Marco Romano Frigerio svolge quando scende in campo a difendere i propri colori. È un centrocampista completo. Attento in fase di copertura e lucido in fase offensiva. Gioca senza paura e con determinazione. Fa dell’umiltà e del sacrificio le sue caratteristiche principali. Tanta corsa e vena realizzativa sotto porta. Queste le sue doti. Delio Rossi ripone grande fiducia in questo ragazzo e nel ritorno playoff contro il Crotone sarà in campo a combattere per poter proseguire il cammino promozione.
Dall’arrivo di Delio Rossi sulla panchina del Foggia, la squadra rossonera sta viaggiando a ritmi molto alti e i risultati lo confermano. Anche il giovane centrocampista classe 2001 ha trovato maggiore continuità di prestazioni, minutaggio e una buona continuità in fase realizzativa. Nelle otto partite in cui l’allenatore romagnolo guida i pugliesi, Frigerio va in gol ben quattro volte, bottino invidiabile per una mezz’ala che gioca a tutto campo.
Marco Romano Frigerio inizia a giocare a calcio nella Vis Nova Giussano. L’occasione è un torneo a Bormio riservato ai ragazzi nati nel 2000. Gioca da sotto età, mette in mostra tutte le proprie qualità e attira l’attenzione di tre grandi club. Sulle sue tracce ci sono Milan, Inter e Atalanta. La decisione è dettata dal cuore. Lui è un grande tifoso rossonero e accetta la proposta di Angelo Carbone, il responsabile della scuola calcio. Il sogno diventa realtà.
In un’intervista Frigerio racconta: “Varcare il cancello di Milanello è un sogno”. Quello di giocare con i rossoneri si realizza molto presto, all’età di 10 anni. Da quel giorno, dunque, inizia il suo lungo percorso, in cui riesce a scalare le gerarchie fino a vestire la maglia della Primavera. Conquista un ruolo da protagonista. Il bilancio complessivo è di 69 presenze, 4 gol e 6 assist. Le soddisfazioni, però, non sono finite, perché in alcune partite indossa anche la fascia da capitano. Le ottime prestazioni convincono l’allenatore della prima squadra Stefano Pioli a convocarlo per alcune partite con la prima squadra.
Tra queste c’è la sfida a San Siro contro la Juventus di Pirlo e Ronaldo. L’esordio non arriva, ma l’esperienza è di quelle uniche ed indimenticabili. Un ulteriore stimolo per continuare nel suo processo di crescita. In quel periodo Frigerio si allena con giocatori del calibro di Donnarumma, Ibrahimovic e Theo Hernandez. Un fattore determinante che permette a un giovane di maturare e migliorare traendo la giusta ispirazione da questi campioni. Una volta finito il percorso nelle giovanili è il momento di fare il salto tra i grandi.
La prima esperienza con una squadra professionista arriva con la Lucchese in Serie C. Il gap che deve affrontare è importante ma il ragazzo ha la mentalità giusta per fronteggiare questo percorso. “Quando mi dissero che lui era molto bravo senza palla pensavo mi prendessero in giro” – racconta papà Paolo in un’intervista riporta sul sito gianlucadimarzio.com– poi capii che volevano sottolinearne le capacità di sacrificio“. La qualità di Marco? L’umiltà. Piedi per terra e cultura del lavoro. La sua determinazione ne è la prova. Un lottatore, come sottolinea il padre: “Ogni tanto, scherzando, gli dico che si chiama come un gladiatore“.
Il rosso ed il nero sono due colori nel destino di Frigerio. Le buone prestazioni e la predisposizione al sacrificio convincono una squadra ambiziosa come il Foggia a credere in lui. La scelta si rivela azzeccata. Nell’approdo ai quarti di finale dei playoff c’è anche la sua firma. Il sogno di Marco? Neanche a dirlo. Continuare la sua carriera in categorie superiori. Magari già dall’anno prossimo con la maglia del Foggia. Chissà…forse in Serie B.
A cura di Gian Maria Abelli
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