Home » Il Foggia si salva sul filo di lana in un thriller senza fine: il racconto della stagione

Il Foggia si salva sul filo di lana in un thriller senza fine: il racconto della stagione

Foggia-Messina, la curva dello Zaccheria

Foggia-Messina, la curva dello Zaccheria / Lacasadic

Dalle ambizioni iniziali al tracollo passando per il dolore e la sofferenza: tutte le tappe della stagione del Foggia.

L’inizio della salvezza è la conoscenza della colpa“, un concetto, quello di Seneca, che il Foggia ha rifiutato per larghi tratti della sua stagione fino al playout, in cui l’espiazione dei propri peccati si è concretizzata in maniera sofferta ma giusta.

I rossoneri, prima in un Franco Scoglio gremito nella capienza attuale e, poi, dinanzi al catino caloroso e di un’altra categoria (in senso positivo), denominato Zaccheria, sono riusciti a fare ciò che non è riuscito nel corso dell’intera stagione: imparare dai propri errori.

Era il 19 aprile: il Messina vinceva a Foggia con un 1-2 anche stretto per le proporzioni del proprio dominio e si garantiva la possibilità di giocarsi il playout. A distanza di un mese: i rossoneri hanno ribaltato tutto.

Nessuna idee scintillante ma tanta concretezza e orgoglio: così la squadra di Antonio Gentile si è aggiudicato nei 180′ la permanenza in Serie C e posto la parola fine a un campionato in cui a far da padrone sono i rimpianti.

L’inizio di stagione con il duo Brambilla-Roma dura appena sei partite

Nulla faceva presagire a una stagione 2024/25 simile a ciò che poi si è rivelata per i colori rossoneri. Il Foggia, guidato dal duo Brambilla-Roma, si propone nel rango delle outsider del girone C: l’obiettivo è ritornare in alto e riscattare un deludente 2023/24. La sessione estiva di calciomercato, fatta di nomi altisonanti – su tutti Jacopo Murano e Michele Emmausso – e di conferme importanti – come Salines e Millico – esalta la piazza. Per le strade, nei locali ma anche, e soprattutto, tra gli addetti ai lavori c’è la sensazione che stia per iniziare un percorso di un certo rilievo. Nella prima gara della stagione, nella sfida con il neopromosso ma altrettanto ambizioso Trapani c’è, però, già il primo “turning point” negativo della stagione. Quando la partita sembra finita, e con l’arbitro pronto a fischiare, il Trapani butta in mezzo la classica “palla della disperazione” ma a disperarsi è il Foggia. De Lucia commette un clamoroso errore in uscita e Lescano – l’oggetto dei desideri rossoneri per larghi tratti dell’estate – a porta spalancata deposita in rete.

Un boccone amaro, che ha un effetto quasi immediato. Il Foggia in un pagliaio ricolmo di problemi vissuti nei primi tre mesi della stagione, infatti, trova un unico ago: il successo al San Nicola contro l’Altamura alla seconda giornata.

brambilla credit roberta miscioscia copertina
Massimo Brambilla in conferenza stampa – Credits: Roberta Miscioscia

L’arrivo di Capuano e la tragedia di Potenza

Da quel momento solamente tante delusioni per la piazza rossonera. Le tre sconfitte contro Monopoli, Benevento e Giugliano, associate a ben 10 reti subite, inducono il patron Canonico alla decisione di mettere già un punto e a capo nella stagione del Foggia: via Brambilla, dentro Capuano. Idee di calcio diametralmente opposte ma con lo stesso effetto. L’ex Taranto si toglie solamente la soddisfazione di vincere il derby proprio contro il suo passato – match poi cancellato per via dell’esclusione dei rossoblù dal campionato – ma nelle poche settimane in rossonero riesce anche a far peggio di Brambilla: 5 punti in 5 partite.

Nella gestione Capuano, esattamente nel post-gara della sfida con il Potenza, poi ci si mette di mezzo anche un beffardo destino. L’incidente del 13 ottobre che porta alla morte di Gaetano, Michele, Samuel e Samuele, quattro giovanissimi tifosi rossoneri, è un taglio profondo e indelebile nel cuore della piazza. La delusione per i risultati sul campo lascia spazio al dolore, al silenzio e al rispetto per le famiglie distrutte dalle perdite. Sono giorni, settimane, mesi difficilissimi: un incubo senza fine, che, come detto, prosegue anche sul campo. Dopo due gare dal terribile evento, Capuano decide di lasciare Foggia e il Foggia: alla base problemi interni allo spogliatoio, mai spiegati con chiarezza e, dunque, l’ennesimo nuovo inizio.

L’arrivo di Zauri e Leone: un nuovo inizio

Canonico ci mette un po’ a scegliere la nuova guida da cui ripartire e, quindi, i rossoneri nel derby con il Cerignola e nella gara del Simonetta Lamberti contro la Cavese si affidano a Zangla, vice di Capuano, e proprio ad Antonio Gentile, che ritroveremo anche più tardi nel racconto di questa stagione.

In entrambe le circostanze i rossoneri vengono ancora una volta sconfitti e all’arrivo della nuova direzione tecnica il bilancio è disastroso: 9 punti in 13 partite e terzultima posizione. L’innesto del duo Zauri-Leone, in questo senso, è salvifico. Alla sua seconda esperienza tra i pro in Italia, l’ex Pescara coadiuvato dall’esperienza dell’ex ds della Ternana, rivolta la squadra come un calzino. La mette in campo con un 4-3-3 guardingo, senza troppo estro ma con molta sostanza e i risultati si vedono: il Foggia nelle prime sette gare con Zauri in panchina conquista 15 punti e subisce solamente due gol. Le aspettative di inizio stagione sembrano riprendere quota. Emmausso e compagni affrontano la pausa natalizia con una certezza: mantenere un ritmo da “promozione diretta” per recuperare terreno sulle concorrenti playoff.

Antonio Gentile Foggia - www,lacasadic.com
Antonio Gentile Foggia – www,lacasadic.com

Un avvio di 2025 balbettante, il mercato insufficiente e le contestazioni della piazza

Non sarà così. Il Foggia, al termine di una partita anche ben giocata, nella prima del 2025 perde con l’Altamura e riecheggiano gli spettri vissuti per larghi tratti della prima parte di stagione. Il pubblico rumoreggia, chiede interventi sul mercato e inizia a contestare pesantemente l’operato della società.

La reazione della proprietà? Due cessioni illustri – Murano, divenuto l'”oggetto misterioso” nel corso della sua parentesi a Foggia, e Millico, considerato cedibile dopo un girone d’andata deludente – e diversi ruoli scoperti. Subentrano alcuni under interessanti, su tutti Gala che ha un ottimo impatto, ma la stagione del Foggia, da quel momento, vivrà di montagne russe. I rossoneri alternano risultati straordinari, il pareggio con un ottimo Benevento e, soprattutto, il successo con l’Avellino, alternati a sconfitte evitabili. Si viaggia in mondo ondivago fino al post-Sorrento, che segnerà la definitiva svolta negativa della stagione del Foggia.

Dalle “rassicurazioni” pre-Cerignola alle sei sconfitte di fila fino alle dimissioni di Canonico

La squadra di Zauri batte di misura – 2-1 – i campani e, nonostante le mille difficoltà, sembra avviarsi a un rush finale positivo, in cui provare a centrare la griglia playoff. Ma, volendo utilizzare il senso opposto di una canzone di Ligabue: “Il peggio deve ancora venire“.

Alla vigilia del derby al Monterisi contro il Cerignola, a pochi giorni dal successo sul Sorrento, Canonico si presenta in conferenza stampa per esprimere un concetto chiaro, dopo le contestazioni ricevute nelle settimane precedenti: “Il Foggia è in vendita ma – con aria rassicurante – se nessuno dovesse presentare un’offerta, rimarrò al timone, facendo calcio con i giovani“. Parole che sembrano dare certezze alla città: il futuro del Foggia non sembra in pericolo. Beh, non sarà proprio così. Il club pugliese non vincerà più: collezionerà sei sconfitte di fila e, in seguito, al pesante 0-4 subito dalla Casertana – avvenuto circa un mese dopo la conferenza pre-Cerignola – il patron annuncerà le proprie dimissioni irrevocabili.

Dall’abbandono alla redenzione: il Foggia di Gentile ottiene la salvezza

Non c’è limite alla sofferenza: questo potrebbe essere il giusto titolo a quel momento della stagione rossonera. Il Foggia viene abbandonato totalmente a sè stesso. Ai calciatori non viene pagata – quantomeno nel tempo prestabilito – la mensilità di febbraio, gli sponsor pagano alla squadra la trasferta di Crotone e l’Amministrazione Comunale provvede alle spese per la gara interna con il Messina alla penultima di campionato. Uno scenario tragicomico rispecchiato, come detto, alla perfezione dai risultati, che causano l’esonero di Zauri e Leone a 90′ dal termine.

Per l’ultima di campionato torna Gentile e a Picerno il Foggia torna a conquistare un punto ma non basta: il playout è realtà. Grazie al successo della Casertana a Trapani, i rossoneri chiudono la regular season in penultima posizione e sono costretti a giocare il playout contro il Messina. Il resto è storia. I rossonerì in 180′ non subiscono nessun gol, basta una rete di Emmausso per mandare il “Diavolo in Paradiso” e per ottenere la tanto agognata salvezza. Orgoglio e capacità di non commettere per l’ennesima volta gli stessi errori. Su questi concetti Antonio Gentile, l'”eroe per caso” ha salvato il suo Foggia. Nel giorno del commovente ritorno allo stadio di Matteo, l’unico ragazzo sopravvissuto al terribile incidente di Potenza, c’è stata la chiusura di un cercio e la conferma di una teoria risaputa da sempre: “Anche nelle stagioni più buie si può sempre trovare la felicità“.