Se è vero che alla fine vince sempre il gruppo, non si può dire che nella promozione del Mantova in Serie B Francesco Galuppini non sia stato uno dei giocatori copertina. Parlano i numeri: 14 gol e 6 assist in 35 presenze in campionato. Ma sarebbe riduttivo, in questo caso, raccontare Galuppini di quest’anno solo con quelli. Con il Mantova, infatti, c’è stata una connessione naturale e immediata. Il numero 14 dei lombardi è stato il nostro ospite nell’appuntamento del giovedì con “La Casa di C – Talk”. Ecco le dichiarazioni rilasciate ai nostri microfoni.
Francesco inizia dalle sensazioni provate dopo la promozione: “Una scarica di tensione e di adrenalina. Chiudiamo questo campionato nel migliore dei modi e ci prepariamo alla Supercoppa“. Poi, una parentesi sui festeggiamenti in hotel e poi l’abbraccio ai tifosi: “Siamo partiti per Renate guardando il primo tempo del Padova in pullman e il secondo nella hall dell’albergo. Poi dopo abbiamo fatto la prima festa in hotel di un’ora. Dopo la società ha sentito la questura e ci hanno fatti partire per Mantova. Da lì è andata avanti una festa incredibile davanti a 2000 persone. Ed è andata bene. Tanti avevano degli striscioni personalizzati e ce li passavamo. Uno ce l’ho addirittura qui a casa“. Due giocatori si sono lasciati andare, secondo Galuppini, un pochino di più: “Radaelli e Debenedetti hanno bevuto più degli altri: è la gioventù (ride,ndr). Ma alla fine nessuno ha esagerato“.
Assaporare la Serie B per la prima volta, ecco cosa vuol dire per Francesco: “L’ho approcciata qualche volta. Una volta ho vinto al Sudtirol ma poi non sono restato. La Serie B per me non è mai stata un’ossessione per me e l’ho sempre detto. Ci arrivo nel momento giusto, perché credo di essere in un contesto adatto. Non è una B che arriva a caso, ma credo di poter dimostrare davvero il mio valore in una società in cui sono dentro al 100%. Non ho rimpianti di non averla fatta prima: sono contento così“. La promozione, il classe 1993, la dedica alla sua famiglia: “Mia mamma e mio fratello sono sempre stati con me e hanno fatto sacrifici. Poi dico sempre che da quando è arrivata Elisa (mia moglie) sono cambiato come persona e a livello calcistico mi ha aiutato. In più anche i miei due nonni, la loro perdita ha inciso dentro di me. Questi campionati che ho vinto negli ultimi tre anni sono per loro“. Poi, Galuppini, ci porta dentro lo spogliatoio: “Abbiamo fatto diversi scherzi. Abbiamo preso dei vestiti che sono arrivati a Redolfi e li abbiamo messi in campo. Con Possanzini, invece, ci prendiamo in giro spesso. Lui è uno di noi. Qualcuno gli ha detto che Osimhen non fa i movimenti di Mensah, per esempio“. Sul futuro, conclude così il numero 14 del Mantova: “Se la società dirà che questo è il mio percorso resterò qui”.
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