Francesco Ghirelli, il Nuvolari del calcio italiano: “Tra la storia e l’innovazione, vi presento la Lega Pro”

Le seconde squadre, i progetti e i giovani: l’intervista al presidente della Lega Pro

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6 Ottobre 2022

Redazione - Autore

Tra la tradizione e l’innovazione. La forza della storia alle spalle, lo sguardo rivolto sempre verso il futuro. Coordinate e paralleli della Lega Pro di Francesco Ghirelli. Principi e fondamenta della ‘Fabbrica dei sogni’: “La Serie C è il cuore che batte nelle città e nei comuni d’Italia. Ti accompagna e ti permette di valicare le vette dell’impossibile, che, alla fine, è il grande scopo della vita”. Tono chiaro e sicuro. Parole in cui si leggono visione e progettualità, quelle del presidente durante l’intervista a LaCasadiC. Una Lega Pro con e per il Paese. Un universo capace di essere riferimento ed esempio. Consapevole del proprio passato, aperta all’incontro con altre culture. Le idee associate, anzi, accompagnate da progetti. Progetti concreti, effettivi. Dalle riforme da attuare alla centralità dei giovani, in una continua accelerazione di pensiero e azione.

Innovare

Proiectare. Spostare in avanti, con forza. Il futuro come direzione. Il cambiamento, ragionato e intelligente, come orizzonte. Disegni e contorni della Lega Pro e del suo presidente Francesco Ghirelli: “Noi come Lega Pro abbiamo una caratteristica: innovare. Dai tre punti e le cinque sostituzioni al primo consigliere statunitense. Per poter lavorare in funzione dei club e della sostenibilità economica, noi dobbiamo essere la Lega che più innova. Sapendo che questi cambiamenti potranno poi essere presi e imitati. Senza alcuna gelosia”. Una la cosa fondamentale: “Non fermarsi. Avere consapevolezza che, dopo un’innovazione, dobbiamo essere pronti a farne un’altra. Accelerazioni continue”. Questione di mentalità. Cultura del lavoro e delle idee. Ragionando lungo i dettami e le strade della velocità. Un continuo moto fatto di novità e accelerazioni. Sfumature di Francesco Ghirelli, il “Nuvolari del calcio italiano” (riprendendo le parole di Alessandro Antinelli al Social Football Summit). Se il pilota anticipava le curve, il presidente della Lega Pro lo fa con gli ostacoli, vedendoli e costruendo strade per superarli. Osservare per progettare. Progettare per anticipare.

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Ragionare a sistema

La Serie C, una palestra in cui crescere. “La Cremonese di Pecchia ne è l’esempio. Noi siamo un centro di formazione per i giovani. In Serie B migliorano, per poi compiere il salto in A e Nazionale”. Ragionare a sistema diviene essenziale:Un po’ come la scuola. Tutte le leghe devono lavorare in questo senso”. Un processo di maturazione. Un lavoro di formazione del e per il giocatore. “I ragazzi devono giocare e da noi lo fanno. Siamo passati dal 41% all’81% di società che utilizzano i giovani”. Una direzione da seguire: “È necessario. Ho avuto la fortuna di piangere per il Mondiale del 2006 e lo scorso Europeo. Voglio che sia lo stesso per le prossime generazioni”. Obiettivi precisi e concreti: “Quella dei settori giovanili è la riforma delle riforme. Bisogna spostare rapidamente le risorse nelle infrastrutture materiali, cioè i centri sportivi, e immateriali, ovvero allenatori e preparatori. Servono maestri che comprendano la specificità dei giovani e della loro fantasia”. Una riforma per non ripetere la doppia delusione per i Mondiali. Una riforma possibile solo se sarà la testa collettiva a seguire questa visione”. Collaborazione e progettualità.

Una formazione che non riguarda solo i giocatori, ma “si estende ad arbitri, allenatori, dirigenti”. Come Maria Sole Ferrieri Caputi, prima donna ad arbitrare in Serie A: “Sono molto orgoglioso. La C è una palestra e credo possa mantenere questo ruolo a vantaggio di un’idea generale di sviluppo del calcio italiano”.

Ghirelli

La formula del campionato e il Var, i progetti della Lega Pro

Una Lega Pro che, come racconta il presidente Ghirelli, è pronta a (ri)accogliere il Var: “L’esperienza dello scorso anno è stata positiva. In Assemblea ho presentato tutti i dati economici e finanziari, ma anche di formazione degli arbitri e degli assistenti. Il tutto in uno stretto rapporto con l’AIA. E per questo ringrazio il presidente Trentalange”. Esperienza che si ripeterà: “La decisione è di utilizzare il Var nei playoff e playout. Siamo al lavoro per averlo nel prossimo campionato”. Tra i progetti, inoltre, anche una riforma della formula del campionato: “Abbiamo visto con i playoff che gli stadi sono sold-out. Il campionato deve diventare una grande corsa in stile playoff”. Aumentare la capacità attrattiva per avvicinare le persone: “Nei mesi successivi lavoreremo per trovare e far approvare entro dicembre una nuova formula per la prossima stagione. Ci proviamo”. Portare lo spirito e la magia dei playoff negli stadi per l’intera stagione. Con e per i tifosi.

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Credits: Ufficio Stampa Lega Pro

Il calcio italiano e le seconde squadre: la proposta di Ghirelli

E poi il tema delle seconde squadre. Progetto ad oggi posto in essere soltanto dalla Juventus: “L’esperienza di Miretti e Fagioli fa capire come la Serie C possa favorire la crescita di un giocatore. Ci sono da abbattere alcune barriere, come le valorizzazioni, i prestiti”. Miopie del movimento italiano. Agire per cambiare. Cambiare per innovare. “Diamoci un appuntamento. Il Mondiale senza l’Italia è l’occasione provocatoria per organizzare in quel periodo una riflessione sulle seconde squadre, basandosi su dati concreti”. Durante il Mondiale, appunto. Una scelta non casuale. Pensata e voluta: “Se si guardano le formazioni delle altre Nazionali si comprende l’importanza delle seconde squadre e dei giovani. E per fortuna abbiamo Mancini”. Una lezione, quella del Ct, che deve essere raccolta dai diversi campionati. Coraggio e visione. “Noi in quel periodo offriremo un incontro interessante, ma provocatorio, di discussione”. Confronto e dialogo. Una riflessione di sistema per aprire una stagione nuova. Idee e operazioni concreti: “Bisogna passare dalle parole ai fatti. Non abbiamo più molto tempo per risolvere la crisi del calcio italiano. Il rischio è il collasso”.

A cura di Nicolò Franceschin