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Sfrontatezza e desiderio: il Gubbio dei giovani funziona. E non vuole più fermarsi

I giocatori del gubbio esultano per un gol Credit_AS Gubbio

I giocatori del Gubbio esultano per un gol Credit_AS Gubbio

I rossoblù hanno adottato una politica chiara: fungere da esempio per tutto il movimento.

L’inizio della stagione genera sempre attese, sogni, speranze. Ogni scelta quotidiana, nel suo piccolo, può valere tanto. Se non proprio tutto. Ma è solo nel metodo che si constata la solidità di un principio. Che, quando seguito alla lettera, con coraggio e impegno comune, determina. Tanto. Se non proprio tutto: chiedere per informazioni al Gubbio. Una società che, sui suoi dettami, ha costruito certezze e credibilità.

Come? Attraverso l’ambizione accorta, le scelte ponderate e una visione oculata, incentrata sul futuro. Sul domani, che concretamente inizia oggi. Sui giovani, insomma: il motore di una realtà fulgida, vivace, funzionale e funzionante. L’aspetto che cattura la penna e anche l’occhio risiede nelle politiche propugnate dal club. La fiducia verso i ragazzi è obiettivo prioritario. E le prime uscite ufficiali, in tal senso, hanno esposto a fatti chiari: tutti hanno a cuore la questione.

Dall’allenatore, Domenico Di Carlo, fino al direttore sportivo, Mauro Leo. Profili di assoluta esperienza che il Gubbio ha scelto per sviluppare un progetto sostenibile, al contempo organizzato, in particolar modo ”green”. L’ambiente permette (e non pressa), la piazza supporta e le menti dietro ai propositi muovono i fili consapevolmente: i pezzi del puzzle si incastrano omogeneamente. Delineando una fisionomia chiara, formalizzata direttamente sul campo e dietro le quinte: i giovani hanno il diritto di essere.

Le partite di campionato contro il Rimini e la Sambenedettese sono già un manifesto di questo intento. In entrambe le sfide, sono stati schierati tanti ”under”, seminando calcio e raccogliendo punti: 4. Un inizio promettente che anche il mercato ha contribuito a plasmare, senza indugio e senza mai discostarsi dal credo base: puntare sull’insolenza di chi vuole dimostrare. Crescere. Sognare. Parola ai numeri.

Giovani e arrembanti

In un calcio che corre forte e non aspetta, fermarsi a riflettere e interpretarne gradualmente il flusso resta comunque una virtù dei forti. Non è un segnale di debolezza, ma è al contrario una dimostrazione di padronanza, di equilibrio, di fiuto. La programmazione scrive la trama. E il finale è solo una logica conseguenza: se tutto funziona, sarà da vivere. Nel mezzo, però c’è la storia. Il racconto. Il dietro le quinte: scelte, mosse, eventi. Voglia di fare, di diventare e di raggiungere. Proprio come nei grandi romanzi di formazione, dove il protagonista sbraccia nelle morse del destino, cresce e poi arriva a vincere. Verbo all’infinito che delinea orizzonti altrettanto profondi: gli stessi che il Gubbio non teme di affrontare. Remi in barca, piedi piantati a terra, testa sulle spalle. L’estate rossoblù è stata intensa. Calda. E spensierata: le decisioni sono arrivate con strategia, con criterio, con sincronismi e armonia tra le parti. Mauro Leo, nominato ds agli albori di luglio, ha impiegato poco per dettare il passo: mirino sui giovani giusti, dicevamo.

Detto, fatto: in rapida successione arrivano ragazzi intriganti, arruolabili nel breve, nel medio e nel lungo termine. Il classe 2004 Bagnolini, ex Bologna, tra i pali; i classe 2005 Di Bitonto e Mitta, dal Sassuolo; l’arcigno Baroncelli, altro 2005 scuola Fiorentina; infine, il 19enne Djankpata, prelevato dallo Spezia. Una prerogativa comune, la carta d’identità. Fresca di stampa, certo. Non per questo meritevole di sole comparsate in distinta: l’allenatore, Di Carlo, li ha subito schierati dal primo. Agguantando un piccolo record: nelle due sfide di C fin qui affrontate, il Gubbio ha concesso campo a ben sette quote ”under”, considerate anche le presenze di giocatori di proprietà come Zallu (2003), Podda (2003) e l’attaccante Ghirardello (2005 preso dal Padova a titolo definitivo). Totale, 820 minuti. All’appello, manca solo Baroncelli. Più chiaro di così, c’è solo il mare: il Gubbio ha un piano difficilmente districabile. Ulteriormente facilitato dai contatti con società di alto rango, dallo scouting attento e da una società solida, che incentiva, mettendo a disposizione risorse, mezzi e quella serenità che invoglia ad osare. Insieme.

Domenico Di Carlo (Credit_ A.S. Gubbio)
Domenico Di Carlo (Credit_ A.S. Gubbio)

Domenico Di Carlo: una guida attenta.

A coordinare dall’area tecnica, un purosangue della panchina. Ma Domenico Di Carlo, allenatore navigato con avventure sparse su più campi, ha ancora tanto da dare al calcio. E, a Gubbio, porta tutta l’esperienza richiesta da un compito così inebriante. La decisione di affidargli le chiavi del nuovo corso è dunque calcolata: su piazza, era la miglior opzione sondabile. L’ex Sampdoria e Chievo Verona, infatti, incorpora le doti ricercate da società e dirigenza: tra tutte, la capacità di creare alchimia, di toccare i tasti giusti, di mettere i giocatori nelle condizioni ideali. Per esaltarsi, per splendere, per maturare. E per incanalare energia e irruenza sulla strada dell’autocontrollo, della gestione di picchi e cali. Da preventivare, perché i giovani vivono di estasi e di illusioni. Trovare un equilibrio sarà la chiave.

Soprattutto perché il campionato proseguirà con impegni ostici. Tra cui, il sentitissimo derby contro il Perugia, che verrà disputato sabato 6 settembre. Sulla carta, vige una disparità tecnica. Ma la convinzione, la sfrontatezza e l’insistenza di questo Gubbio arrembante potrebbe presto ridisegnare gli scenari. Sommando i dettagli, il risultato sarà sempre vincente. Il calcio è bello proprio per questo.