Quando i sogni si tingono di nerazzurro: l’esordio di Leonardo Bovo con l’Inter

Leonardo Bovo esulta con la maglia dell'Inter (credit: Martina Cutrona) - www.lacasadic.com
L’esordio di Leonardo Bovo con la maglia dell’Inter
Leonardo Bovo ha vissuto una notte destinata a rimanere scolpita nella sua memoria: l’esordio in Coppa Italia con la maglia della prima squadra dell’Inter, contro il Venezia. Una maglia pesante, gloriosa, piena di storia. Eppure lui, classe 2005, l’ha indossata con la naturalezza di chi il calcio lo respira da sempre. Perché Leonardo è un prodotto autentico del vivaio nerazzurro: lo scudetto Primavera vinto lo scorso anno ne è la prova, mentre in questa stagione è diventato una delle certezze dell’U23 di Stefano Vecchi.
La passione, però, affonda radici ancora più profonde. Suo padre, Raffaello era un centrocampista di lotta e di cuore, classe 1966, cresciuto nell’Hellas Verona e poi protagonista tra Venezia, Ravenna, Sassuolo e in tante storiche piazze del calcio veronese. Una carriera fatta di sacrifici e campi di provincia, da cui Leonardo ha ereditato temperamento, umiltà e fame.
E contro il Venezia, “Leo” non ha solo messo piede in campo: ha giocato con personalità, con coraggio, con qualità vera. Non ha tremato, è rimasto dentro la partita fino all’ultimo secondo del recupero, come un veterano che conosce bene il valore di ogni pallone.
Il suo percorso, però, non è solo fatto di traguardi: è anche una storia di rivincite. La vittoria dello scudetto Primavera contro la Fiorentina – uno spettacolare 3-0 – non è stata soltanto un trionfo di squadra, ma una liberazione personale. Dopo le delusioni delle finali perse con l’Under 17 e l’Under 18, e dopo l’amarezza della semifinale Primavera contro il Sassuolo nella scorsa stagione, Bovo ha finalmente potuto festeggiare un successo che sentiva suo. In finale ha giocato 63 minuti, segnando la rete che ha aperto la strada al trionfo: il gol dell’1-0, la scintilla della festa. E lo ha fatto accanto a compagni con cui è cresciuto e sotto la guida di Andrea Zanchetta, allenatore capace di creare un ambiente solido, unito, familiare.
Gli allenamenti con la prima squadra
E poi ci sono i giorni di Appiano Gentile. Allenarsi con la prima squadra è un traguardo enorme per un ragazzo della sua età, un mondo che ti forma e ti tempra. Leonardo ha avuto la fortuna – e il merito – di viverlo: Bastoni e Barella sono stati per lui punti di riferimento, compagni pronti a dispensare consigli e sorrisi, esempi di professionalità e leggerezza. E anche Cristian Chivu ha dimostrato di credere nei giovani, seguendoli da vicino, osservando le loro partite, valorizzandone i progressi.
Tutto questo ha preparato Bovo a quella notte speciale. Una notte in cui ha mostrato che il futuro, per lui, può essere grande davvero. E la storia sembra soltanto all’inizio.
