Continua il sogno di Italeng: dalle prime esperienze in Italia fino alla Serie B con il Sudtirol

Partito dal Camerun, il classe 2001 avrà adesso la possibilità di assaggiare la Serie B.
Spesso, le grandi storie nascono da una parola mai detta. Da un desiderio inconscio, proibito, conservato nei cassetti della memoria. In attesa del momento giusto, per palesarsi. Per colpire. E per crescere sino a diventare realtà. Al fianco del suo stesso protagonista. Che, in questo caso, ha un nome e un cognome ben precisi. Da ricordare: Jonathan Italeng.
I cui sogni vengono presto messi nero su bianco. Proprio come succede con le grandi storie, con i grandi romanzi di formazione. Quelli fatti di attesa, di fatica, di traguardi. Quelli che, al contempo, cercano ancora un finale. Anzi: “il” finale. Perfetto, intenso, fatto su misura per ambizioni mai sazie.
Le stesse che Italeng coltiva poco a poco sul manto verde. Teatro di riscatto, veicolo di conquista, seconda e terza casa di proprietà. Insomma: un porto sicuro. Dove il ragazzo costruisce presto bellezza, partendo dal Camerun per arrivare fino al calcio dei grandi. Lo fa in Italia, ed è un continuo crescere. Il ragazzo ha stoffa. E la B prende nota.
Più precisamente, il Sudtirol, solida cadetta. Che affonda, sigillando l’affare: è ufficiale ora. Italeng continua la scalata. Dopo aver domato la Serie C, arriva il salto al piano successivo. L’ennesimo, in un percorso di graduale crescita. Indirizzato definitivamente sulla strada dei grandi.
Verona e Bergamo le prime tappe del suo viaggio italiano
E i numeri sono dalla sua parte. Forgiati attraverso le prerogative che formano grandi uomini, prima di grandi calciatori: perseveranza, resilienza, fame. Le stesse peculiarità che spingono Italeng, nel 2018, a mollare tutto e partire. Direzione: Bel Paese. Là dove si sona, ma questa volta a ritmo di calcio. Lascia il Camerun, dove ha militato nelle file del Fortuna du Mfou, fa in fretta le valigie e vola a Verona. Il Chievo lo accoglie nella sua famiglia. Ha solo 18 anni, Jonathan, ma ha le idee chiare: vuole arrivare. E si mette subito in mostra. Tanto da attirare i radar dell’Atalanta. Che difficilmente sbaglia, in termini di scoperte e conseguente valorizzazione. Detto, fatto: scorrere per credere.
Sbarca a Bergamo nella stagione 2019/2020 con un borsone carico di energia e potenziale, che emergono direttamente sul campo. Aggregato alla squadra Primavera, Jonathan ripaga ogni sacrificio. E ne esce da vincente, aggiungendo in bacheca lo Scudetto e la Supercoppa di categoria. Rassegna trionfale, che ne accresce la fiducia. Il campo non mente: l’annata successiva è proficua. Italeng segna 9 gol in 26 presenze e sprizza luce da ogni poro. Lo step che segue è la naturale conseguenza: per il classe 2001 si aprono le porte della Serie C.

Montevarchi e Pontedera, una crescita continua
Le prime stoccate tra i grandi non arrivano nell’immediato. Le esperienze al Lecco e al Taranto formano, ma non permettono di incidere. Cosa che, invece, Italeng farà in parte a Trento e nell’Under 23 orobica (5 gol e 3 assist in 32 partite sparse tra le due compagini nel torneo 2023/2024) e, prima ancora (stagione 2022/2023), al Montevarchi: 26 partite, 6 gol e dimostrazioni di talento. E non cambierà nemmeno a Pontedera questo spartito di certezze che, nell’ultimo torneo di Serie C, ha composto una sinfonia da 12 gol (14 totali se consideriamo la Coppa Italia) e 4 assist in ben 31 partite.
Una crescita continua, costante, che il camerunense esprime attraverso le statistiche e, in primis, attraverso le prestazioni. Viavai convincenti, in linea con margini di miglioramento ampi, ricchi e pieni di spunti interessanti. Quelli che Italeng propone soprattutto attraverso il fisico e la stazza (1 metro e 85 per 80 chili). Punti di spicco del suo repertorio, che gli permettono di destreggiarsi specialmente nel gioco sporco: duella spalle alla porta, fa salire la squadra, aiuta in ripiego e sulle palle alte è spesso implacabile. Dotato di un’ottima elevazione, mostra freddezza e cinismo sotto porta. Lì, nei pressi dell’area, dove a suon di ripetute ricama il suo vestito da bomber. Un “9” dalla mole imponente, tecnicamente in evoluzione ma distruttivo nello stretto, nonostante sembri peccare in sprint e velocità. Un terminale offensivo che, adesso, è pronto alla Serie B. Ma l’Atalanta manterrà l’occhio di riguardo sul suo prodotto, come un padre fa con i propri figli. È la forza della Dea, dovrà essere la forza di Italeng. Sudtirol, intanto, scalpita.
A cura di Edoardo Gatti