L’Italia giocherebbe fuori casa la finale playoff: Gattuso e quel precedente positivo contro il Foggia di De Zerbi

Gennaro Gattuso / Imago
Gattuso vanta già un precedente in una finale playoff con gara decisiva in trasferta: in Serie C, quando con il suo Pisa vinse il doppio confronto con i rossoneri.
L’Italia per ritornare ai Mondiali a dodici anni di distanza dall’ultima volta dovrà prima battere l’Irlanda del Nord in casa e poi dovrà giocarsi l’eventuale qualificazione in trasferta contro Galles o Bosnia. Un’eventuale finale in un playoff da giocare lontano da casa? Gattuso già sa come si fa.
Era il giugno 2016 e l’attuale ct azzurro sedeva sulla panchina del Pisa, che allora militava in Serie C. Nonostante le difficoltà e questioni societarie ostili, l’allenatore calabrese riuscì a condurre la squadra fino al secondo posto in quel campionato e ciò le permise di fare gli spareggi per la promozione, candidandosi tra le favorite di quella mini-competizione.
In un format totalmente diverso da quello attuale, composto da soli tre turni, il percorso dei toscani fu netto: vittoria nei quarti per 3-1 con la Maceratese, poi un 3-0 nel doppio confronto col Pordenone in semifinale e, infine, la doppia sfida col Foggia, in cui Gattuso si trovò di fronte un allenatore che, come lui, nel tempo avrebbe poi fatto una carriera di livello internazionale: Roberto De Zerbi.
Pathos, tensioni e la gioia finale: il Pisa si aggiudicò quella finale contrapponendo all’estetica la praticità e la sostanza, ciò che l’ex centrocampista del Milan spera di poter rivedere a distanza di oltre nove anni su un’altra panchina, quella della Nazionale appunto.
Pragmatico in campo e show in panchina: così Gattuso vinse il confronto con De Zerbi
Ma come si impose Gattuso in quella finale playoff di Serie C contro De Zerbi? Il suo Pisa alla vigilia della doppia sfida non partiva affatto favorito: sia per la straordinaria cavalcata della formazione pugliese e sia perché i rossoneri avrebbero potuto giocare il ritorno in casa propria in uno Zaccheria infuocato, pronto a costituire il dodicesimo uomo. Gattuso era consapevole di dover costruire il proprio vantaggio nella gara d’andata e così fu. Sospinto da un Garibaldi ricolmo in ogni ordine di posto il suo Pisa partì fortissimo. Dopo 12 minuti era già avanti 2-0 con le reti di Mannini e Varela, che già diedero un indirizzo chiaro alla sfida. Il Foggia, quel Foggia, però non cedette affatto. Con tecnica, idee e con due splendide giocate di due dei principali protagonisti dell’incontro, Chiricò e Iemmello, a fine primo tempo si ritrovò sul 2-2. Quel risultato sarebbe stato perfetto per i rossoneri, in quanto in quei playoff contava doppio il gol fuori casa. La squadra di De Zerbi, tuttavia, tornò dagli spogliatoi continuando a spingere e il Pisa con estremo pragmatismo, sfruttò alla perfezione gli errori degli avversari. Ancora una volta nell’arco di otto minuti, tra il 72′ e l’80’ andò a segno due volte. Prima fu Cani a riportare avanti i nerazzurri e poi ancora una volta andò a segno Mannini.
Un 4-2 che permise a Gattuso di impostare la partita di ritorno esattamente come avrebbe voluto. Come? Gestendo un vantaggio piuttosto rassicurante e cercando di infuocare la partita su un altro piano, quello mentale. Allo Zaccheria sin dai primi minuti si capì che il calcio non sarebbe stato il principale protagonista di quel pomeriggio decisivo. Provocazioni, tensioni dagli spalti che si tramutarono addirittura nell’ingresso in campo di una schiera di tifosi rossoneri, e Gattuso che in quel clima bollente riuscì a ritagliarsi degli episodi rimasti poi alla storia. Dapprima un faccia a faccia ravvicinato con De Zerbi e, soprattutto, il lancio di una bottiglietta che lo colpì in pieno e che lo fece accasciare per diversi minuti a terra. Uno dei tanti stop di una partita, in cui come detto, il calcio giocato non fu di certo al centro della sfida stessa. Il Foggia provò a riaprirla nel finale con un rigore siglato da Iemmello ma il gol di Eusepi nell’ultimo frame della sfida spense definitivamente i sogni di De Zerbi e i suoi e mandò in paradiso il Pisa di Gattuso.
La speranza di ripetersi e di portare l’Italia ai Mondiali dopo due esclusioni di fila
Da quel playoff, da quell’impresa col Pisa agli spareggi Mondiali. Dal nerazzurro all’azzurro. La responsabilità di Gattuso a distanza di quasi dieci anni da quella vittoria con il club toscano cresce a dismisura ma non cambia l’approccio.
Non ci sarà il doppio confronto come in quel Foggia-Pisa, Gattuso e la sua Nazionale dovranno vincere due gare a eliminazione diretta. L’atteggiamento del ct e dei ragazzi che scendono in campo, come detto, però non sarà diverso. Pragmatismo in campo e, se dovesse servire, senza alcun dubbio Gattuso si farà sentire con un unico obiettivo. Quale? Riportare la Nazionale italiana dove merita.

