Costi, benefici e il progetto che può coinvolgere altri club di Serie A: il tema seconde squadre nel calcio italiano

Nella "Tavola Rotonda" con i vertici del calcio è intervenuto anche Agnelli spiegando a 360° la realtà della Juventus Next Gen. Tutte le dichiarazioni

28 Novembre 2022

Redazione - Autore

“Le seconde squadre in Italia e in Europa, modello per il futuro”: così il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli ha presentato sui social l’evento all’Allianz Stadium in occasione della sfida tra la Juve Next Gen e il Mantova. Si tratta di una “tavola rotonda” organizzata dalla Juventus, in collaborazione con la Lega Pro, che vede la partecipazione anche di Gabriele Gravina. “Una tavola rotonda fortemente voluta per approfondire un tema importante come quello delle seconde squadre in Italia“. A fare gli onori di casa anche il presidente della Juventus, Andrea Agnelli che ha spiegato quali siano i costi di gestione di una seconda squadra. Il numero uno del club bianconero ha raccontato come una prima squadra ne possa trarre risparmio, soffermandosi sui macro esempi di Fagioli e Miretti. Entrambi partiti dalla Juventus Next Gen e ora in pianta stabile in prima squadra.

Agnelli Juve

Un evento di grande portata con i tifosi che sono pronti a riempire lo stadio (qui il dato) totalmente per una partita di Serie C. Una vittoria sia per il campionato sia per i club.

Juve Next Gen e non solo: le dichiarazioni dall’Allianz Stadium

Prende subito parola il presidente della Figc Gravina: ”Sono contento di tornare allo Stadium dopo 4 anni di riflessioni. Abbiamo presentato 4 anni fa un’esigenza e una serie di riflessioni che sono state oggetto di verifiche. La Juve Next Gen ha voluto testimoniare questa esigenza. Quindi grazie ad Agnelli e alla sua visione. Spero che ci possa essere una risposta concreta dal calcio italiano. C’è un paradosso, perché le giovani nazionali hanno successi e le varie squadre sono sempre qualificate alle fasi finali, ma poi c’è una dispersione del talento”.

“Credo che il progetto seconde squadre faccia bene alla Nazionale, ma i numeri dicono che abbiamo fatto bene anche alla Juventus. Nella sua seconda squadra ha schierato 97 giocatori e molti poi hanno esordito in prima squadra. A livello di asset, quindi per quanto riguarda il valore dei settori giovanili, si vede che qualcosa non torna. Il progetto seconde squadre è iniziato in modo molto frettoloso, perché la Federazione era commissariata e oggi è sotto gli occhi di tutti che chi ha investito sta raccogliendo i frutti. Gli effetti positivi ci sono sia per il calcio italiano sia per la Nazionale perché iniziano ad affacciarsi dei giovani. Ma a me preoccupano i numeri.

Nel giro di due anni il minutaggio dei giovani italiani si è dimezzato. Se il Portogallo elimina l’Italia nell’Europeo U21 e vai a mettere a confronto i minutaggi c’è un abisso. Noi dobbiamo cancellare gli errori nell’avviamento del progetto. Abbiamo una grande responsabilità: capire se le regole fatte quattro anni fa sono ancora valide. Per capirlo dobbiamo studiare le altre federazioni. Ci sono discussioni tra la Serie B e la C, perché la B a un certo punto voleva impugnare il progetto seconde squadre. Dobbiamo essere uniti e cominciare a riflettere guardando le esperienze positive estere. Forse il modello tedesco è quello più vicino a noi. Quello francese non mi piace perché le seconde squadre sono permesse solamente a livello dilettantistico e questo creerebbe dei problemi a livello contrattualistico. Dobbiamo ragionare per convincere le altre squadre a sposare il progetto. Noi siamo la quarta forza a livello internazionale. Però siamo terzultimi per quanto riguarda l’utilizzo di giovani formati in casa. Abbiamo gli strumenti per favorire questa crescita. La famosa lista dei 25 convocati, se ha prodotto il dimezzamento dell’utilizzo dei giovani allora va rivista”.

Anci Ghirelli Lega Pro

Seguono anche le dichiarazioni del presidente della Lega Pro, Ghirelli: Anche io ringrazio Agnelli, Arrivabene, Nedved e Cherubini. Ho visto le immagini, che ci raccontano una difficoltà iniziale pesante, una difficoltà che questo paese ha nell’innovare. Noi abbiamo voluto fare questa riflessione in un momento particolare, perché ora in un altro paese del mondo si gioca il Mondiale. Dobbiamo vedere le esperienze delle altre nazioni. In Francia c’è una municipalità forte, dove c’è un grande rapporto con i club e una cultura multietnica che poi hanno portato la Francia a vincere un Mondiale. Il Giappone ha battuto la Germania e vinto le Universiadi. Noi non studiamo molto. Serve un rapporto fortissimo con la parte formativa, in modo tale che si apra un discorso per oggi e domani“.

Oltre l’Italia e la Juve Next Gen: gli interventi di Berta e Longoria e i modelli esteri

E’ intervenuto anche Berta, ds dell’Atletico Madrid: “In Spagna c’è una grande tradizione di seconde squadre, infatti tutti ce le hanno. Le secondo squadre permettono al club di far crescere i giovani nelle proprie strutture così da seguirli da vicino sia tecnicamente che mentalmente. Ci sono criticità sicuramente, perché i giovani devono capire le dinamiche e le loro condizioni. Nel processo di assimilazione hanno bisogno di essere seguiti. Sono quei giocatori potenzialmente di grande livello che non sono ancora maturi per la prima squadra, ma magari più forti per il livello della seconda squadra. A loro conviene un prestito altrove. I giocatori prima di tutto devono pensare di diventare professionisti e non alla loro immagine”

A seguire anche le parole di Longoria, ex dirigente della Juve ora al Marsiglia: “Grazie a tutti per l’invito. Questo è un momento importante per il calcio italiano. Dopo le mie esperienze posso dire che progetto Under 23 è molto importante, perché crea valore e permette ai giovani di crescere. Ci sono tre giocatori in rosa: i predestinati, i tardivi e quelli con esperienza. Così si compone la squadra. Per fare un progetto è importante individuare i giocatori. I predestinati, per esempio, devono fare un percorso breve. È importante valutare anche i costi e si deve pensare di squadra così da non aumentarli”.

I messaggi di Khedira e Morata

Due messaggi importanti sono arrivati anche da due ex giocatori della Juve. Il primo è Morata: Seconde squadre? Per me il Castilla è stato un’esperienza importante perché mi ha preparato alla prima squadra sfidando altri club che poi ho affrontato in Liga. Così quando arrivi in prima squadra non ti fa impressione sfidarle. Quando sei in seconda squadra sai che sei a un passo dal salire, giocarci è una fortuna grandissima. Quando ero nella seconda squadra tutti siamo arrivati in Serie A, La Liga o altri grandi campionati europei. Secondo me per un giovane il modo migliore per prepararsi per la prima squadra è rimanere in seconda squadra, anche perché sei seguito in una struttura top”.

morata juve

Alle parole dello spagnolo si aggiungono anche quelle di Khedira:Le seconde squadre sono molto importanti. La mia esperienza allo Stoccarda è stata fondamentale perché è stata una squadra di transizione dal calcio giovanile a quello dei grandi. Se si può disputare un campionato competitivo è molto formativo. Il mio consiglio è di investire nelle seconde squadre “.

L’intervento del presidente Agnelli sul progetto Juve Next Gen e il mondo bianconero

Queste la parole del presidente della Juve: “Berta ha fatto un commento giusto, perché ha sottolineato anche alcune difficoltà tangibili. Noi qua non parliamo di innovazione, perché in Spagna le seconde squadre ci sono da 60 anni. Noi dobbiamo studiare e replicare. Il progetto seconde squadre aiuta anche un club nella sostenibilità. Parliamo di Fagioli e Miretti che hanno esordito in Nazionale maggiore, ma dobbiamo parlare anche dei ragazzi della Juventus in pianta stabile in Under 20, perché da lì c’è la base. Grande merito del progetto va a Billy Costacurta, perché ha spinto molto per realizzarlo. Il primo anno era stranissimo perché i giovani non capivano dove fossero. Dopo 4 o 5 sconfitte sono andato al campo a parlargli per ricordargli che sono alla Juventus.

agnelli arrivabene

Non conta la categoria, tutti sono la Juve. Questo è un pezzetto nel loro percorso di crescita. Io non posso fare una sintesi tecnica della loro crescita, ma politica. Sapevamo che ci sarebbero voluti anni per vedere i frutti. Miretti l’anno scorso ha giocato in Primavera, in Under 23 e in Prima squadra. A lui non interessava dove giocasse, perché è da noi da tempo. Il problema è quando si prende un giocatore da fuori in Under 17, lui va accompagnato per fargli capire di che cosa fa parte”.

Poi Agnelli ha posto l’attenzione sui guadagni che possono generare i talenti scoperti in casa propria: “Guardate quanti giovani della Juventus sono passati direttamente dalle giovanili alla prima squadra: uno, Bettega. La Juventus non è una onlus, facciamo quello che serve al progetto“.

Ghirelli: “Alcune società non vogliono entrare nel progetto perché non hanno lo stadio”

Ha ripreso parola poi il presidente Ghirelli che ha posto l’attenzione su alcune problematiche: “Ricordo il giorno in cui ponemmo la questione del progetto. La preoccupazione che ci eravamo posti era relativa al fatto che l’esperienza partisse monca. Per fortuna la FIFA sta lavorando sulla questione dei prestiti. La situazione degli stadi è un altro problema, perché alcune società non vogliono sviluppare il progetto non avendo lo stadio per far giocare la squadra. Se penso all’esperienza della Primavera cito il Novara che con la prima squadra era retrocesso dalla B alla C, mentre la Primavera era stata promosso in Primavera 1. Un paradosso.

Ci sono voluti 4 anni per costruire un campionato Primavera che comprendesse le società dalla A alla C. Ci sono voluti anni di discussioni. Noi siamo pronti a discutere perché il progetto seconda squadra parte dai settori giovanili. Alcune modifiche sono state fatte, perché le presenze sono salite a 25. C’è il problema della tassa d’ingresso? Possiamo discuterne in base al numero di squadre che entra nel progetto. Non abbiamo molto tempo, mi dicono che sono agitato. Non lo sono, ma ho una grandissima preoccupazione: dare una risposta alle difficoltà del calcio italiano. Mi sento coinvolto da questa esperienza, mi sento responsabile. Dobbiamo presentare a Gravina delle proposte e il tema delle seconde squadre può essere presentato”.

“Noi dobbiamo sfruttare questa iniziativa per vedere quali problemi abbiamo davanti. Si deve pensare sia alle infrastrutture materiale che immateriali. Per risolvere il problema dobbiamo dare una risposta al come entrano le seconde squadre. Poi ci sono problematiche varie. Alcune società hanno troppi stranieri, altri non hanno le strutture. Poi si deve capire che le seconde squadre non portano solamente costi, ma anche ricavi. La Juventus non ha solo un risvolto in prima squadra, ma anche all’estero. Ne ricavano vantaggi. Poi c’è il tema della leadership. Noi vorremmo che la Serie A abbia la leadership, come in Inghilterra, ma lì la Premier ha aiutato le leghe inferiori. Adesso abbiamo 60 giorni per presentare un progetto”.

Gravina: “Non possiamo più discutere, ora deve essere il momento delle decisioni”

In maniere netta Gravina ha fissato una deadline e degli obiettivi da porsi: “Non possiamo più discutere, ora dev’essere un momento delle decisioni. Il tema delle seconde squadre è un tema molto serio. Vogliamo portare novità entro 60 giorni. Io mi auguro che succeda entro il 31 gennaio, altrimenti rifiuteranno tutti i club come ogni anno. Questo è un progetto credibile, ma dobbiamo esserlo anche agli occhi degli altri”.

Quali sono i principali problemi per il presidente della Figc?: “C’è anche un tema culturale da considerare, tipico del nostro paese: quello dell’essere più furbo degli altri. L’aver eliminato la multiproprietà può aiutare il progetto seconde squadre. Noi dobbiamo capire qual è il percorso delle seconde squadre, quali le esigenze. Le seconde squadre non portano valore diretto alle Nazionali, ma prima di tutto ai club. La dispersione del talento è un altro problema. Si creano talenti in casa e poi si vanno a prendere stranieri più formati. In Primavera ci sono squadre composte al 100% da giocatori presi dall’estero. Il momento più critico dell’Italia non è dopo la sfida alla Macedonia, ma l’evoluzione del calcio. I dati oggi dicono che abbiamo problemi: scarsa liquidità e la patrimonializzazione. A livello giovanile sarà un discorso a parte, ma dobbiamo impegnarci. Oggi possiamo dare uno spunto per il progetto seconde squadre. Va messo il presidente Casini nelle condizioni di avere adesioni. Altrimenti continueremo a rinviare di anno in anno”.

Successivamente ha preso parola anche Casini, il presidente della Lega Serie A: Come Serie A vogliamo proporre una serie di riforme in consiglio federale. Ci servono più società come la Juventus, che però è un caso a parte anche come investimenti. Dobbiamo guardare all’estero. Il tema seconde squadre è portato da altre società. Ci sono squadre di Serie A con tanti prestiti e in vista delle modifiche della FIFA la seconda squadra potrà essere una proposta. Ci sono società che quest’anno hanno dovuto scegliere se continuare a mantenere una squadra femminile oppure se avere un centro sportivo all’altezza. Il tema costi è centrale”.

La testimonianza di Benitez

Una testimonianza importante è arrivata anche da Benitez: “Io ho giocato nel settore giovanile del Real, poi potevo andare in seconda squadra, ma mi mandarono in prestito e mi persi. Ho perso la struttura del Real e non mi sono ritrovato. Poi dopo il ritiro sono entrato da allenatore delle giovanili. Quando Raul aveva 17 anni passò nella terza squadra, ma non era pronto per la prima. Io volevo chiamarlo nella mia squadra, ma Del Bosque mi disse che non potevo perché a lui serviva alla terza squadra. Poi si allenò con me una settimana, fece l’esordio, giocò male. La settimana dopo venne chiamato in prima squadra e da lì non l’ho più visto. Questo giocatore ha creato valore alla squadra. Come calciatore se rimani in seconda squadra, rimani in una struttura di livello. Dopo la Spagna andai in Inghilterra. La squadra riserve non era di livello. In una riunione dissi di fare un campionato Under 23, che ora c’è sia per i giovani sia per permettere ai giocatori della prima squadra di recuperare dagli infortuni. Con la mia esperienza da allenatore posso dire che il modello spagnolo è abbastanza buono”.

I ringraziamenti di Cherubini

“Oggi voglio solamente fare un ringraziamento. Non ho particolari cose da aggiungere. Voglio ringraziare chi è intervenuto. Questo evento nasce da una chiacchierata con Ghirelli qualche mese fa. Oggi speriamo ci siano 25 mila persone allo stadio. Voglio ringraziare le persone che negli anni hanno portato avanti questo progetto. Ora iniziamo a raccogliere i primi frutti. Il valore della nostra seconda squadra è aver congiunto due mondi che nella Juventus erano paralleli: la prima squadra e la Primavera” – ha concluso il direttore sportivo della Juventus.

A cura di Roberto Ugliono