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“Questo è per te”. Kanoutè, cuore e gol

“Questo è per te”, è la frase pronunciata da Mamadou Kanoutè dopo il gol realizzato al Messina al 32’ del primo tempo. Un chiaro messaggio lanciato alla suocera scomparsa nel tardo pomeriggio di sabato. Nonostante la ferita, Mamadou ha voluto essere al fianco della squadra in un momento troppo importante.

Dopo la visita-lampo ad Avellino subito il viaggio in direzione Messina per raggiungere nuovamente i compagni di squadra. Un gesto che non è passato inosservato dalla società, tifosi, allenatore e dal direttore sportivo.

Il gol e la dedica

Gli ultimi due – nel post gara – lo hanno ringraziato sottolineando la sua grande abnegazione nonostante il lutto. La sua rete ha una doppia valenza: il primo con la maglia dell’Avellino ma soprattutto il club sfata il tabù trasferta che durava dal 3 marzo scorso (0-1 al Catanzaro). Nel mezzo anche la vittoria ritrovata dopo 49 anni di distanza nell’impianto siciliano. “Volevo dedicare questo gol a mia suocera che è venuta a mancare nella mattinata di sabato – ha detto Kanoutè nel post gara -. Dopo esser arrivato a Messina sono tornato a casa per stare vicino a mia moglie e poi sono tornato in ritiro in serata. Non siamo ancora fuori dal tunnel perché le altre stanno vincendo. Non abbiamo fatto ancora nulla. Lottiamo per vincere il campionato”.

Il ‘lupo’ Kanoutè

Nelle ultime annate è stato adattato anche come falso 9 nel classico 4-3-3, ma in situazioni di necessità è stato in grado di giocare persino a tutta fascia in un centrocampo a cinque. In partite difficili da sbloccare o, ancor di più, da ribaltare. Forza e velocità, caratteristiche che accomunano lo stile di gioco di Kanoute al suo mito, Jay-Jay Okocha. Le doti di Kanoute sono stato oggetto di valutazioni dell’ex allenatore del Barcellona, Ronald Koeman. Quest’ultimo arrivato in Senegal quando Kanoute aveva appena 17 anni, lo portò in Olanda prima al Feyenoord, poi allo Sparta Rotterdam e all’Utrecht, ma vista l’età Mamadou fu costretto al rientro a casa. Benevento, Catanzaro, Palermo e oggi Avellino per sognare i vertici del calcio.

A cura di Antonio Tedeschi

Redazione

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