Giandonato ufficializza il ritiro: “Si chiude un capitolo bellissimo”

Credit Photo: Fermana F.C.
Il classe ’81, adesso, entrerà nello staff della Recanatese: sarà vice di Savini.
Chissà quali emozioni scorrono nel cuore di Manuel Giandonato, in questa mattina d’estate che, pur sembrando uguale a tante altre, segna la fine di un viaggio unico: il suo addio al calcio giocato.
Quel gioco che gli ha tenuto la mano fin da bambino, che gli ha permesso di sfiorare il sogno di ogni ragazzo, anche solo per un tratto. Quel gioco che, quando lo lasci andare, ti strappa via un pezzo d’anima. Perché il calcio, per chi lo vive davvero, non è mai solo un mestiere: è una raccolta di emozioni, istanti, cadute e rinascite. È il filo che unisce i giorni più belli.
Giandonato, classe 1991, nato a Casoli, ha scritto la sua storia a piedi nudi sull’erba dei campi italiani, rincorrendo una passione incrollabile, più forte persino del dolore. Come quando, nella stagione 2016/2017, si trovò a fare i conti con una rottura del menisco e una lesione del legamento crociato: cinque mesi lontano dal campo, cinque mesi che segnarono una frattura nel tempo, tra ciò che era stato e ciò che sarebbe venuto.
Oggi, quel tempo è diventato memoria. Lo ha raccontato lui stesso, con sincerità e malinconia, in un post su Instagram che chiude il cerchio e apre una nuova rotta. Giandonato non lascia il calcio, semplicemente cambia prospettiva: sarà il vice allenatore della Recanatese. Non è un addio, ma una trasformazione. Perché certe storie non finiscono mai davvero. Si limitano a cambiare forma, continuando a pulsare nello stesso cuore.
“Si chiude un capitolo bellissimo”
“Caro pallone, grazie per le esperienze che mi hai fatto vivere”. Inizia così il post di addio al calcio. “Grazie per le persone che mi hai fatto incontrare e soprattutto grazie per avermi trasmesso emozioni infinite. Grazie a mamma e papà che mi hanno permesso di inseguire i miei sogni da ragazzino. Grazie alla mia super moglie per essermi sempre stato accanto insieme alla splendida famiglia che abbiamo creato. Grazie al grande Silvio Pagliari per aversi accompagnato in questo viaggio stupendo. Ma abbiamo ancora tanto da raggiungere insieme“. Postilla finale dedicata alla nuova avventura che vedrà il classe ’81 al fianco di Mirko Savini sulla panchina della Recanatese, l’ultimo club della sua carriera: “Si chiude un capitolo bellissimo della mia vita e se ne apre uno ancora più stimolante. Grazie“.
La stessa società ha poi confermato il nuovo incarico di Giandonato: “Manuel Giandonato resta alla Recanatese. Non più in campo ma in panchina come secondo di mister Mirko Savini. Giandonato ha ottenuto di recente il patentino Uefa B che consente anche di avere il ruolo di collaboratore tecnico in serie A e B. Scatta dunque una nuova fase per Manuel, il suo secondo tempo nel mondo del calcio che vuole affrontare con curiosità ed entusiasmo“.

Fonte: Fermana F.C.
La carriera tra Serie A e cadetteria
Come nelle migliori favole, il calcio è stato il primo sogno di Manuel Giandonato. Uno sguardo ingenuo, piedi scalpitanti e un amore istintivo per quel pallone che cominciava a rotolare nei campi di Casoli, la sua terra. Da lì, la passione diventa percorso: Lanciano lo nota, lo accoglie, e con la maglia rossonera nei Giovanissimi si apre la porta verso orizzonti più ampi. È il Pescara a scommettere sul suo talento, lasciandogli spazio per mostrare estro, personalità e visione.
Poi arriva la chiamata che tutti sognano, quella che sembra cambiare tutto: è la Juventus a volerlo tra le sue fila. Il bianco e il nero diventano casa, e con essi arrivano i primi traguardi. Vince il Torneo di Viareggio, conquista la maglia della Nazionale Under 21 guidata da Ciro Ferrara, e nella stagione 2009-2010 arriva il debutto tra i grandi: Serie A ed Europa League, tutto nel giro di pochi mesi. È l’ascesa, quella che profuma di sogno, anche se negli anni a venire la luce si farà più tenue.
Ma non sparirà mai. Perché la carriera di Giandonato è una collezione di momenti unici. Come il gol a Old Trafford, come le otto presenze in Serie A con il Lecce, come i 15 viaggi sparsi tra Serie B e C, tra piazze calde, battaglie vere e strade sempre in salita. E ancora, come la Serie C vinta con il Livorno, dopo un brutto infortunio al ginocchio sinistro: una vittoria non solo sportiva, ma esistenziale. Un tributo alla resilienza, al coraggio di ricominciare. Il calcio, per lui, non è mai stato solo un campo e due porte. È stato casa, scuola, identità. Ora che il ruolo cambia, e il campo lascia il posto alla panchina, Giandonato è pronto a vivere un’altra avventura: sarà il vice allenatore della Recanatese. Il fischio finale? È ancora lontano. Perché chi ama davvero questo sport, non smette mai di giocarci.
A cura di Edoardo Gatti