Marani: “Riduzione del numero di squadre in C? Ragioniamo su tutto”

Marani, presidente della Lega Pro, crediti Lega Pro, www.lacasadic.com
Le parole del presidente della Lega Pro in occasione del panel “Le leghe calcistiche a confronto” organizzato nell’ambito del programma del Festival della Serie A a Parma.
Presente anche il presidente della Lega Pro Matteo Marani a Parma, nel giorno del sorteggio del calendario di Serie A della prossima stagione: “La stima reciproca tra noi, l’armonia tra i rapporti, è fondamentale per lavorare insieme. Spero e auspico in un gruppo di lavoro più ampio, con tutte le persone delle leghe che collaborino tra loro.
Arriveremo ad un momento in cui tutti insieme, senza divisioni, dovremo tirarci su le maniche e capire in che direzione andare. Spesso i problemi delle tre categorie son stati analizzati come unici per ciascuna, in realtà sono i medesimi per tutti, ovviamente nei vari livelli e nei vari gradi.
Dal tema finanziario, all’impiantistica, ogni anno accompagnare le squadre dilettantistiche a livello professionistico è complicato. E poi soprattutto c’è un tema calcistico e sportivo, con dei talenti che devono crescere, dobbiamo ricostruire tante cose, dai settori giovanili alla gestione degli arbitri”.
Di seguito le sue dichiarazioni.
Marani: “Sostenibilità? Tema di onestà intellettuale”
E sul tema della sostenibilità: “C’è un tema strutturale, siamo in una situazione che non segue i principi della normale impresa. Nessun’industria avrebbe mai degli stipendi al 100% di quello che è il fatturato, non è ipotizzabile: questo avviene per ovvie ragioni, emotive anzitutto.
Un imprenditore, se interviene sulla propria azienda, non ha contestazioni o pressioni mediatiche. Nel calcio, a ogni aumento di ricavi è corrisposto un aumento dei costi. Oggi è immorale che siano solo le società ad affrontare la crisi: se si retrocede si retrocede tutti, è un tema di onestà intellettuale”.

“La Riforma Zola aiuta il calcio”
Sulla possibilità di ridurre il numero di squadre: “Non amo le battaglie di retroguardia, ho un modo laico e kantiano di guardare alle cose. Noi abbiamo dato disponibilità a ragionare, in primo luogo al presidente federale: siamo parte di un sistema, e c’è anche la componente dei calciatori. Spesso si riduce tutto alle 60 della Serie C: noi siamo aperti a tutto, anni fa la Serie C era formata da 120 società e spesso non ce la facevano. Una società, che purtroppo è tema di cronaca in questi giorni, è al quarto fallimento in 14 anni (la Lucchese, ndr). Dobbiamo ragionare sul sistema, sugli imprenditori che mettono tutti soldi. Ragioniamo su tutto, però dobbiamo prima capire come rendere tutto sostenibile: non vorrei che si riduca la C e poi abbiamo sempre un rapporto squilibrato tra emolumenti e fatturato.
Perché la riforma Zola? Ho ragionato con Gianfranco di pensare a qualcosa che potesse aiutare il calcio, è andato a parlare con tutti i club, a prendere spunti e numeri. Siamo riusciti a creare questa riforma che darà la possibilità di sapere crescere i giovani del futuro: la prima è per una questione economica, i giovani costano meno. La seconda è romantica, credo che dobbiamo riavvicinare i giovani al calcio: stasera c’è una partita importantissima e non ho visto tutto l’interesse che mi sarei atteso. Bisogna che il movimento riparta”.