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Tarantino, l’ex calciatore che ha fermato l’aggressore di Assago: “Non sono un eroe, ho fatto la cosa giusta”

Nella giornata del 27 ottobre al centro commerciale di Assago è andata in scena una tragedia. Un uomo di 46 anni con problemi psichici si è impossessato di un coltello dagli espositori di un supermercato, uccidendo una persona e ferendone altre quattro, fra cui anche il difensore del Monza Pablo Marì. A fermare la pazzia dell’aggressore è stato Massimo Tarantino, ex calciatore di Serie A con un passato anche in Serie C e ora responsabile dell’area tecnica della Spal. “Eroe? Non ho fatto nulla. Urlava e correva“, dice l’ex difensore ancora sotto shock dopo l’aggressione.

Il racconto di Tarantino

L’ex calciatore ha raccontato l’accaduto a La Gazzetta dello Sport: “Non sono un eroe, mi sono trovato nel posto sbagliato e ho fatto la cosa giusta. Ero alla cassa con mia moglie e mia figlia di 22 anni e ho sentito delle urla. Poi l’aggressore ha colpito un dipendente a pochi metri da me e a quel punto ho sferrato un calcio alla sua mano per disarmarlo. Ho ancora in mente le facce spaventate delle persone, i bimbi urlare, compresa mia figlia, e le chiazze di sangue. Il nostro pensiero ora va alle vittime”

Gli inizi da calciatore e l’incontro con Maradona

Tarantino nasce a Palermo nel 1971. Una famiglia di calciatori la sua, visto che anche i suoi tre fratelli sono calciatori e che il padre Bartolomeo ha giocato in Serie A con Venezia e Roma dopo parecchi anni di Serie B. Dopo gli inizi in Serie C al Catania, Massimo Tarantino riceve una grande occasione e parte per Napoli, dove incrocia colui che da molti è considerato il Dio del calcio, Diego Armando Maradona. Con lui il difensore dice di aver vissuto l’emozione più unica della sua carriera: prima di una partita contro la Fiorentina, Maradona partì dalla panchina affianco a Tarantino, una cosa davvero inabituale. Dopo che salgono insieme le scale che portano sul campo del San Paolo, appena messo piede sul prato, un boato incredibile accoglie il numero dieci, tanto che il difensore racconta di avere la palle d’oca solo a ripensarci. 

L’avventura con la “sua” Inter e l’ultima in Serie C

Tarantino è cresciuto fin da piccolo con i colori nerazzurri nel cuore. Dopo l’esperienza di Napoli e una piccola parentesi in prestito al Monza, ha l’occasione di giocare proprio con la maglia che ha sempre sognato di indossare, quella dell’Inter. Purtroppo però questa occasione il difensore non riesce a sfruttarla a causa di un infortunio, non riuscendo a collezionare neanche una presenza. La continuità la trova invece a Bologna, un ambiente che lo porta a concludere la sua esperienza in Serie A con 203 presenze totali, contando anche le 14 apparizioni con il Como. Tarantino conclude però la sua carriera in Serie C, con la maglia del Pavia, collezionando le sue ultime 17 presenze da calciatore nel 2006.

Ora però si è reso protagonista della “mossa difensiva” più importante della sua vita, salvando la vita a parecchie persone da una follia incomprensibile. 

A cura di Gabriele Ragnini

Redazione

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