Marani sulla Serie C: “Deve fare calcio solo chi ne ha le capacità, le esclusioni danneggiano i campionati”

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L’intervento del presidente della Lega Pro durante la trasmissione ‘Il Salotto del Calcio’, in onda su Antenna Sud.
Riforme, sostenibilità e futuro. Sono questi i temi principali toccati da Matteo Marani, presidente della Lega Pro, nell’intervento effettuato durante la trasmissione “Il Salotto del Calcio”, in onda su Antenna Sud.
Un passaggio anche sull’inizio dei playoff, che vedrà ben 28 squadre aggrappate al sogno Serie B: “Secondo la mia visione, è proprio la struttura della post season che la rende così avvincente e seguita da tutti. In questo momento è una delle cose che riscuote maggiore interesse”, ha dichiarato il massimo dirigente.
Un bilancio anche sulla presenza dei tifosi: “Siamo soddisfatti del seguito delle partite dal vivo, è sempre bello vedere gli stadi pieni. Ho riscontrato una grande passione soprattutto al Sud, la stagione ha offerto uno spettacolo assolutamente competitivo. Tutti i gironi sono stati ampiamente combattuti”.
Un campionato ricco di emozioni, ma interessato anche da un quadro economico sempre più complesso, che ha portato all’esclusione di due squadre: “La decisione di far terminare anticipatamente la stagione di Taranto e Turris è dipesa da una norma federale, inserita anni fa a tutela di tutti i lavoratori. In caso di mancato pagamento di due bi-mensilità, scatta l’esclusione. I miei pensieri -prosegue-, sono indirizzati non solo ai calciatori ma a tutte le famiglie interessate da questa crisi”. Di seguito le dichiarazioni complete.
Crisi Serie C, l’analisi di Marani: “Vanno fortificate le barriere all’ingresso”
L’attenzione si sposta poi sulla condizione economica generale della terza serie: “È un momento complesso per tutto il Paese, e la Serie C ha dei costi molto alti. Ma riflettendo sui dati statistici degli ultimi 25 anni, si evince come si siano verificate in più occasioni situazioni spiacevoli. Negli ultimi due campionati non c’erano state tutte queste criticità”. Poi la proposta: “Va fatta una selezione, e noi come Lega Pro abbiamo chiesto di introdurre dei criteri che possano fotografare la situazione economica dei club. Chi inizia il campionato deve poi essere in grado di portarlo a termine. E aggiungo che in Assemblea di Lega ho invitato tutti a compiere delle valutazioni in fase iniziale. A giugno ognuno sa a cosa va incontro nei mesi successivi, se non si hanno le possibilità economiche è sempre meglio fare un passo indietro, lasciando l’opportunità a chi invece ha la salute economico-finanziaria di prendere parte al campionato”.
Prosegue: “La Serie C ha diritto a un altro tipo di svolgimento, una società che non termina il campionato danneggia le altre. E ringrazio i club, che hanno compreso la situazione. Da pochi giorni abbiamo inoltre introdotto il Salary Cap, che sperimenteremo già dal prossimo anno, e servirà come strumento di attenzione per i club sui loro costi. Non si può spendere più di quanto si guadagna. Meglio avere un’estate calda che un inverno caldo, la barriera all’ingresso deve essere valida. Noi abbiamo messo in campo diverse iniziative per cercare di sensibilizzare le società rispetto ai costi fuori controllo, e poi c’è la riforma Zola, che ha un valore enorme per i giovani. Non possiamo mettere le regole, ma sicuramente ringraziamo la Federazione per averci sempre ascoltato. È stata prevista infatti una doppia fideiussione laddove l’indice di liquidità non rispetti determinati limiti”.

“Il calcio costa troppo, la Serie C va aiutata di più”
E ancora: “Per tanti anni abbiamo ragionato in termini di aumento dei ricavi, che permetteva di coprire i costi. Questo oggi non accade più. Non vedo un possibile aumento dei ricavi in futuro, e mi baso anche su quanto succede nel panorama europeo. Il calcio costa troppo rispetto a quello che si può mantenere, se un imprenditore si disimpegna è quasi impossibile trovare un’alternativa. Bisogna lavorare sul mantenimento dei costi, e quella dei giovani è una delle strade principali che dobbiamo battere. Tra qualche mese ci sarà poi da affrontare la questione della sterilizzazione dei debiti COVID, che cinque anni fa permise ai club di andare avanti”.
Conclude: “Riforma dei campionati ? Se ne parla tanto, ma serve un’unica cabina di regia. Se si ridisegna la C, la stessa operazione va fatta anche con la D, siamo tutti collegati. Culturalmente è sbagliato fare i salti in avanti, noi siamo pronti a ragionare e non abbiamo mai chiuso le porte al dialogo. Chiediamo solo di aiutare un po’ la Serie C, alle parole devono seguire i fatti. Nel 1964 Artemio Franchi disse che il calcio italiano non si sosteneva, già in quegli anni c’era dunque un problema tra entrate e uscite. Una situazione che oggi si è aggravata perché è il contesto generale a essere sempre più difficile. Deve fare calcio solo chi ne ha le capacità”.