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Scelte, responsabilità e gol: Merkaj continua a brillare con la Virtus Entella

Un amore, quello con il calcio, che esiste da sempre. Un intimo rapporto costruito fin da bambino. In ogni suo aspetto. In ogni categoria. Dai dilettanti alla Serie C con la sua Virtus Entella. Una prima stagione da protagonista. È la storia di Silvio Merkaj, attaccante classe ‘97. Capelli lunghi raccolti una coda. Sguardo serio. Come il suo punto di riferimento, Zlatan Ibrahimovic. L’altro idolo era Shevchenko. Il filo conduttore? Il Milan, la sua squadra del cuore. Un viaggio fatto di responsabilità e di scelte. E di gol. Sono 11 le reti fin qui segnate con la Virtus Entella. Una corsa che parte da lontano.

Consapevolezza e scelte: il disegno di Merkaj

L’umiltà di chi la strada se l’è immaginata e poi disegnata. La consapevolezza di chi si è costruito da solo il proprio percorso. Partito dal basso per conquistarsi il futuro. Un viaggio che parte dall’Albania e che, ben presto, si sposta in Italia, dove Merkaj arriva all’età di 4 anni. Poi i primi calci a Fano, i settori giovanili in squadre dilettantistiche, e le esperienze in prima squadra. L’Eccellenza, la Serie D e, da questa stagione, la C e il professionismo. In estate la chiamata della Virtus Entella. Un appuntamento a cui ha risposto presente. Fondamentale il percorso alle sue spalle. Un percorso che ti insegna a scegliere. 

Merkaj trascina l’Entella a suon di gol

Il 33 come numero “Mi è piaciuto subito, è un numero importante, fa parte del mio destino”; i gol come mezzo. Sono ben 11 quelli realizzati in questa stagione. Contro l’Imolese la prima rete. Le braccia allargate, un po’ come l’idolo svedese, e poi l’abbraccio dei compagni. Contro il Cesena la prima doppietta. Fermana, Teramo, Olbia fino ad arrivare alle ultime giornate. Prima i tre gol in altrettante partite. Uno proprio contro l’Imolese. Una gara a secco contro il Grosseto, e la rete che ha decretato il sorpasso nella rimonta della Virtus Entella contro la Pistoiese. E quando segna, la Virtus Entella non perde. Nell’intervista a La Casa di C aveva detto: “L’attaccante, si sa, vive per il gol, voglio farne il più possibile per aiutare la squadra a raggiungere gli obiettivi, però non ti dico quanti per scaramanzia”. E magari la usa idea era proprio quella doppia cifra che aveva raggiunto con la rete contro l’Ancona Matelica. O forse no. Di tempo ce n’è ancora. Per segnare. Per sognare.

A cura di Nicolò Franceschin

Redazione

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