Mantova, è un Monachello forza 9

Il ritratto del riscatto dell'attaccante biancorosso

26 Marzo 2022

Redazione - Autore

Ringrazio ancora il Mantova per questa possibilità e per la fiducia”. Parole sincere. Parole ricche di significato. Una frase tanto semplice quanto profonda quella pronunciata da Gaetano Monachello all’inizio della sua esperienza con la maglia biancorossa. Riconoscenza per la società che ha creduto in lui, dopo un periodo di difficoltà. E lui, quella scelta, la sta ripagando. Completamente. Un’andata a Modena senza giocare. A gennaio l’arrivo a Mantova. 11 partite, 9 gol. Momenti che cambiano tutto. Una carriera. Una stagione. Questione di fiducia. 

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Una rovesciata biancorossa 

Mantova significa riscatto. Mantova significa rivincita. Mesi complicati quelli passati. Un intervento per un’ernia alla schiena che ha ripercussioni anche sulla gamba sinistra e sull’anca. “La riabilitazione è stata lunga perché questo problema me lo portavo dietro da circa un anno e mezzo. A ottobre sono tornato ma non rientravo più nei piani della società. Ho comunque continuato ad allenarmi e a gennaio è nata questa possibilità”, ci aveva raccontato nell’intervista a lacasadic.com. Lavorare per rimettersi in gioco. Rimettersi in gioco per ripartire. Il sapore di un campo da calcio. L’adrenalina di una partita. E il gol. Una doppietta contro la Giana Erminio. Rete dopo rete, fino alla ultime due contro Fiorenzuola e Pro Sesto. Nel mezzo la rovesciata contro la FeralpiSalò. C’è un futuro da scrivere.

L’Inter, l’addio all’Italia e il Papu: il viaggio di Monachello

Gli anni sono 28. Tante le maglie indossate. Un viaggio fatto di ricordi. Esperienze di calcio. Esperienze di vita. Il settore giovanile all’Inter. Gli eroi del Triplete visti da vicino: “Andavo sempre allo stadio a fare il raccattapalle”. Poi l’addio: “Sentivo la mancanza di fiducia da parte dell’Inter, nonostante avessi fatto buone stagioni vincendo anche titoli da capocannoniere“. Si parte, direzione estero. Dall’Ucraina al Belgio, Cipro, la Francia e la Grecia. Il Monaco di Ranieri, James Rodriguez e Falcao. La Serie A con l’Atalanta di Reja e l’amicizia con il Papu Gomez: “Ero uno de più piccoli della squadra, mi aiutato a integrarmi, mi ha anche invitato a casa sua con la sua famiglia”. Passano gli anni e arriva la Serie C. Una scelta fatta di umiltà e consapevolezza. Ora il Mantova. “Spero di fare bene qui, di raggiungere la salvezza e magari anche qualcosa di più”. E poi chissà. Perché nella vita “non è mai troppo tardi.