Estate da svincolato, presente da titolare: così Monaco si è preso Padova

Il difensore del Padova si racconta a LaCasadiC.com, tra un'estate da svincolato e la ripartenza: "Credo tanto nel destino"

28 Settembre 2021

Luca Guerra - Autore

“Sono stati giorni difficili, dopo che vinci un campionato non te li aspetti. Nel calcio ci sono tante promesse ma pochi fatti. Io ero consapevole delle mie potenzialità ma non pensavo di dover attendere un mese e mezzo per trovare squadra. A Padova ho trovato un grande progetto e sono fiero di questa scelta”. La voce è quella di Salvatore Monaco, difensore centrale che ha trovato nel 2-1 in rimonta a Busto Arsizio la sua prima rete con il Padova. Ai microfoni de LaCasadiC.com il classe 1992 si racconta, tra i primi passi con la maglia del Padova, sempre vittorioso nelle prime cinque partite di campionato, e il bilancio di un’estate diversa dalle altre.

Monaco e il primo gol con il Padova: “Dedicato a mia madre”

Prima, però, c’è il presente. E quel gol speciale alla Pro Patria, con Monaco a segno per il 2-1 del Padova. Perché dedicato “a mia madre, ha passato un momento difficile, superando un piccolo male e lo dedico tutto a lei. Io ci ho creduto in mischia, ma vincere queste partite non è facile, soprattutto in Serie C”. Un mondo che Monaco affronta per il secondo anno di fila. L’anno scorso il campionato l’ha vinto, da colonna del Perugia che nel girone B ha superato il Padova all’ultima curva. E proprio da Padova è ripartito: “Credo che ognuno di noi abbia un destino da compiere. – spiega – avevo mercato in B ma ho scelto Padova perché mi piacciono le sfide. Ho subito apprezzato l’importanza del progetto e quello che mi hanno prospettato”. E il calore della piazza, aggiunge: “Il pubblico è la benzina per questo sport. Giocando a porte chiuse mi sembrava di essere a teatro”.

L’estate da svincolato: tra corse e palestra

Dal campo alla palestra. Quella di Napoli che Monaco ha frequentato in estate per allenarsi, dopo essere rimasto senza contratto nonostante una promozione. Alternava i pesi e gli esercizi con le corse nella zona dell’ippodromo di Agnano. “Mi è stata vicina la mia famiglia nonostante in  quelle settimane mia madre avesse scoperto di avere quel problema “. La famiglia, con papà Gennaro difensore che ha messo insieme anche 56 presenze in Serie B con le maglie di Empoli, Casertana e Catania. “Per me il calcio è una tradizione e uno stile di vita– spiega – sono nato con un  padre che giocava a calcio. Non è stato mai di intralcio sul mio percorso professionale. Mio padre ora si dedica all’orto”. Che potrebbe essere anche il lontano futuro di Sasà: “Perché no? A me piace molto coltivare e vivere con animali e natura. Tra 30 anni? Ma anche tra 20”.

“In C c’è gente affamata”

Prima però c’è tanta carriera davanti. Con vista su quella Serie B già affrontata con Salernitana, Cosenza e Perugia.  “In Serie B ho visto molta meno fame, in C c’è gente che va in campo per portare il pane a casa – ammette – è un campionato difficile, trovi squadre che ti aspettano e ti fanno giocare male”. E pazienza se “tutti dicono che il girone C è il più duro. Forse agonisticamente, ma i gruppi A e B hanno tanta organizzazione tattica e tanta qualità. Anche nel nostro Padova:  ogni allenamento per noi è come la partita che stai giocando la domenica. C’è enorme competizione interna”. E amicizia. Accanto a lui c’è il portiere Antonio Donnarumma: “Ecco, Antonio è un esempio – sorride – non era calarsi in una categoria dove cambiano completamente i valori e lui l’ha fatto. Ogni campionato ha la sua intensità e bisogna calarsi”.

I libri e l’amicizia nel calcio: la filosofia di Monaco

Monaco l’ha fatto. Il suo account Instagram racconta un’estate di sacrifici. Le amicizie, invece, le svela lui: “L’anno scorso ho stretto amicizia con Aleandro Rosi. L’ho conosciuto quando il Perugia mi ha tenuto un anno fuori rosa e lui mi stava sempre vicino. L’anno scorso quando mi sono ripreso la maglia del Perugia una dedica speciale era per lui – e poi Alessandro Favalli e Christian Kouan”. E poi c’è la lettura, una grande passione. Paulo Coelho e “L’alchimista” come riferimenti: “L’ho letto più di 10 volte. E adoro i libri sulla cultura giapponese”.  Non resta che chiedergli se in caso di promozione il regalo per i compagni di squadra sarà un libro: “Dobbiamo pensare partita dopo partita e alla fine tiriamo le somme. Se dovessimo riuscire nell’impresa faccio una statua a ogni mio compagno, altro che libro. Vincere i campionati è complicato”. Ripetersi lo è di più: ma a Monaco l’idea non fa certo paura.