Il comandante Costantino, i suoi viaggi e la tripletta: “Monterosi è il mio futuro”

Tre gol, tre punti. Riflettori ancora su Costantino, protagonista contro la Juve Stabia. L'attaccante del Monterosi in un'intervista ai microfoni de LaCasadiC aveva parlato del futuro in biancorosso, delle finali perse e degli insegnamenti per i più giovani

rocco costantino monterosi
11 Aprile 2022

Gabriele Ragnini - Autore

Riccio, alto e di bell’aspetto: no, non è il ritratto di un attore di Hollywood ma la descrizione di Rocco Costantino, attaccante del Monterosi. Per il centravanti biancorosso, però, il vero palcoscenico è il campo da calcio e in questa stagione sta dimostrando di essere a tutti gli effetti un protagonista assoluto della sua squadra. Ancora di più dopo la tripletta contro la Juve Stabia alla 33esima giornata e le reti decisive contro Catanzaro e Virtus Francavilla.

Quattordici reti all’attivo, condite da due assist: un bottino di tutto rispetto considerando i problemi fisici avuti durante l’anno, che lo hanno tenuto fuori quasi tre mesi. Costantino ha ricominciato a mettere minuti nelle gambe e ormai per il Monterosi la salvezza è raggiunta con quota 48 punti nel girone C e un piede e mezzo nei playoff. Tanti i festeggiamenti nel post partita contro la Juve Stabia, pallone a casa, gioia social e non solo.

Intervistato ai microfoni de LaCasadiC, l’attaccante classe 1990 aveva parlato del suo recupero: “Sto progredendo nel lavoro fisico grazie al lavoro dello staff tecnico e medico. Pronto per il rientro a pieno regime? Forse ancora no, ma il mister mi sta gestendo alla grande”.

A tutto Costantino: le responsabilità e gli obiettivi col Monterosi

Cambiare dimensione non è sempre facile nel mondo calcistico. Passare da realtà importanti nel panorama nazionale a squadre meno blasonate può avere l’effetto di una lama a doppio taglio. Costantino, però, è arrivato a Monterosi come uno degli acquisti principali della campagna estiva. Che sia questo il motivo per cui è riuscito subito a emergere? “Sotto alcuni punti di vista sicuramente. Ho molte più responsabilità rispetto ad altre realtà come Bari o Vercelli (club in cui ha giocato, ndr.), squadre composti da giocatori di comprovata esperienza. Qui invece ho il ‘compito’ anche di sostenere molti giovani forti, ma che devono e vogliono emergere. Cerco quindi di trasmettergli attraverso l’esempio o anche i racconti di vita vissuta la mia esperienza sul campo”.

La media realizzativa di Costantino è tra le migliori del girone C. L’ultima volta che riuscì a fare così bene fu ai tempi del Sudtirol, nella sua migliore stagione in carriera, quando collezionò 18 reti tra campionato e playoff. Tra i traguardi da raggiungere, c’è anche quello di provare a battere il suo stesso record: Ci tengo molto a raggiungere un obiettivo importante con i gol, ma l’obiettivo in primis è quello di voler valorizzare questo club e il territorio e insieme al Presidente e al Direttore consegnare un modello di club diverso dagli altri”. Il passato però è ormai alle spalle. Anzi, nei progetti di Costantino può esserci anche un futuro al Monterosi: Assolutamente sì: un progetto pluriennale mi lega a questo club insieme alla società e ai miei compagni. Stiamo mettendo le basi per far parlare di noi ora e in futuro grazie ai progetti non solo calcistici in chi la società è impegnata”.

Esperienza, delusioni ed ex compagni: una storia da condividere

Un giocatore d’esperienzain Serie C sa essere una guida per i ragazzi meno esperti. E Costantino, da buon marinaio navigato, è ormai tra i comandanti della nave chiamata Monterosi, che vanta l’equipaggio più giovane dell’intero girone C. Inoltre, l’ex Bari è un esempio di perseveranza nel mondo del calcio, dato che è entrato a far parte dei professionisti a 27 anni. Un’età molto avanzata per i tempi di oggi, ma che dimostra ai ragazzi delle categorie dilettantistiche di non arrendersi mai: “Sicuramente ripenso molto a quando frequentavo i campi dilettantistici. E ricordo che mi allenavo con costanza e dedizione. Cercavo di aggiungere valori alla mia crescita. Non mi ponevo limiti perché volevo essere ripagato dei miei sacrifici e arrivare tra i professionisti. Quindi consiglio la fatica, la costanza e la voglia di voler crescere personalmente”.

Purtroppo, Costantino è sempre arrivato a un passo dal sogno Serie B. Prima con il Sudtirol, poi con la Triestina e infine a Bari: tre finali playoff perse, che non hanno avuto un impatto positivo su di lui. Ho un ricordo molto doloroso – commenta l’attaccante -, soprattutto perché giugno per me significa finali sfumate. Prima con il Sudtirol, poi con la Triestina e poi con il Bari. Quindi ricordo quei momenti con profonda delusione“.

Nell’attacco degli altoatesini, insieme a lui, c’era anche Emmanuel Gyasi, che dopo anni è riuscito a scalare le categorie, arrivando ad avere un posto di rilievo nello Spezia in Serie A: Condividevo con lui l’attacco e ci trovammo subito bene, in sintonia. Poi è stato bravo Zanetti a creare quell’armonia calcistica. Siamo rimasti amici e ci sentiamo spesso. E già si vedeva che sarebbe arrivato in alto“.

Infine, Costantino ha voluto menzionare le sue passioni al di fuori del calcio, che lo accompagnano nella vita quotidiana: Amo suonare la chitarra e leggere. Soprattutto libri emozionali e di crescita interiore