Due gol, i primi tra i professionisti: uno per aprire la rimonta, l’altro per consentire alla sua squadra di conquistare un pareggio in una partita che sembrava già segnata. Un epilogo che probabilmente fino a qualche tempo fa Francesco Verde, esterno di centrocampo classe 2000 del Monterosi, non avrebbe neanche potuto immaginare. E invece si è messo di mezzo il destino, con una doppietta al Latina dal sapore particolare… e pensare che quella partita neanche avrebbe dovuto giocarla: “A inizio settimana scorsa ho avuto un affaticamento e temevo che potesse mettere in dubbio la mia presenza – racconta ai microfoni de La Casa di C. Ma questa partita era troppo importante per non esserci”.
Sì perché Verde è stato per diverse stagioni il capitano della formazione Primavera del Frosinone, storico rivale dei nerazzurri: “In Ciociaria ho vissuto anni fantastici, ho stretto amicizie forti. Sarebbero stati contenti a prescindere per la mia doppietta, ma ora lo sono ancor di più”.
In estate la conclusione del suo rapporto con i giallazzurri e l’inizio di una nuova avventura in biancorosso: “Sto vivendo un’esperienza straordinaria, ho trovato delle persone fantastiche. Alcuni miei compagni già li conoscevo, altri sono nuovi, ma è diventata una seconda famiglia. Sono davvero contento di aver avuto questa opportunità”.
E se il numero 14 biancorosso è riuscito a realizzare una doppietta, una piccola parte del merito va anche all’intuizione di D’Antoni, ex allenatore del Monterosi, che per primo lo ha schierato come quinto di centrocampo: “Ho sempre giocato come difensore centrale, al massimo come terzo nella difesa a tre. Non credevo di avere le caratteristiche che oggi mi riconoscono, ma gara dopo gara mi rendo conto di acquisire fiducia e di migliorare in un ruolo che mi dà la possibilità di essere più partecipe nelle due fasi”.
Prima di tornare in Italia, Verde nella scorsa stagione ha vissuto un’esperienza all’estero con il Birkirkara FC, club della massima serie maltese con il quale ha centrato la qualificazione in Europa League: “Ho accettato di andare lì per sfidare me stesso. È stata un’esperienza che mi ha forgiato, mi ha fatto entrare in contatto con una realtà, una cultura e una lingua diversa dalla mia”. E soprattutto con un altro modo di vedere il calcio: “Viene vissuto in maniera meno passionale dell’Italia, a Malta non aspettano la domenica per vedere la loro squadra del cuore come facciamo qui. È un mondo che si sta evolvendo, è un calcio più fisico che mi è stato molto d’aiuto”.
Ma ormai questo fa parte del passato, il presente si chiama Monterosi: “Vogliamo raggiungere il prima possibile l’obiettivo che ci siamo fissati, la salvezza. Una volta fatto possiamo pensare a diventare sempre più grandi”. Con la speranza di realizzare altri gol: “Non scorderò mai l’emozione che ho provato quando ho visto la palla entrare. Ci tengo a dedicare i gol alla mia ragazza e alla mia famiglia: soprattutto a mia madre, che da qualche settimana aveva la sensazione che da lì a poco avrei fatto gol”.
A cura di Andrea Campioni
Credit foto: Monterosi Tuscia
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