Napoli sul tetto d’Italia, l’Avellino torna in B: la Campania festeggia una doppia rinascita

Antonio Conte / Imago
La squadra allenata da Antonio Conte è campione d’Italia
Un’annata storica per il Napoli, che conquista lo Scudetto all’ultima giornata in un duello al cardiopalma con l’Inter di Simone Inzaghi, laureandosi campione d’Italia per la seconda volta in tre anni. Un’impresa che riporta la squadra di De Laurentiis ai vertici del calcio italiano dopo il decimo posto della scorsa stagione.
Il trionfo è arrivato nonostante l’addio, a gennaio, di uno dei protagonisti più amati: Kvicha Kvaratskhelia. Il talento georgiano ha lasciato Napoli per trasferirsi al PSG di Luis Enrique. Un’operazione da circa 80 milioni di euro. Una cessione pesante, mai compensata con un acquisto di pari livello, che però non ha impedito agli azzurri di restare competitivi fino alla fine del campionato.
Determinante, in questo senso, è stata anche la differenza di impegni: mentre l’Inter ha dovuto fronteggiare un calendario fitto, tra campionato, Champions League e Coppa Italia fino ad aprile inoltrato, il Napoli ha potuto concentrarsi esclusivamente sulla Serie A. L’eliminazione in Coppa Italia a dicembre contro la Lazio (3-1 all’Olimpico) ha, paradossalmente, permesso alla squadra di Conte di gestire meglio le energie e lavorare con continuità.
Eppure, nonostante l’attuale successo, il Napoli ha conosciuto momenti molto difficili. Vent’anni fa, nel 2004, la società fallì e fu costretta a ripartire dalla Serie C1. Un passato difficile che ha reso ancora più significativa la scalata verso il vertice, culminata con la vittoria della Seria A. La secondo negli ultimi tre anni. Dalle macerie della Serie C, al tetto d’Italia. A Napoli vogliano diventi un’abitudine.
La rinascita azzurra
L’1 agosto 2004 il tribunale di Napoli dichiarò il fallimento della SSC Napoli. La società non fu ammessa ai campionati professionistici, costringendo il club a ripartire da zero. Pochi giorni dopo, Aurelio De Laurentiis rifondò la squadra sotto il nome di “Napoli Soccer”, iscrivendola in Serie C1, girone B. Quella stagione si concluse con il terzo posto alle spalle di Avellino e Rimini, con l’eliminazione ai playoff proprio nel derby campano contro l’Avellino, che salì poi in Serie B. Il riscatto arrivò l’anno successivo: il Napoli vinse il campionato e ottenne la promozione, mentre gli irpini retrocessero.
Oggi, a distanza di vent’anni da quel playoff che le vide affrontarsi, entrambe le tifoserie possono finalmente esultare: gli azzurri per lo Scudetto, i biancoverdi per il ritorno in Serie B. Un doppio trionfo che scrive un nuovo capitolo nella storia del calcio campano.

Avellino, una promozione storica
L’Avellino ha concluso al primo posto in campionato questa stagione, conquistando la promozione diretta in Serie B. Sotto la guida di Biancolino, i biancoverdi sono stati protagonisti di una straordinaria rimonta in classifica. Tra i volti simbolo della promozione c’è senza dubbio Facundo Lescano. Arrivato a gennaio dal Trapani, l’argentino ha chiuso la stagione con 25 reti complessive, 7 delle quali realizzate con i campani. Un bottino che non solo gli è valso il titolo di capocannoniere assoluto della Serie C, ma che gli ha permesso di avere un ruolo decisivo nel trascinare l’Avellino verso la Serie B, coronando una stagione fantastica.
Storia di una regione che vive di calcio. E di calcio gode. Si può dire forte, adesso. Napoli campione d’Italia, qualche settimana prima Avellino promosso in Serie B dopo aver vinto il girone C di Lega Pro. Nel segno di Conte da un lato, e di Biancolino dall’altro. La firma di De Laurentiis a Napoli, che ha preso una società in depressione dalla Lega Pro e l’ha portata nel grande calcio, e di Angelo D’Agostino ad Avellino. Dal 2020, due promozioni in B, la prima dopo 7 anni dall’ultima volta. Ventitrè maggio 2025, è la vostra notte. Insieme.