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Dalle strade sabbiose di Dakar a colonna della Roma Primavera: Ndiaye riparte da Vicenza

Non tutte le grandi storie iniziano dai campetti di periferia, a volte ci vogliono anni di sacrifici per diventare grande. A volte un pallone da calcio può salvare vite ed è il caso di Maissa Ndiaye. La sua è una storia iniziata tra miseria e povertà, in una vita di stenti dove un sogno gli ha tenuto alto il morale: rincorrere quel pallone per cui ha superato le difficoltà del Mediterraneo.

Da Dakar a Lampedusa

Non poche le difficoltà per arrivare a quello che oggi è il suo sogno. La povertà lui la conosce benissimo, crescendo tra mille problemi. Una crescita che ha visto sempre il solito amico al suo fianco, il pallone. A volte basta poco per essere felici, specialmente se non hai nulla. Tra le strade sabbiose di Dakar lo ha potuto imparare bene, entrando in scivolata su ogni sacrificio allo stesso modo con cui ora lo fa con gli avversari in campo. Tutto per inseguire il suo sogno, che lo ha portato a percorrere più di 5000 km: da Dakar a Lampedusa, tra mille difficoltà ma con lo stesso sorriso.

Ndiaye, gigante non solo nel fisico

Il percorso fatto verso l’Europa lo ha forgiato. L’arrivo in Italia non è stato facile, la realtà in cui si ritrovano a vivere gli immigrati la conosciamo, ma Ndiaye ha vissuto tutto senza perdere il sorriso. Tanta personalità e zero paura, superando il Mediterraneo e arrivando a fare quello che ha sempre voluto: giocare a calcio. La prima opportunità arriva con l’Afro Napoli United, che gli offre l’occasione di mettersi in mostra. Lui è bravo e crescendo sviluppa anche un fisico che procede al pari delle sue motivazioni: imponente e allo stesso tempo forte.

Una crescita ‘Special’

Gli occhi del grande calcio ci mettono poco ad accorgersi di lui. Durante il periodo con il Napoli United sono tanti gli osservatori che lo hanno visionato, con quelli della Roma che alla fine decidono di prenderlo dopo uno stage di quattro giorni. Alla fine il contratto arriva, con il gigante di Dakar che si trasferisce nella capitale. Gli bastano due anni con la Primavera per dimostrare quello che sa fare, fino a quando anche lo ‘Special One’ si accorge di lui. José Mourinho lo convoca in prima squadra, ma quello è solo l’inizio. 63 presenze e tre gol con la Primavera. Nella scorsa stagione ha conquistato il primo posto nel girone e la finale Scudetto. Il passaggio in estate alla Cremonese gli ha dato ancor più fame e voglia di fare, accettando il trasferimento in prestito in Serie C al Vicenza. La paura è soltanto un lontano ricordo, Ndiaye riparte con lo stesso sorriso di quando era bambino. Campo differente, stesso sogno.

A cura di Giuseppe Federici

Redazione

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