Noppert, la sorpresa dell’Olanda. “Pensava di andare al Mondiale da spettatore, invece… Fu un’occasione per Foggia”

Nel 2018 il portierone olandese arrivò a Foggia. Da quella trattativa fino al Mondiale: quattro anni in cui è cambiato tutto ma non il suo carattere. "L'italiano? Forse non se lo ricorda più, anche allora faceva fatica tranne che... con le parolacce in foggiano"

noppert olanda
2 Dicembre 2022

Guendalina Galdi - Autore

La parabola di Andries Noppert parte dall’Olanda, passa per Foggia e ripiomba in Olanda. Attraverso gli anni, i campionati, i paesi e sbarca ora in Qatar. Fino agli ottavi di finale della competizione, vinti contro gli Stati Uniti.

Ma riavvolgiamo il nastro. Titolare all’esordio, nella prima partita della fase a gironi. Inaspettato per tutti, per lui un po’ di più. Pensava di andare a «guardare» il Mondiale. Terzo portiere e spettatore privilegiato della Coppa del Mondo. Poi Louis Van Gaal ha deciso di schierare il numero uno dell’Heerenveen dal primo minuto. Nessun dubbio, nessuna ombra se non la sua quando passa sotto il sole di Doha con quei 203 centimetri d’altezza che lo rendono anche il portiere più alto del Mondiale. Noppert. Sconosciuto fino a un certo punto. ‘Ma quello che era al Foggia?’. Proprio lui.

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Portato in rossonero da Luca Nember, allora direttore sportivo del club pugliese, che in lui ha sempre creduto. Da quando lo aveva visionato insieme allo scouting del Chievo fino a Foggia. Perché è nel gennaio 2018 che si è palesata la possibilità di averlo in squadra. Ed era impossibile non coglierla. Ora Nember, dopo due esperienze deludenti in B e dopo 15 anni da dirigente non è più direttore sportivo, ma è sempre nel mondo del calcio(mercato) come collaboratore nella gestione dei calciatori e lavora ad un progetto che conta di terminare con l’arrivo dell’anno nuovo. Gli mancano il campo e lo spogliatoio ma questa sua nuova vita non è meno stimolante della precedente. Quella degli anni in C a Lumezzane, della A con il Chievo, del Trapani e del Foggia che gli ha permesso di conoscere e puntare davvero su Noppert. 

Noppert e l’arrivo a Foggia

“L’abbiamo preso dal Nac Breda, a zero. Era un’occasione in quel mercato in cui ho rivoluzionato la squadra. Con Stroppa c’è stata l’opportunità di farlo giocare nell’ultima parte di campionato – ha raccontato Nember ai nostri microfoni -. Aveva messo in mostra ottime doti tecniche con i piedi, oltre alla presenza fisica importante in porta. Aveva dato subito un’ottima impressione. Io lo seguivo da quando ero ds del Chievo, con lo scouting del club l’avevamo già osservato al Nac. Ma a quei tempi non c’era stata l’occasione, era sotto contratto. Poi proprio al Nac Breda si fece male e rimase fuori per un po’. Lui ha un carattere molto espansivo ma a volte si chiude anche. Era come un gigante buono messo fuori squadra. Da lì poi è nata l’opportunità di portarlo a Foggia”.

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Noppert-Foggia, la trattativa: “Appena mezza giornata per dire sì”

“E’ stato un investimento a zero, si poteva avere un bel ritorno. Poi però a Foggia è andata com’è andata… Male. Il club è anche fallito. Ma lui oggi ha un valore molto importante. E’ stato un peccato, anche per la città di Foggia. Il primo anno, in 4 mesi ha giocato 6 partite e in quelle occasioni si era messo in evidenza”.

Ma com’è andata la trattativa? “Ci conoscevamo già, la trattativa durò mezza giornata. Non ci ha pensato nemmeno per un’ora, ha accettato immediatamente la proposta. Lui era entusiasta di venire a giocare a Foggia, voleva cambiare realtà. Io poi conoscevo già il suo agente quindi si è creato subito un filo diretto. Quell’anno avevo preso Bizzarri come portiere e ‘chioccia’, così Noppert poteva lavorare a contatto con lui che era più esperto. Poi l’allenatore ha fatto valutazioni diverse e ha giocato molto poco. A gennaio è arrivato Leali al posto di Bizzarri e non ha trovato spazio comunque”.

“Grazie Lucca”. Noppert-Nember, da Foggia al Mondiale con l’Olanda da protagonista

Passa il tempo (quattro anni), qualcosa cambia (il palcoscenico) ma altro resta intatto (i rapporti). “Dopo l’esordio contro il Senegal, alle 19.32 gli ho mandato un messaggio. Alle 20.16 mi ha risposto. Gli ho fatto subito i complimenti e lui mi ha scritto “Grazie mille Lucca”, con due C. Mi ha sempre chiamato ‘Lucca’. Siamo sempre rimasti in contatto. Lui è molto cordiale e riconoscente infatti mi scrive ancora oggi. Per me si merita tutto questo momento che sta vivendo”. E spesso l’inaspettato rende tutto più indimenticabile. D’altronde Noppert ce l’ha anche scritto sulla pelle: “I follow my dream. I never give up”. Seguo i miei sogni, non mi arrendo mai.

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“Ha ricevuto la convocazione praticamente dieci giorni fa. In realtà pare che sia stato convocato da principio come terzo portiere. Nella sua testa questa era la possibilità di andare a vedere il Mondiale… Non di giocarlo da protagonista! Non se l’aspettava nemmeno lui di giocare. Ma Van Gaal da grande allenatore quale è ci ha visto lungo.

Se qualche anno fa mi avessi chiesto se poteva andare in nazionale non avrei saputo cosa dire di preciso, non faccio l’allenatore. Ma ero comunque sicuro delle sue potenzialità. E ora le ha dimostrate. Certamente non bisogna avere solo le capacità ma anche la mentalità e la testa giusta per reggere certi confronti è fondamentale. Soprattutto in una partita di Coppa del Mondo, con una pressione ben diversa da quella a cui è abituato lui. Gli faccio i complimenti, di cuore”.

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Tecnica e carattere

“E’ un gigante”. Ma non solo. Il suo più grande pregio, tecnicamente parlando? “Con i piedi ha una qualità impressionante. E’ un portiere ‘europeo’ nel senso che sa giocare la palla. Mi ricordo un aneddoto, positivo per il Foggia e negativo per il Frosinone. L’ultima partita della stagione 2017/18 l’abbiamo giocata lì, a Frosinone appunto. E loro dovevano vincere per andare direttamente in Serie A. Mi ricordo che fecero di tutto per e fargli gol. Dodici, tredici occasioni. E lui parò di tutto, in tutti i modi. Questo è un episodio che ricorderò per sempre”.

E caratterialmente? “E’ sempre disponibile. Lo vedi come un grande omone, a volte chiuso, invece è sempre sorridente, un ragazzo positivo. Non penso che ricordi bene l’italiano. Faceva fatica anche allora ma aveva imparato tutte le parolacce anche quelle in dialetto foggiano (ride, ndr)”.

Noppert

Noppert ora ha un contratto con l’Heerenveen fino al 2024, ma nel mercato non si sa mai. Magari un giorno il suo nome potrà tornare di moda anche in Italia… “La vetrina Mondiale apre dei palcoscenici importanti, a 360°. Ha qualità, fisicità, testa. Poi, certo, ci vuole anche un pizzico di fortuna con la squadra, ma penso che andando avanti può diventare protagonista su palcoscenici sempre più importanti. Anche a livello di club”. Nember non ha mai dubitato di lui e non lo fa nemmeno adesso, pensando al suo futuro. E guardandosi indietro non cambierebbe nulla, l’operazione Noppert la rifarebbe sempre. Così come lo stesso Andries, rivelazione Mondiale con Foggia nel suo bagaglio. “Partire dall’Olanda e venire a Foggia non è stato facile, invece lui è stato disponibilissimo. E sono sicuro che comunque nella sua carriera calcistica il suo passaggio a Foggia è stato comunque uno step ci crescita e di miglioramento”.

A cura di Guendalina Galdi