L’Olbia ha un eterno Ragatzu: dal record di Cagliari al suo secondo amore

Da predestinato col Cagliari a leader dell'Olbia: la storia di Daniele Ragatzu significa amore per la sua terra, e soprattutto tanti gol, come la doppietta al Teramo

20 Novembre 2021

Gabriele Ragnini - Autore

Si dice che a essere giovani s’impari da vecchi. In questo caso, non si parla di un giocatore troppo avanti con l’età, ma l’Olbia può vantare un attaccante che gioca ancora come un… Ragatzu. Nomen omen. Già, perché il Daniele ex Cagliari, dopo essere stato uno degli astri nascenti dei rossoblù, sta continuando a essere protagonista in Serie C nella sua Sardegna. Ragatzu è stato decisivo ancora una volta in campionato, questa volta con una doppietta al Teramo che stava per regalare i tre punti alla sua squadra, salvo poi vedere la partita terminare per 2-2.

Negli ultimi anni, Ragatzu è sempre stato una garanzia per l’Olbia. D’altronde, segnare 54 gol in quasi 150 partite significa avere una media realizzativa superiore a una rete ogni tre gare. La scorsa stagione ne ha segnati ben 14, uno solo in meno dell’annata 2017/18, la migliore della sua carriera a livello di marcature. Quest’anno, però, considerando la doppietta al Teramo (QUI IL VIDEO), è a quota 5 gol alla 15^ giornata e per ora sta facendo meglio dell’ultima stagione.

Ragatzu, un cagliaritano con l’Olbia nel destino

Il rapporto di Ragatzu con l’Olbia, però, non si limita solo agli ottimi numeri. La sua è una storia di passione, legata all’amore per la sua terra e nei confronti di quell’isola da cui non riesce a staccarsi mai. Tutto il mondo è paese, ma la sua vera casa è solo la Sardegna. D’altronde, dopo aver abbandonato Cagliari la prima volta, nelle sue esperienze di intermezzo con Hellas Verona e Pro Vercelli, non è riuscito mai ad avere un vero e proprio exploit.

Poi è arrivata l’Olbia, che lo ha coccolato per un po’ di anni fino a lasciarlo ripartire nel 2019 per Cagliari, quando i rossoblù gli hanno dato una seconda chance, notando la sua crescita professionale e umana. Un addio doloroso ma necessario, come quando un figlio cambia casa. Gli è bastato poco tempo per ritrovare il feeling con la piazza rossoblù: alla terza partita in campo – a novembre, causa diversi problemi fisici e una pesante tonsillite – Ragatzu ha realizzato in Serie A la rete del 2-2 col Sassuolo, a pochi secondi dallo scadere. Il gol decisivo lo ha messo nuovamente sul piedistallo della tifoseria, ma nella restante parte dell’anno ha continuato un calvario fatto di problemi fisici e muscolari.

Senza farsi annebbiare dalla gioia del ritorno nella sua città – e in Serie A -, Ragatzu ha saputo compiere un’altra scelta difficile – ma nuovamente necessaria – per proseguire con la sua carriera, svincolandosi dal Cagliari a fine stagione. E chi poteva aprirgli le porte dopo pochi mesi, se non la sua seconda dimora? Ancora Olbia, ancora Sardegna. 240 km di distanza ma quella stessa sensazione di essere a casa. Oggi più di allora.

L’eterno Ragatzu del Cagliari

Ragatzu, di nome e di fatto. Già, perché Daniele si è sempre sentito un talento predestinato, come quando è diventato il più giovane marcatore della storia rossoblù. Era un Fiorentina-Cagliari del 2009, più di 12 anni fa. Ragatzu aveva solo 17 anni e 6 mesi, ma non poteva aspettarsi di entrare di lì a poco nella storia della sua squadra del cuore.

A dargli fiducia allora è stato Massimiliano Allegri, nella celebre annata in cui l’allenatore toscano è stato confermato da Cellino nonostante le cinque sconfitte di fila. Segno del destino per l’attaccante sardo. 17 minuti tra Torino e Genoa, poi al Franchi, sotto per 2-0, è arrivato il suo momento. Fuori Matri, dentro Ragatzu. Solo 6 minuti a disposizione, ma abbastanza per battere Frey. Il suo gol non è bastato a far pareggiare il Cagliari, ma lo ha reso un pezzo di storia del club rossoblù e gli ha aperto la strada per tutto quello che sarebbe arrivato dopo, come gli incredibili anni ad Olbia.