Dalle giovanili dell’Atalanta al calcio dei grandi: la parabola di Bertoli, il bomber dell’Ospitaletto

Marco Bertoli con la maglia della Varesina (credit: Enrico Scaringi) - www.lacasadic.com
Marco Bertoli è sempre più centrale negli schemi di Quaresmini. E l’Ospitaletto può davvero sperare nella salvezza.
Onore a chi, per reinventarsi il cammino, ha scelto la strada più difficile. Quella meno scontata, ma sicura di future conquiste. Perché il lavoro ripaga ogni sforzo. E il domani, si sa, sorride sempre a chi osa. Proprio come fatto con Marco Bertoli. Che, raggiunta la soglia dei 26 anni, è tornato a giocare in Serie C dopo ben 5 stagioni di dilettantismo. Il ragazzo, però, è oggi sotto gli occhi di tutti. Per rendimento e gol pesanti: gli stessi su cui ha costruito ogni sua piccola, grande certezza.
Succede solo a chi ci crede. Il classe ’99 ci ha creduto, eccome. Contro tutto e tutti. Contro gli infortuni, la sorte avversa e quella sensazione di sentirsi sempre un po’ incompleto. A metà tra sogno e realtà. Nel mezzo, però, c’è un filo arancioblu che lega le due sfere di senso. Sono i colori dell’Ospitaletto. Il club che, quest’estate, ha prelevato le prestazioni dell’attaccante dalla Varesina. Direttamente dal Pianeta D. Lo stesso che Marco ha dominato. Letteralmente.
Parola ai numeri, che non mentono: Bertoli, nella passata stagione, ha segnato 25 reti e servito 3 assist. Migliorando, e di molto anche, lo score registrato in quel di Ciserano, dove raccolse 16 centri. Nemmeno al Villafranca arrivò a tanto, dato che fermò il conta-gol a 12. Poco male, e quindi meritevole di salto in avanti. Squilla il telefono, è la C; Marco risponde presente. Desideroso di riscattare le passate esperienze di categoria, concluse senza la gioia che trovò solo altrove. Detto, fatto.
Esito felice, apporto vincente: l’ex prodotto atalantino ha già raggiunto quota 5 gol stagionali. In sole 11 presenze. E per giunta pesanti. Tanto pesanti. Esattamente come gli ultimi due sigilli incamerati lo scorso 3 novembre: decisivi per vincere le resistenze della Dolomiti Bellunesi e issarsi ben al di fuori della zona rossa. Poco male, sì. Ma affatto scontato.
Dall’Atalanta all’Ospitaletto: il viaggio di Bertoli
E l’impressione è che le parti abbiano appena iniziato. Lecito aspettarsi ancora di più, viste e considerate le ultime uscite. L’Ospitaletto, nelle ultime 7 rincorse, ha cambiato passo. Marco insieme a lui. Non è un caso che tutti i gol fin qui realizzati dal boa di Quaresmini siano arrivate proprio in questo lasso di tempo: uno al Renate, uno all’Arzignano, uno al Cittadella e ben due ai sopracitati rosaverdi. Risultato? Risultati: la squadra ha raccolto 10 dei 13 punti complessivi e, adesso, occupa la decima piazza. Tanti dei grazie vanno però spartiti al ragazzo con la 99. Esattamente lui: Bertoli. Che, alle spalle, ha sommariamente una parabola sportivo di tutto rispetto.
Nientemeno che partita dai fulgidi blocchi di Zingonia, sponda Atalanta: il club che lo ha pressoché lanciato nel mondo del calcio. Lui, orobico dentro, ha poi replicato sul campo le prerogative tanto care al buon centravanti: gol nelle vene, spirito di sacrificio, decisa qualità tecnica. Se non in nerazzurro, doppiopetto che abbandona presto, da altre parti: a Villafranca Veronese esordisce in D, sponda Feralpisalò raccoglie scampoli di Serie C. Una sorta di atto preparatorio, non riproposto a Grosseto (causa molteplici guai fisici) ma ultimato nei mini dettagli sempre tra i dilettanti. Prima all’Ambrosiana (4 gol), poi al Franciacorta (3 reti) e, infine, tra Ciserano e Venegono Superiore. Tornato a Bergamo, fa scintille: 27 centri, 16 nel suo ultimo anno di permanenza, e chiamate arroganti. Nonostante gli acciacchi, infatti, si aprono le porte della Varesina. Ed è caos.

L’exploit in D e il rientro tra i Pro
Come detto sopra, con indosso la casacca rossoblù raggiunge l’apice. Per prestazioni, per attitudine, per precisione sotto porta. Chirurgica, continua e letale: basti pensare che, dopo le prime 15 partite, aveva già segnato 12 reti. Numeri altisonanti, traslati gradualmente su dimensioni ancor più estensibili. Del tipo: altre 23 gare, altri 13 gol. A cui vanno affiancati anche 3 assist e una propensione totale al gioco di squadra. Risultati a parte (la Varesina arrivò sesta nonostante abbia a lungo occupato le zone nobili), Bertoli ha confermato tutti i suoi pregi.
Che vanno oltre l’area piccola, a conferma di quanto il bravo attaccante – al giorno d’oggi – sia quello capace di andare oltre i limiti. Marco, infatti, incorpora nel suo metro e 88 sia dote tecnica, che capacità di dialogare con la squadra, partecipando attivamente alla costruzione della manovra. L’obiettivo? Sentirsi parte integrante di qualcosa che funziona. Dove esprimersi con libertà e spensieratezza. E dove poter pungere con la foga dei grandi 9. Per ora, sta andando tutto secondo i piani. Bertoli e l’Ospitaletto corrono davvero all’unisono.
