Padova-Palermo, la finale del doppio ex Pippo Maniero: “Sarà un grande evento, ma tifo Padova”

L'intervista esclusiva in vista della finale dei playoff di Serie C

Maniero Padova
3 Giugno 2022

Redazione - Autore

La finale dei play off di serie C è alle porte. Padova e Palermo si affronteranno nella doppia sfida che vale la promozione in Serie B. Due piazze prestigiose, che si trovano di fronte per l’ultimo atto di una stagione estenuante. Sono in pochi ad aver avuto il piacere e la fortuna di indossare entrambe le maglie. Uno di questi calciatori è un certo Filippo Maniero: classe 1972, ex attaccante, che ha giocato in tutte e due le piazze seppur in epoche differenti.

È trascorso ormai più di un trentennio da quando Vittorio Scantamburlo, storico cacciatore di talenti nell’hinterland padovano, prese sotto braccio uno sconosciuto calciatore di 12 anni e lo portò dai dilettanti del Legnaro al Padova. Attorno alla metà degli degli anni 80 stava nascendo una stella. Quel ragazzino, che dalla periferia padovana giungeva a Bresseo, quartier generale del leggendario Marino Puggina, era proprio Filippo Maniero, che sarebbe diventato, per tutti, Super Pippo.

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Undici maglie diverse, stesso vizio: gol a profusione

Il Padova lo ha svezzato e lo lanciato nel grande calcio non prima di aver beneficiato per più di un triennio delle sue doti tecniche e dei suoi gol. Successivamente a quella biancoscudata, sono state ben undici le maglie che il legnaghese ha indossato nella sua luminosa carriera da professionista: Atalanta, Ascoli, Sampdoria, Parma, Hellas Verona, Milan, Venezia, Brescia, Torino, Rangers e Palermo. Proprio con i rosanero, nel campionato di Serie B  2002/2003, Maniero ha vissuto la sua miglior stagione realizzativa in Cadetteria mettendo: 13 reti in 30 presenze sulle 45 totali di squadra. Sfiorata la promozione in Serie A con i siciliani.

Zamparini, il Palermo e quell’allenamento davanti a 10mila tifosi

Ed è emozionato, Maniero, quando ricorda i suoi trascorsi a. Palermo: “Fu un’esperienza bellissima. Giunsi in Sicilia assieme a diversi compagni con cui giocavo a Venezia dopo che Zamparini subentrò alla famiglia Sensi. Ci portò con lui. Le ambizioni erano importanti. Il presidente voleva immediatamente conquistare la Serie A. Ci andammo vicino perché, nonostante una stagione particolare, in cui cambiammo 3 allenatori, arrivammo all’ultima giornata a Lecce con la concreta possibilità del salto di categoria. Perdemmo e il sogno si infranse. Restano, comunque, tanti ricordi dentro di me legati all’isola. Su tutti ne ho uno che è stampato in maniera indelebile nella mia mente. Tornando a Palermo dal ritiro di Longarone, l’allenatore dell’epoca, ovvero Ezio Glerean, ci comunicò che avremmo svolto l’allenamento al Barbera per motivi di sicurezza. Tutto potevo pensare, ma fu incredibile ed indescrivibile quello che videro i miei occhi e quelli dei miei compagni: oltre 10.000 persone sugli spalti per seguire la prima sgambatura. Cose che solamente al sud possono accadere”.

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Finale playoff, il cuore di Maniero batte per il Padova

Il cuore di Pippo è, comunque, a tinte biancoscudate. Se è diventato il calciatore, ma soprattutto l’uomo che è adesso lo deve principalmente al club che lo ha lanciato nel professionismo: Non me ne vogliano i tifosi del Palermo, ma mi auguro che il Padova finalmente tagli il traguardo che rincorre ormai da quasi 3 anni. Il sogno che ho coltivato fin da piccolo si è realizzato grazie alla società biancoscudata, che ha forgiato un ragazzino che proveniva dalla campagna padovana e lo ha fatto crescere sotto tutti i punti di vista. Poi, indubbiamente, ci ho messo del mio, ma se non mi avessero convocato in prima squadra quel 3 febbraio del 1990 non so se le cose sarebbero andate così bene. Sarò eternamente grato al Padova”.

Convocato per caso, cross di Di Livio e gol all’esordio

Già, la sliding doors di Filippo Maniero si aprì in quel preciso momento: “Loris Pradella non aveva recuperato da un infortunio e venni chiamato. Al termine della partita che disputai a Vicenza con la Primavera, mi venne detto di recarmi in un hotel a Rubano, sede del ritiro in vista di Padova-Pescara del giorno dopo. Andai a dormire tranquillo e conscio del fatto che ero stato chiamato unicamente per far numero, anche se ero l’unico attaccante effettivo seduto in panchina. In avvio di gara sembrava che dovessimo far un sol boccone degli abruzzesi, invece, alla prima azione, Trani portò avanti gli ospiti. Da li la partita cambiò e gli uomini di Edy Reja ci surclassarono sprecando l’impossibile. A circa mezz’ora dalla fine Mario Colautti mi chiese di scaldarmi ed entrai al posto di Ferdinando Ruffini. Dopo un quarto dal mio ingresso in campo, Angelo Di Livio crossò, staccai di testa superando in elevazione anche il mio compagno di reparto Faccini e il pallone terminò la sua parabola sotto l’incrocio dei pali. Un’emozione incredibile. Non ci credevo. Mi misi le mani tra i capelli. Io che segnavo con la prima squadra allo stadio Appiani, il giorno del debutto ed in maniera decisiva. Ritornando indietro con la memoria mi rendo conto che anche il destino mi ha dato una mano. L’assenza di Pradella, i gol sbagliati dal Pescara. Se il punteggio fosse stato differente non credo che sarei sceso in campo. Mi sono trovato al posto giusto nel momento. I tasselli del mosaico si sono incastrati perfettamente. Poi sono stato bravo nel continuare a lavorare come se niente fosse, ma con la consapevolezza delle mie doti. La chiave di volta fu quella partita”.

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Parola di bomber: “Brunori super, ma attenti a Ceravolo…”

Dopo il tuffo nel passato si torna al presente. Padova-Palermo, chi vince. Maniero la pensa così: “Una partita da tripla senza alcun dubbio. Ho seguito di più il Padova rispetto al Palermo, per ovvie ragioni, nel corso dell’anno. Si trovano di fronte due squadre di livello assoluto. Per quanto riguarda i bomber è chiaro che spicchi Brunori. Una vera spina nel fianco per qualsiasi difesa, è imprevedibile ed ha un fiuto del gol innato. Il Padova può contare sull’estro di Chiricò e Ronaldo, ma attenzione a Ceravolo anche se ultimamente non ha segnato. Fabio è un calciatore molto esperto. Poi come è capitato con il Catanzaro magari la svolta avviene con Curcio, che non era atteso tra i marcatori e ha fatto gol. Saranno due sfide tutte da gustare con una cornice di pubblico da partita di cartello. Il tutto sarà impreziosito dal gemellaggio tra le due tifoserie, che renderà il contorno godibilissimo. Mi auguro che sia uno spot per il calcio. E che vinca il Padova”.

A cura di Stene Ali