Perugia, Braglia: “Serve una svolta immediata. Questa squadra vale i primi cinque posti”

Braglia allenatore del Campobasso, crediti Campobasso Fc, www.lacasadic.com
Le parole del nuovo allenatore
Il Perugia cambia rotta e lo fa con decisione: alla guida arriva Piero Braglia, allenatore di grande esperienza e volto noto per chi sa affrontare le tempeste. Uomo pratico, abituato a lavorare sotto pressione, è stato scelto per una missione chiara: rimettere in carreggiata una squadra smarrita. Appena messo piede in città, Braglia non ha perso un minuto: ha firmato fino a giugno 2025, indossato la tuta e guidato subito il primo allenamento. Nessun periodo di ambientamento, nessuna attesa. Il tempo stringe e il Perugia ha bisogno di risposte immediate.
Successore di Cangelosi, l’allenatore toscano è stato presentato ufficialmente alla stampa, con la schiettezza che lo contraddistingue. Di fronte a microfoni e taccuini, niente frasi di circostanza, ma un messaggio forte e chiaro: “Serve una svolta. E serve subito”. Parole da leader, da chi sa cosa significa affrontare momenti complicati e uscirne con il lavoro, la testa alta e un’identità precisa. Il Perugia riparte da qui: con carattere, con coraggio, e con Braglia al timone.
L’allenatore ha poi condiviso i motivi della sua scelta di sposare il progetto Perugia: “La rosa della squadra. Che sta facendo molto meno di quanto può fare. SI può arrivare entro i primi cinque posti, poi il campo ci dirà se ho visto bene o male”.
Prosegue: “Tutti vorrebbero venire qui. Tutto però è da dimostrare perchè le chiacchiere le facciamo in molti. La squadra fisicamente sta bene. So che è stato svolto un lavoro importante in ritiro e dobbiamo ringraziare chi c’era prima, poi ognuno vede il calcio alla propria maniera. Dobbiamo parlare poco tutti e pedalare parecchio. Fare la C è una rimessa nella maggior parte dei casi, i giocatori dovranno prendersi le proprie responsabilità“.
Perugia, Braglia: “Vincere aiuta a vincere”
L’allenatore ha poi concordato in un certo modo anche con Cangelosi sul fatto mentale: “Vincere aiuta a vincere. Se perdi spesso e volentieri vengono fuori i problemi. Ritengo che il Ravenna possa vincere il campionato ed è sottovalutato. Dico però onestamente che se il Perugia fosse andato a riposo sul 2-0 non sarei stato qui”. Braglia prosegue tratta anche il discorso della squadra, su come potrebbe disporsi: “Ne ho una precisa e spero di non sbagliare. Credo possa giocare con una certa idea. Difesa a tre? Ci può stare”.
Importante è il ruolo dell’impatto. Braglia ha già condotto un allenamento con il dubbio Kanoute: “L’ho avuto ad Avellino. Oggi si è allenato. È un generoso. La squadra? Sarei stupido a giudicarla dopo un allenamento. Dovremo adeguarci anche a ciò che troveremo di volta in volta“. E sulla sua precedente esperienza a Perugia nel lontano 2009/10 Braglia risponde: “A me non piace prendere gli schiaffi. Senza l’aiuto dei giocatori non si fa niente. Non ho nascosto certo il problema”. E sui prossimi appuntamenti in campionato: “In cinque giorni giochiamo due volte in casa. Dobbiamo farcela come nervi, tensione se non lo facciamo fisicamente. Mi aspetto un atteggiamento tosto e combattivo. Poi verrà fuori la qualità dei singoli”.

“Bisogna dimostrare di volere da subito cose diverse”
L’allenatore commenta anche l’impresa che dovrà compiere in campionato. Il Perugia infatti occupa il 17^ posto con 3 punti: “Quando vieni qui devi pensare di poter fare un certo tipo di campionato. Bisogna dimostrare di volere da subito cose diverse per portare la gente dalla nostra parte. Remando dalla stessa parte si può fare qualcosa di buono”.
A conclusione anche un commento sul prossimo avversario ovvero la Sambenedettese: “È una neopromossa e si dispone con il 4-2-3-1. Gioca bene fuori casa e bisogna stare attenti, ma dobbiamo dare da subito una svolta al nostro campionato“. Da ultimo Braglia ha raccontato anche il retroscena riguardante il Rimini e aveva detto che Langella non sarebbe mai andato al Perugia: “Rimpianti ora che sono qui? Sapevo che il Cosenza lo trattava. Poi è venuto il Perugia. Che dovevo fare dirgli di andare via?”.