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Dalla scuola di Dybala a portiere per un giorno: la storia di Illanes con la Fiorentina nel cuore

Per un giocatore il cui mestiere è difendere la propria area di rigore, il gol di Juliàn Illanes valso l’1-3 del Pescara in casa della Pistoiese è veramente tanta roba. Partenza sul filo del fuorigioco, da bomber consumato d’altri tempi, e sinistro incrociato sul secondo palo sul quale Seculin non può intervenire. Il tutto senza mai dare uno sguardo alla porta, di prima intenzione e utilizzando il piede “debole”. Una rete che diversi attaccanti faticherebbero a realizzare. Il nuovo allenatore degli abruzzesi Luciano Zauri, subentrato alla guida della squadra dopo il k.o di Lucca, non lo aveva mai potuto schierare in campo a causa di un’influenza che lo aveva tenuto fermo ai box. Alla prima occasione utile, però, l’ex terzino della Lazio lo ha chiamato in causa e lui non ha tradito.

Dalla scuola di Dybala a quella di Firenze

Illanes, nato nel 1997 a Cordoba, in Argentina, non può più definirsi giovanissimo, tanto da essere divenuto padre già qualche anno fa. È cresciuto nell’Instituto di Cordoba, nella stessa scuola che ha coltivato il talento cristallino di Dybala, nella quale si è fatto le ossa fino ad essere notato dalla Fiorentina nel gennaio del 2017, che ha creduto in lui acquisendolo a titolo definitivo per 400 mila euro. Quella sessione di mercato fu importante per la viola anche per l’ingaggio di Castrovilli. Insieme a Illanes hanno condiviso lo spogliatoio della Primavera per diverso tempo, prima di prendere strade differenti.

Il travestimento da portiere

In questa stagione con il Pescara Illanes è stato protagonista anche di un episodio curioso e divertente. In un rocambolesco Pescara – Reggiana, vinto dalla formazione ospite sul filo di lana, il ragazzo dalla doppia cittadinanza (argentina e italiana) ha dovuto indossare i guantoni (qui il racconto) per pochi minuti a causa dell’espulsione del portiere Di Gennaro. Lui, a differenza del suo compagno Giuseppe Rizzo, che era stato il primo a sostituire il numero 33, è riuscito anche a mantenere la porta inviolata. Un tuttofare, all’occorrenza.

A cura di Luca De Lellis
 

Redazione

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