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Nell’occhio del ciclone: dentro la crisi del Pescara

Il gol di Shpendi ha aperto una crisi che era già nell’aria. Il Pescara non vince da 5 partite e salgono a 15 i punti di distanza dal primo posto. Tanta, troppa distanza per una squadra che ha obiettivi e pulsioni da prima fascia. Difficoltà strutturali e insofferenza generale. Numeri non all’altezza e carenza di alternative. Le altre che corrono veloci ed il fantasma di una stagione anonima. Il Pescara è nell’occhio del ciclone: ecco numeri e analisi della crisi.

I numeri, al ribasso, del Pescara di Zeman

Settimo posto in classifica e 21 punti raccolti. Numeri ottimi se stessimo parlando di una neopromossa o di una squadra partita con basse aspettative. Numeri allarmanti se, invece, il soggetto della frase è il Pescara di Zeman. Gli abruzzesi sono in piena crisi. Non vincono dal 22 ottobre contro la Lucchese e i tifosi hanno iniziato a chiedere le prime ammissioni di colpe. A Pescara non tira una bella aria. Nelle ultime 5 partite il bottino è di un solo punto: non proprio la perfetta definizione di bottino. Le tre sconfitte consecutive contro Torres, Recanatese e Carrarese hanno aperto ad una crisi soltanto ampliata e sottolineata dalla sconfitta contro il Cesena.

Tre di queste 4 sconfitte sono maturate all’Adriatico. Il fattore casalingo è azzerato. Il Pescara fatica terribilmente anche davanti al suo pubblico. 4 gol fatti e 8 subiti. Numeri evidentemente al ribasso se paragonati a quelli della passata stagione. Lo scorso anno, a questo punto della stagione, il Pescara aveva 35 punti e navigava in terza posizione. Oggi, invece, non naviga. E’ ancora appigliata nel porto, nella speranza che la tempesta passi velocemente. Serve cambiare e serve farlo in fretta. Ad oggi pensare di riprendere il duo Cesena – Torres sembra fantascienza. Accorciare su Perugia e Carrarese, invece, sembrerebbe più alla portata della squadra di Zeman. Riprendersi quel terzo posto che un anno fa sembrava quasi scontato è la nuova missione del Pescara.

L’analisi del campo e le difficoltà dei singoli

Oltre i risultati negativi a preoccupare, in casa Pescara, sono anche le prestazioni. La squadra del boemo fatica a trovare una vera identità di gioco. Anche l’approccio alle gare può essere fattore di analisi. Nelle ultime tre gare degli abruzzesi i tre gol subiti, e poi risultati decisivi, sono stati effettuati tutti nella prima parte della partita. Tre gol tutti subiti dal 27esimo minuto al 35esimo. Un problema se poi manca la forza per andare a riprendere il risultato. Le squadre di Zeman sono note per la grande predisposizione alla fase offensiva ma in questa stagione il trend sembra invertito.

O meglio, il trend teoricamente è rimasto invariato ma gli interpreti, nella fase pratica, faticano ad esprimere l’idea di calcio del boemo. Vanno in questa direzione le ultime prestazioni di Merola e Vergani, entrambi sostituiti nella sconfitta contro il Cesena. Ma anche Tunjov e Cangiano non riescono più a brillare come ad inizio campionato. Sì, perché il Pescara visto a settembre e fino a metà Ottobre era una giostra che girava bene. Una giostra che proponeva tutti i pro ma anche i contro del calcio zemaniano. Ad oggi, invece, rimangono solamente i contro. Una squadra slegata e poco creativa. Con le ultime dichiarazioni del boemo che lasciano intendere anche lo spettro di un ammutinamento interno. Insomma, la situazione in casa Pescara è critica: che si sia rotta la giostra? Il crash test di sabato contro la Virtus Entella saprà dirci qualcosa in più.

a cura di Gabriele Cascella

Redazione

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