Quattro gol in otto partite: il miglior marcatore della Pergolettese gioca… in difesa. Braccetto a tre, per la precisione. Stefano Piccinini è il centrale con più reti segnate in Italia in questo inizio di stagione. Classe 2002, scuola Sassuolo. Calcisticamente figlio di Roberto De Zerbi, che lo fece esordire da titolare in prima squadra a soli 16 anni, in Coppa Italia. Nella sua nuova casa, il Pergo, Piccinini ha trovato lo spazio per sbocciare: prestazioni da top con l’ambizione di raggiungere in futuro suo fratello Gabriele (che gioca al Pisa) in Serie B. Ma intanto, pensa ai gialloblù e non si pone limiti: “Prima ci salviamo, poi sogniamo in grande”.
Un difensore bomber, dicevamo. “Eppure non ho mai segnato tanto”, ci racconta sorridente. “In due anni di Primavera ho fatto un solo gol, e zero alla prima stagione in C con la Vis Pesaro. Poi sono arrivato a Crema e qualcosa si è sbloccato: sei gol in quaranta partite. E’ un bel momento: ci vuole fortuna, ma devi saperla cercare. E qui al Pergo ho trovato un’oasi felice: abbiamo la possibilità di sbagliare e crescere”.
“In rosa abbiamo tanti giocatori esperti che hanno fatto la A e la B”. Uno su tutti: “Alessandro Lambrughi, il più forte con cui io abbia mai giocato – escludendo la rosa del Sassuolo. Gioca nel mio ruolo e ha un piede magico, anche se ora, a 36 anni, gioca da fermo. Da lui e dagli altri senatori noi giovani impariamo tanto. Siamo una bella famiglia, ma anche una squadra forte a livello di interpreti: possiamo confermare il piazzamento play-off dello scorso anno”.
Piccinini è un difensore moderno. Pulito nelle chiusure, elegante nelle uscite palla al piede. Non a caso, il suo maestro si chiama Roberto De Zerbi: “I miei amici mi prendono in giro perché sono innamorato perso della sua filosofia e del suo modo di far calcio. De Zerbi per me è un idolo. Non importa se allena in parrocchia, al Sassuolo o al Brighton: porta il suo credo ovunque”.
Stefano parla con la voce quasi stregata e ci racconta un aneddoto: “Ricordo che, prima della partita contro la Roma, è entrato in sala video per la riunione e ci ha detto: ‘Stanotte non ho dormito, ho sognato e capito come batterli‘. Abbiamo vinto 4-2. Quello che diceva, succedeva. Ed era talmente innovativo che riusciva a mettere in difficoltà chiunque”.
“Da parte mia, soprattutto quando abbiamo preso due strade diverse, ho capito cosa significasse De Zerbi per me. Un maestro. Mi ha lanciato a sedici anni in Coppa Italia – contro il Perugia – e a diciassette in Serie A – contro l’Udinese. Con lui avevamo instaurato un rapporto di affetto, mi ha preso sotto la sua ala e mi ha fatto capire che gli piacevo tanto. E’ influente, dice bene Guardiola: sta cambiando il modo di giocare a calcio”.
Dal maestro RDZ, la nostra chiacchierata si sposta sull’extra-campo. Stefano Piccinini è un ragazzo solare e tranquillo, “molto legato alla famiglia e a un gruppo storico di pochi e buoni amici“. Il calcio scorre nelle sue vene: il fratello maggiore, Gabriele, come dicevamo, gioca al Pisa. Sei presenze in questo inizio di stagione, e un legame forte con Stefano: “Sono contento che si stia ritagliando spazio dopo tanta gavetta tra C e D. Fra di noi c’è sempre stata sana competizione. Dopo il mio quarto gol, ha scritto sul gruppo famiglia: “Quanto c*lo che ha questo”. Ci piace scherzare e darci stimoli a vicenda. E occhio anche al ‘piccolo’ di casa, Simone: è ancora presto ma alcuni dicono sia più forte di noi. Vedremo. Intanto io, per la gioia di mamma e papà, ho deciso di iscrivermi all’Università: Scienze Motorie, ramo calcio”. Semplicità, famiglia e pallone. Il segreto del difensore con più gol in Italia.
Credit foto: US Pergolettese
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