Continuano a crescere le domande in casa Pordenone. Cosa succede? Da dove si riparte? Si riparte? E i giocatori? Certo non è una bella situazione quella della società neroverde, che dopo aver disputato un ottimo campionato di Lega Pro, classificandosi al 2° posto, dovrà giocare la partita più importante fuori dal rettangolo verde. Saranno molte le questioni burocratiche da affrontare, ma una cosa è certa: il Pordenone Calcio vuole continuare la sua storia sportiva. Anche accettando la ripartenza dalla Serie D o dall’Eccellenza.
Una delle domande più gettonate è capire quali saranno le sorti dei giocatori. La dichiarazione di fallimento di una società di calcio non è più un evento straordinario nel panorama del calcio italiano. Sono numerose le società calcistiche che hanno dovuto affrontare tale situazione, a partire anche dai club più conosciuti come Chievo, Catania, Foggia, Cesena. Insomma negli ultimi anni il fallimento delle società calcistiche è diventato un tema particolarmente attuale. Ora sono i calciatori del Pordenone a vivere una situazione che è già toccata ad altri. Dopo l’ottima stagione disputata, i neroverdi hanno regalato ai propri tifosi uno straordinario viaggio ai playoff di Lega Pro, pur consapevoli delle sorti del club.
E ora? Cosa succede? Il fallimento di una società calcistica determina la perdita dell’affiliazione alla F.I.G.C. così come stabilito dall’articolo 16 delle N.O.I.F. (norme organizzative interne federali). E sono proprio le N.O.I.F. a regolamentare i rapporti che intercorrono tra giocatori e una società fallita. L’art. 110, infatti, prevede la possibilità per i calciatori tesserati con la società dichiarata fallita di essere svincolati d’autorità. Dal 30 giugno tutti saranno svincolati, compreso l’allenatore Di Carlo, tornato poco prima dei playoff a due giornate dal termine della regular season. Uno scenario che potrebbe verificarsi anche a Siena, che ha presentato una documentazione parziale alla Lega senza ottenere la Licenza Nazionale.
Il presidente del Pordenone, Mauro Lovisa, le sta provando davvero tutte: non ci sta a far fallire il club. Per affrontare la situazione debitoria, la via scelta è una delle procedure di regolazione della crisi d’impresa e dell’insolvenza. Con la società ha collaborato un pool di professionisti per scongiurare il rischio di fallimento e per presentare al giudice un piano di rientro. Dopo le valutazioni del Tribunale di Pordenone è stato concesso un termine di 60 giorni ai fini del deposito, a cura della società debitrice, della proposta di concordato preventivo, con il piano, l’attestazione di veridicità dei dati e di fattibilità. Che questo 22 giugno possa riaccendere la speranza del Pordenone di ripartire dalla Serie D. D’altronde lo avevano specificato recentemente con un comunicato: “Vogliamo continuare la nostra storia sportiva che sia in D o in Eccellenza”.
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