Credit: Mantova - Leonardo Perteghella
Il Mantova continua a vincere e sognare la Serie B. Tre vittorie consecutive ed ultima sconfitta che risale al 4 febbraio contro l’AlbinoLeffe. Galuppini è il capocannoniere della rosa, ma è l’allenatore Possanzini che ha stravolto la squadra. Idee, proposte e vittorie, ma l’ex Brescia non voleva proprio saperne di guidare una squadra dalla panchina:
“Non avrei mai voluto fare l’allenatore, da calciatore certe cose non puoi comprenderle. Ma mi sono trovato a farlo, poi. Ad un certo punto la curiosità ha preso il sopravvento. Quando giocavo io il modo di allenare era quasi imposto, mi chiedevano cose che poi nella realtà erano difficili da mettere in pratica sul campoIl suo Mantova è una macchina da guerra. La distanza dalla seconda è importante: undici punti di differenza dal Padova finalista di Coppa Italia. Dal rifiuto alla panchina, Possanzini spiega il motivo: “E mi facevo delle domande. Le risposte ho cominciato a darmele quando ho smesso di giocare. Ho studiato, ho osservato da vicino, ho riflettuto su come rendere più agevoli certi concetti, mi sono aggiornato. Da lì ho trasformato la smisurata passione che ho per il calcio in qualcosa di ancor più totalizzante”.
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