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Pro Sesto, Banchieri: “Il pari è viziato da un fallo, non alleniamo gli arbitri”

In vantaggio e poi stoppati sul pari. La Pro Sesto ha assaporato per un po’ il dolce gusto della vittoria nello scontro diretto con la Giana Erminio: ultima contro penultima. Un risultato che tuttavia non va giù all’allenatore della Pro Simone Banchieri.

Banchieri: “Dovevamo essere più determinati a conquistare il risultato”

Un punto che tiene dietro i rivali ma non dà una sterzata al campionato, la Pro resta nel pieno della zona playout. “E’ sempre un punto in più. Peccato non aver portato a casa la partita – ammette il rammaricato Banchieri – perché si era messa bene”. Il gol di Grandi al minuto 17 aveva fatto ben sperare i tifosi accorsi allo stadio “Breda”. Nella ripresa, però, la Giana la riprende. “Dovevamo essere un po’ più furbi, smaliziati, determinati a conquistare il risultato”, continua l’allenatore. Non manca qualche recriminazione sul gol che ha portato al pari degli ospiti. “Sul loro gol c’era un fallo evidente su Scapuzzi ma gli arbitri non possiamo allenarli”.

Pro Sesto, occasione sfumata

Lo scontro diretto era l’occasione per staccare la Giana lasciandola sul fondo della classifica e mettere il fiato sul collo al Legnago, che intanto perdeva a Mantova. La Pro non è riuscita a ritornare alla vittoria che manca da nove turni, dalla trasferta col Seregno. Il pari fa comunque morale. “Dispiace ma è sempre un punto buono – confessa Banchieri – per una squadra come noi che punta a salvarsi“.

Il rigore parato contro la Pro Sesto – Michele Maraviglia/U.C. AlbinoLeffe

L’ultima dell’anno, il derby tra Pro

L’ultima sfida della Pro Sesto è contro l’altra Pro, quella di Vercelli al “Piola”. Una sfida fondamentale per alimentare le speranze salvezza. Le bianche casacche sono reduci dalla gara rinviata con il Lecco a causa dei vari casi di positività al Covid riscontrati tra le fila dei blucelesti. L’ultimo precedente in Piemonte sorride ai lombardi, match della scorsa stagione terminò 2-0. I gol decisivi arrivarono dalla panchina e portavano il nome di De Respinis.

Redazione

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