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Duro lavoro e solidità: così Dossena ha rivoluzionato la Pro Vercelli

Una frase motivazionale che spesso si sente dire è: “Il lavoro paga sempre”. Un concetto che si appropria alla perfezione ad Andrea Dossena. L’attuale allenatore della Pro Vercelli non aveva un compito semplice: ridare forma e identità ad una squadra che nell’ultima stagione ha rischiato di dover salutare il calcio professionistico. E, per ora, ci è riuscito alla grande: 11 punti in 7 partite, con due successi consecutivi – 4-1 col Fiorenzuola e 1-0 contro il Vicenza, una delle candidate alla promozione in B. Ciò però stupisce fino ad un certo punto perché Dossena, anche nella sua carriera da calciatore, ha messo sempre il lavoro e il sacrificio al centro del suo percorso. È in questo modo che è riuscito a vivere esperienze straordinarie. Napoli, Udinese, Liverpool, ma, soprattutto, la convocazione con la Nazionale di Roberto Donadoni.

Credit: Marco Lussuoso

L’umiltà e l’ambizione di Dossena

Alla base di tutto c’è la sua straordinaria umiltà. “Sono figlio di agricoltori e mi sono sempre sentito un privilegiato rispetto agli altri“. La sua educazione e la sua formazione non vanno in contrasto però con la sua ambizione: “Non mi piace andare in campo ed annoiarmi, non difenderò mai l’1-0. Sono un allenatore esigente, che chiede tanto e non accetto scuse“. Un mix perfetto per arrivare al successo e riscontrabile nella sua Pro Vercelli. Dopo un’estate difficile e un inizio di campionato non esaltante, stanno arrivando le soddisfazioni. In particolare nell’1-0 con il Vicenza c’è tutta l’essenza di Dossena: la voglia di giocarsi a viso aperto un confronto con una squadra dai valori tecnici superiori ma, allo stesso tempo, la caparbietà nel non voler subire, nel voler rimanere solidi. Queste le armi per spiccare il volo.

Modello Sarri: 4-3-3 e pochi cambi per la sua Pro Vercelli

Ma come mette in campo i suoi Dossena? Sta rispettando il suo dogma, già fatto vedere, con ottimi risultati (nono posto in classifica) la scorsa stagione a Renate: 4-3-3 alla Sarri, che lui ha sempre definito come “modello di ispirazione”, e pochi cambi tra un match e l’altro.

La colonna vertebrale della squadra è costituita dalla gioventù di Jacopo Sassi, classe 2003 di proprietà dell’Atalanta, tra i pali. Poi dall’esperienza di Agostino Camigliano in difesa, dalla fantasia di Salvatore Santoro e dal fiuto del gol di Alessio Nepi. Per lui sono già tre i gol arrivati in questo campionato, l’ultimo proprio contro il Vicenza. Ma non solo loro. La Pro Vercelli di Dossena ha altri punti fermi importanti. Su tutti: il terzino classe 1999 Roberto Iezzi, sempre titolare e con un assist all’attivo in 7 partite, la mezzala Ilario Iotti e, soprattutto, l’ala destra classe 2002 Matteo Maggio. Quest’ultimo ha dei numeri incredibili: 3 gol e 4 assist in 7 partite. Questi i perni su cui l’allenatore lombardo sta insistendo e sta continuando a lavorare duramente. L’obiettivo rimane la salvezza certo. La solidità e la spensieratezza mostrate, specie nelle ultime uscite, può però far tornare a sognare i tifosi della Pro Vercelli. L’obiettivo play-off non è più utopia con la “rivouzione Dossena”.

Redazione

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