Gli idoli Ronaldo e Ronaldinho, Utrecht e l’Italia con la Pro Vercelli, Mallahi: “Voglio crescere con la squadra”

Il giocatore della Pro Vercelli Mallahi, crediti Pro Vercelli 1892, www.lacasadic.com
Dall’Olanda all’Italia: Mallahi è pronto a scrivere una nuova pagina della sua storia
Lasciare il proprio Paese per iniziare una nuova avventura non è mai semplice, soprattutto se hai trascorso gran parte della tua carriera nella tua città. Lo sa bene Mallahi, oggi alla Pro Vercelli, arrivato in Italia durante il mercato estivo. Una scelta chiara, consapevole. Una nuova sfida, la prima fuori dall’Olanda. Di questo – e molto altro – ha parlato ai microfoni de LaCasadiC.com.
Vercelli. Una piccola città, ma con una grande passione per il calcio: “Sono a Vercelli da circa tre mesi e mi trovo bene”. L’accoglienza, come spesso accade in Italia, è stata calorosa e sincera. “Mi hanno accolto molto bene. Mattia (addetto stampa) mi ha aiutato con la casa e con tutto ciò che riguarda il calcio. Vercelli è una città tranquilla, non c’è molto da fare, ma va bene così: è perfetta per concentrarsi e rilassarsi. Mi sento davvero a mio agio”.
La scelta di lasciare l’Olanda a 25 anni per la Serie C, dopo anni nella massima serie olandese: “Il mio contratto in Olanda poteva essere interrotto in qualsiasi momento, così ho deciso di cogliere questa opportunità con la Pro Vercelli. Mi hanno presentato un progetto ambizioso, che mi è subito piaciuto”.
Una decisione in cui ha pesato molto anche la figura dell’allenatore Santoni: “È molto conosciuto anche in Olanda, ha esperienza lì. Mi ha chiamato, abbiamo parlato tanto e mi ha convinto a seguirlo. Inoltre, nella mia scelta ha influito anche la presenza di uno staff tecnico olandese. Hanno una visione del calcio diversa, più orientata alla cultura calcistica olandese che a quella italiana. È uno dei motivi principali per cui ho deciso di accettare”.
Una carriera costruita in Olanda
Mallahi ha trascorso tutta la sua vita calcistica nei Paesi Bassi. “Ho passato molti anni a Utrecht, ho giocato in club professionistici, ho studiato tanto e sono cresciuto lì. In totale, 11 anni di calcio”. Una città, Utrecht, che ha dato i natali a molti grandi calciatori: “Van Basten, per esempio. Un grandissimo giocatore, con una carriera incredibile”. Una scuola di calcio, una filosofia diversa: “In Olanda gli allenatori sono molto professionali. Fin dalle giovanili si lavora su tecnica e basi tattiche. Si cresce già nelle Accademy, ed è lì che impari cosa significa essere un calciatore. Per diventare un professionista servono mentalità, disciplina e la voglia di migliorarsi ogni giorno”.
Mallahi ha iniziato a inseguire il sogno con un punto di riferimento ben preciso: “Cristiano Ronaldo è sempre stato il mio idolo. Poi c’è anche Ronaldinho, che amavo per il suo modo di giocare”. Un percorso arricchito anche dall’esperienza con la Nazionale olandese giovanile: “Ho giocato con De Ligt e con molti altri che oggi sono in grandi club. Ho tantissimi bei ricordi. Con loro ho vinto anche un Europeo, è stata l’esperienza più bella della mia carriera. Uno dei traguardi più importanti”.

E sul futuro, nessun dubbio: il calcio è tutto.
Mallahi ha in mente una sola cosa: il calcio. “La gente mi chiede spesso cosa avrei fatto se non fossi diventato un calciatore… ma odio questa domanda. So solo che avrei lavorato, magari in un ristorante. Ma ora il mio unico pensiero è il calcio. Nel tempo libero vado in palestra, studio italiano, a volte vado a Milano o sto con amici che vengono dall’Olanda”.
Il presente ora si chiama Vercelli: “Voglio aiutare la squadra a fare un salto di qualità. E poi, dalla Serie C, provare a farmi notare. Questo è il mio obiettivo, e farò di tutto per raggiungerlo”. E non manca un pensiero per chi sostiene la squadra ogni settimana: “Ogni volta che gioco allo stadio mi sento benissimo. I tifosi non sono tantissimi, ma sembrano molti di più. Sono rumorosi, ci caricano, ci spingono. È bellissimo giocare davanti a loro”.
A cura di Rocco Cristarella & Alessia Albani