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Il coraggio di crederci, Radaelli corre con il Mantova

Continua, non si ferma. La corsa di Nicolò Radaelli in alcune sfumature assomiglia a quella del suo Mantova. Un passato importante, la scelta di fare un passo indietro per ripartire, la gradualità del percorso, l’ambizione come motore. Nel suo viso pulito e nel suo giovane sorriso si legge l’entusiasmo di un ragazzo e di una squadra che, passo dopo passo, stanno costruendo qualcosa di grande. Si vede la gioia di un gruppo che in campo si diverte, di una piazza che è tornata ad avere fiducia in un club, di una città che ha ripreso a sognare. E sogna anche grazie alle prestazioni e alla volontà del suo numero 17. Di ruolo, in teoria, Nicolò Radaelli farebbe il terzino. Negli schemi e nel calcio di Possanzini, fatto di ricerca della qualità e a forte trazione offensiva, il classe 2003 è ben altro. Un esterno moderno in grado di entrare nel gioco ed esserne protagonista. Un difensore capace di assist-ere in compagni e segnare. 5 i gol già realizzati. Il Mantova continua a correre, un po’ come il numero 17 del Martelli. 

Credit: Mantova

Le scelte

Se mi riguardo indietro penso di aver fatto la scelta giusta”. Quale scelta? Quella di lasciare l’Inter e il professionismo per la Serie D: “Non ho avuto dubbi. Penso sia stata la decisione migliore per la mia crescita”. Nel passato di Nicolò Radaelli c’è soprattutto il nerazzurro. Il nerazzurro del Renate prima e dell’Inter poi. Settore giovanile di prestigio che arriva fino alla Primavera e a qualche allenamento in prima squadra:  “Mi è rimasta impressa la fame di Lautaro. Andava il doppio degli altri in ogni allenamento. Un esempio per i più giovani”. Poi, appunto, la scelta. Una decisione dettata dalla volontà di crescere e di farlo in modo graduale, rispettando i tempi del proprio percorso. “Volevo giocare con i grandi per formarmi prima“. Dall’Inter alla Serie D con il Villa Valle. Un passo indietro? Non necessariamente. Questione di prospettiva, soprattutto se quella scelta ti permette di porre le basi per il proprio futuro. Ti consente di diventare grande. Una stagione in D, il ritorno tra i professionisti con la Pro Sesto e l’arrivo a Mantova: la corsa di Radaelli. Il finale è ancora da scrivere.

Credit: Mantova

Perché no?

Perché no? Una carriera costruita dal basso. Un campionato da protagonisti e da assoluta sorpresa dopo essere retrocessi. Riscoprire la luce dopo aver toccato le pieghe di una fine. Ricreare qualcosa di bello, fondato su entusiasmo, determinazione e sacrificio. Perché no? Perché non provarci? E la differenza la si trova lì, nel coraggio di voler credere in qualcosa. Una società che è stata stravolta e cambiata dalle sue fondamenta che si è trovata, una partita alla volta, prima in classifica. Un gruppo nuovo che ha saputo ricreare un rapporto con una città che era troppo delusa e stanca per crederci ancora. Un ragazzo che due anni fa era in Serie D e ora da “terzino” è a quota 5 gol e 4 assist. Questione di personalità e coraggio. Non è ancora tempo di riposarsi. Ci sono ancora dei kilometri da percorrere. Di corsa, naturalmente. Il viaggio di Nicolò Radaelli e del suo Mantova. 

Nicolò Franceschin

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