Credit Martina Cutrona
“Posso battere io?”. E’ questa la domanda che Igor Radrezza, giocatore del Padova, ha fatto al suo compagno Mattia Bortolussi, prima di battere il calcio di rigore. E che rigore. Freddezza e lucidità negli occhi e “cucchiaio” a battere il portiere avversario. E’ 1-1 al Menti nel derby tra Vicenza e biancoscudati, con i biancorossi che passano in vantaggio ma si fanno recuperare nella seconda frazione. Un punto arrivato (anche) grazie a Igor Radrezza, uno degli uomini simbolo di questo Padova che resta a -3 dal primo posto. Lui, tifoso del Padova e padovano, in una delle partite più sentite di tutta la stagione.
Nel Padova Igor ci è cresciuto. Lui che proprio nella città veneta è nato. In biancoscudato, Radrezza ha fatto tutta la trafila del settore giovanile, fino ad arrivare a esordire in Serie B il 5 novembre 2011. Nel 2022, dopo aver girato tra Reggiana, Campodarsego, Crema, Monza e Pisa, torna a “casa sua” per riprendere quel sogno che si era interrotto qualche anno fa. 49 presenze in carriera con la maglia del Padova, con due gol messi a referto.
Il primo è arrivato nella scorsa stagione. “Un gol che aspettava da vent’anni”, come commentò dopo la rete. La seconda, invece, è arrivata in una della partite più delicate della stagione. Nel Derby contro il Vicenza da calcio di rigore. Non era lui l’incaricato per calciare, ma la voglia di tirare era troppa, con Bortolussi che, comprendendo la situazione, ha lasciato a lui il pallone. Freddezza, determinazione e cucchiaio a battere il portiere avversario. E poi la corsa sotto la curva, a prendersi l’abbraccio della sua gente. “Non ho mai corso così tanto per un gol in vita mia”, ha detto al termine della gara.
Un grazie speciale va a Mattia Bortolussi, rigorista del Padova che ha lasciato il pallone a Igor Radrezza. Dopo la partita, in conferenza stampa, ha voluto raccontare il retroscena prima di calciare: “Lo ringrazio davvero tanto. Gli ho chiesto il permesso e gli ho sussurrato all’orecchio quello che volevo fare. Lui mi ha guardato e mi ha detto che ero un matto. Ma ero sicuro di farcela. Poi, a dir la verità, non ho neanche visto il pallone entrare. Mi sono girato e sono corso verso la nostra curva”. Radrezza e l’amore per la maglia e per la sua gente: Padova ringrazia e si gode il suo figliol prodigo.
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