“Per me la gavetta è stata molto utile, non dimentico l’esperienza in Serie C, i 700 km in bus per andare a fare le partite, su campi che poi non idonei a giocare a calcio. Il tutto è stato molto formativo“. A parlare è uno dei simboli dell’ultimo decennio interista, Andrea Ranocchia. Un viaggio nel suo passato quello compiuto dal difensore nerazzurro nell’intervista rilasciata ad “Assocalciatori.it”. Un passato in cui la Serie C ha ricoperto un ruolo fondamentale per la sua crescita.
Dal 2011 veste la maglia dell’Inter, prima tanta gavetta. Tutto parte dall’esperienza con la maglia dell’Arezzo vissuta tra Serie B e Serie C dal 2006 al 2008. Nel campionato di B gioca 24 partite segnando un gol. Un anno non positivo, vista la retrocessione della sua squadra. In panchina Antonio Conte e Maurizio Sarri. Rimane in Toscana anche l’anno dopo in Lega Pro giocando da titolare una stagione che vede gli amaranto mancare di poco i play-off promozione. “C’è chi ha grandissimo talento, chi non può non arrivare, chi magari comincia subito a grandi livelli”, racconta Ranocchia. “Io no, io me le sono fatte tutte le categorie, la C e la B e anche in serie A sono partito dal Bari, per passare poi al Genoa ed arrivare infine all’Inter.” Una scalata partita dal basso e arrivata fino allo scudetto con l’Inter.
Una delle tappe fondamentali della carriera di Andrea Ranocchia è stata Bari. E proprio in Puglia, dove oggi si festeggia un ritorno in Serie B dopo 4 anni, ritrova Antonio Conte che già lo aveva avuto ad Arezzo. Nel 2009 i biancorossi vincono il campionato e ritornano in Serie A, festeggiando la promozione proprio nel giorno di San Nicola, patrono della città. In massima serie arriva Giampiero Ventura e il Bari viaggia a vele spiegate in zona Europa League. In difesa Ranocchia fa coppia con un’altra promessa del calcio italiano e futuro campione d’Europa con la Nazionale, Leonardo Bonucci. E proprio i due difensori, qualche giorno fa, hanno mandato messaggi di amore e congratulazioni alla loro ex squadra per la promozione.
L’anno successivo, dopo mezza stagione al Genoa, a gennaio 2011 arriva la chiamata all’Inter di Leonardo, dove fino ad oggi indossa i colori nerazzurri. “Essere all’Inter significa intanto, per forza di cose, che devi essere a un livello alto, altrimenti non potresti starci– puntualizza il difensore – Il punto fondamentale è e resta il fatto che nessuno regala niente e dunque chi arriva nelle grandi squadre vuol dire che se lo merita”. Gavetta, sacrificio e lavoro: il viaggio di Andrea Ranocchia.
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