Calcio moderno, terzini di spinta. Nei due insiemi, non avrebbe problemi ad inserirsi il nome di Francesco Rapisarda, catanese di nascita e “padrone” della fascia con la maglia della Triestina. Il 29enne ha tenuto viva la speranza della Triestina di accedere al secondo turno dei playoff, grazie a un gol di testa segnato al minuto 88. La squadra di Bucchi non è riuscita a ribaltare il risultato ed è chiamata all’impresa, allo stadio Renzo Barbera, contro il Palermo. All’andata, è stato uno dei migliori in campo. E non solo per la rete che ha portato il suo nome.
Il suo percorso inizia dalla squadra della sua città: Catania. Con la Primavera colleziona 45 presenze in campionato e mette a segno un gol. Qualcosa, non funziona ancora dal punto di vista offensivo, ma se sei un terzino non può essere un qualcosa di cui vergognarsi. Ma Rapisarda è un calciatore, nel suo genere, “speciale”. In Sicilia si fa notare, le sue proiezioni offensive bruciano il terreno di gioco e la chiamata tra i professionisti non si fa attendere. In Lega Pro 2 lo tessera l’Aquila, con cui segna un gol in 34 presenze.
Lui vorrebbe fare di più. Gli allenatori, cominciano a pretendere di più in termini realizzativi. Detto, fatto: con la Vigor Lamezia in Serie C, 2 reti in poco più di 60 presenze. Tantissimi assist. Il rendimento cresce, la personalità pure. L’esperienza a Parma dell’anno prima ha inciso eccome. Ha conosciuto Marco Parolo, ma non solo: in quella squadra c’erano Favalli, Ceppitelli, Lapadula e un certo Antonio Cassano, tutti guidati dalla panchina da Donadoni.
Al Parma il percorso non prosegue. Ciccio Rapisarda, torna in Serie C. Nella stagione 2016-2017 firma con la Sambenedettese. Qui la svolta: 123 presenze e 11 gol, che per un terzino non sono poca roba. Tutti sul binario di destra, per lui che ha giocato anche come quinto di un centrocampo a 5. Nel 2021, il rapporto con il club marchigiano termina, dopo 4 anni lunghi e importanti dal punto di vista personale. Nel 2021 Carmine Gautieri, ai tempi allenatore della Triestina, lo nota. 15 presenze con l’ormai ex allenatore dell’Avellino, 15 con Pillon, che lo sostituì a campionato in corso.
E poi Bucchi, con cui gioca 40 volte e segna 4 reti. L’ultima, di testa, contro il Palermo. La rete della speranza. Lui, tenace e mai arrendevole com’è, ci crede ancora al passaggio del turno: “Sappiamo che è difficile, ma andremo a Palermo per fare la nostra partita. Non staremo a guardare“, aveva dichiarato in conferenza stampa dopo la sconfitta di 4 giorni fa. E con i suoi gol, tutto è possibile. Anche un clamoroso ribaltone perché il miglior attacco, a volte, è la difesa.
A cura di Manuele Nasca
Credit Photo: Ufficio Stampa Triestina
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