Ravenna, Motti si racconta: “Voglio aiutare la squadra a fare qualcosa di importante”

Credit: Ravenna FC
L’attaccante giallorosso si racconta a tutto tondo: dalla fiducia della società, al rapporto con mister Marchionni, fino agli obiettivi personali e di squadra per questa stagione
Nel cuore di un Ravenna che sogna in grande, c’è la fame e la determinazione di chi non ha mai smesso di credere nel proprio percorso. Matteo Motti, classe 1998, è uno di quei giocatori che si è guadagnato tutto con il lavoro e la pazienza. Dopo le difficoltà, le operazioni, le attese, oggi veste la maglia giallorossa con la consapevolezza di chi ha trovato finalmente il posto giusto dove dimostrare quanto vale.
Arrivato in estate dal Tau, dove aveva lasciato il segno in Serie D, Motti è entrato subito nel cuore del progetto Ravenna. Una squadra costruita con ambizione, che oggi è seconda nel girone B di Serie C e che non ha intenzione di fermarsi. In un gruppo solido e unito, l’attaccante fiorentino rappresenta la fame e la voglia di riscatto di chi sa quanto costa arrivare in alto.
Sul campo, Motti ha già firmato momenti che restano. La doppietta al “Moccagatta”, contro una squadra blasonata e in uno stadio dal sapore di storia, è stata più di un lampo: un segnale, una scintilla di fiducia e forza che racconta il suo carattere.
Matteo Motti si è raccontato ai nostri microfoni con la sincerità e la passione di chi vive il calcio ogni giorno. Dall’interesse già nato un anno fa all’approdo in giallorosso, dal rapporto con mister Marchionni alle emozioni dei primi gol in giallorosso, l’attaccante fiorentino ha ripercorso le tappe che lo hanno condotto al club romagnolo, parlando anche dei suoi modelli, dei momenti difficili superati e degli obiettivi per la stagione.

Motti e l’arrivo a Ravenna: “Un progetto ambizioso e una fiducia che non è mai mancata”
Fin dallo scorso inverno il Ravenna aveva messo gli occhi su di lui. Un corteggiamento lungo, fatto di fiducia e continuità, che si è concretizzato solo in estate ma che non è mai realmente svanito: “Con il Ravenna ci sentimmo anche a dicembre scorso: erano interessati a me e ho visto subito che c’era un’ambizione molto importante. Un progetto solido, una società forte, che vuole far bene. Purtroppo, non se n’è fatto nulla allora, ho dovuto aspettare di poter venire. Però non è mai mancata la fiducia: mi hanno sempre seguito, dimostrando quanto ci tenessero a portarmi qui. Tutti i mesi si sentivano con me e con il mio procuratore. Ho scelto Ravenna perché credo sia una piazza dove posso far bene con la fiducia di società, mister e compagni. Spero davvero di aver fatto la scelta giusta”.
Sull’allenatore Marco Marchionni: “Con il mister ho un bel rapporto, molto tranquillo e sereno. È un classico rapporto da giocatore–allenatore. A livello umano ti dà tanto e ti mette nelle condizioni di esprimerti al meglio. Con lui mi trovo davvero bene”.
La doppietta al Moccagatta: la svolta emotiva
Dopo qualche partita in cui faticava a trovare la via del gol, Motti ha vissuto contro la Juventus Next Gen al “Moccagatta” una delle serate più belle della sua stagione. Entrato dalla panchina, ha firmato una doppietta che ha acceso entusiasmo e fiducia, regalando al Ravenna tre punti preziosi e a lui una scarica di emozioni difficili da dimenticare: “È stata un mix di emozioni perché venivo da qualche partita dove non riuscivo a lasciare il segno. La voglia di far gol, di far bene c’era e aver inciso in uno stadio importante contro una squadra importante, da subentrato ti dà quell’emozione, una forza incredibile, quindi posso dirvi che è stato veramente bello. Ecco, poi ovviamente uno non si aspetta mai di fare due gol da subentrato, quindi è andata bene. Sono molto contento e spero si possa ripetere“.
E a proposito di squadre difficili da affrontare, sul girone B il numero 9 giallorosso si è espresso così: “Non bisogna temere nessuno. Ci sono tante squadre forti, tante squadre blasonate e con dei giocatori molto molto bravi, ma paura non bisogna averne“.
Gli anni al Tau, la rinascita dopo le difficoltà: “Senza di loro non sarei ciò che sono”
Prima del salto tra i professionisti, il periodo al Tau in Serie D è stato fondamentale per ritrovare fiducia e serenità dopo due stagioni complicate. Una tappa che Motti ricorda con gratitudine e che gli ha consentito di terminare la passata stagione nel girone D con un bottino di 20 gol: “Devo ringraziare il Tau perché mi ha sempre dato fiducia, nonostante venissi da due anni difficili, con due operazioni al ginocchio. Mi hanno preso come una scommessa, come un giocatore che poteva ancora esplodere, e mi hanno trasmesso serenità. Senza di loro non avrei potuto fare quei numeri. Anche quando capitava la partita storta, loro mi hanno sempre spronato e sostenuto“.
“Quando a dicembre arrivò l’offerta del Ravenna, dissi subito che non avrei mai fatto la guerra alla società, non sarebbe stato rispettoso: al Tau hanno sempre messo la persona prima del giocatore. Era una famiglia. Qui a Ravenna rivedo la stessa cosa: quella stessa alchimia che ti fa stare bene e rendere al massimo“.

I modelli d’infanzia: l’amore per Totti e l’ispirazione di Rooney
Ogni calciatore ha i propri riferimenti, quelli che accendono la passione e fanno nascere il sogno. Per Motti, i suoi idoli hanno nomi che hanno fatto la storia: “Da piccolo ammiravo tanto Francesco Totti. Ero proprio innamorato di lui. Non tifavo per la squadra, tifavo solo per lui: per me era intoccabile. Ho preso e continuo a prendere spunto da lui, imitarlo ovviamente è impossibile, però guardo molto i suoi video. All’estero invece mi ispirava molto Wayne Rooney“;
Ravenna, Motti tra ambizione e realismo: “Ragioniamo partita dopo partita, il campionato è lungo e vogliamo giocarci le nostre carte fino in fondo”
Tra ambizione e realismo, Motti guarda avanti con la testa giusta. L’obiettivo è chiaro, crescere, aiutare la squadra e restare in alto fino alla fine: “A livello personale io voglio cercare di fare il meglio possibile sia per me stesso, anche per la squadra, quindi il mio obiettivo è quello di arrivare comunque in doppia cifra e cercare di fare il possibile per aiutare a fare qualcosa di importante qua. A livello di squadra sappiamo che siamo forti e c’è consapevolezza di questo, però allo stesso tempo stiamo con i piedi per terra. Ragioniamo parecchio partita dopo partita senza farci strani film perché il campionato è lungo“.
Conclude così: “Vogliamo rimanere concentrati, cercare di far bene per arrivare magari a fine anno e dire bene, mancano tre partite, ce la possiamo giocare fino in fondo, magari possiamo provare a davvero a vincere. Dobbiamo giocare di squadra e anche nelle difficoltà rimanere uniti come stiamo facendo“. Dalla pazienza, dal lavoro e dalle difficoltà superate nasce un giocatore pronto a mettersi in mostra: Motti porta la grinta di chi non dimentica da dove è partito e la convinzione che il meglio debba ancora venire.