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Sagramola: “Via dal Vicenza solo per la malattia. Rauti? Ha del campione”

Diana e Sagramola

Diana e Sagramola al tempo del Vicenza, crediti LR Vicenza, www.lacasadic.com

Le dichiarazioni dell’ex Vicenza Sagramola

Scognamiglio è un volto ben noto nel panorama calcistico, soprattutto a Vicenza per aver ricoperto la figura di amministratore delegato e direttore generale del club fino al 17 dicembre 2023, quando si presentò in sala stampa dopo un pesante 4-1 incassato contro il Trento e annunciò le sue dimissioni irrevocabili. Da quel giorno, nessuna dichiarazione, nessuna intervista, nessuna polemica: Sagramola ha scelto di allontanandosi non solo dal Vicenza, ma dal mondo del calcio. A distanza di tempo, l’ex dirigente rompe il silenzio. E sceglie di farlo ai microfoni dei colleghi del Giornale di Vicenza, pronto a raccontare tutto: la verità dietro quel clamoroso addio, la battaglia personale che ha affrontato e la voglia di rimettersi in gioco.

Sagramola parte subito ricordando il suo addio al Vicenza: “Fossi stato in una condizione personale più serena sarebbe andata diversamente anche perché ero tornato a Vicenza attirato senza dubbio dalla famiglia Rosso che era come oggi proprietaria del club, ma soprattutto perché volevo riportare i colori biancorossi là dove meritano e dove eravamo arrivati nell’estate del 2000, in serie A”.

“Oggi che tutto è alle spalle posso parlarne. Una settimana prima di dimettermi mi venne diagnosticato un tumore, sapevo che avrei dovuto affrontare un’operazione e un ciclo di radioterapia, decisi di non rendere pubblica la cosa, ma gli amici più intimi lo sapevano. Non volli anteporre i problemi personali a quelli professionali. Capite bene che non potevo essere al cento per cento per aiutare il Vicenza che stava vivendo un momento difficilissimo”.

Alla situazione già difficile per Sagramola si aggiunge anche un altro problema, più grande: “Purtroppo sì, feci un altro intervento al Gemelli di Roma e lì mi presi una brutta infezione, non nego che sono stati mesi molto difficili ma il fatto che sia qui a parlarne è il segno tangibile che ora è tutto alle spalle”.

Voglia di rinascita

Sagramola si sofferma anche sulla voglia di tornare di nuovo in pista: “Ho fondato una mia società di consulenza per l’ammodernamento degli stadi affiancato da un istituto bancario romano”. E sullo stadio Menti ha le idee chiare: “Che vada rinnovato non c’è dubbio, se ne parla da molti anni, capisco pure che la tradizione lo vuole lì dove è ora, ma ci sono alternative altrettanto valide”.

Non poteva mancare un commento anche sul suo Vicenza, che aveva l’obiettivo dichiarato di conquistare la promozione in Serie B: “Non sarebbe giusto addossare tutte le colpe al tecnico Diana, il problema maggiore fu che all’interno dello spogliatoio si erano create situazioni ingestibili, erano giocatori bravissimi ma tra di loro non riuscivano a fare gruppo e di questo ne pagò le conseguenze pure Diana“. Stesso allenatore che, dopo le dimissioni di Sagramola fu esonerato: “Alcune cose le avevamo già decise, anche la sua uscita. Tra i papabili c’era Vecchi ma non era l’unica opzione, così come si era capito che era meglio mettere sul mercato alcuni giocatori, poi la mia malattia mi ha obbligato a mettermi da parte, ma la strada da percorrere era già tracciata e la proprietà lo sapeva”.

Il sostegno del pubblico durante l'allenamento / www.lacasadic.com
Il sostegno del pubblico durante l’allenamento / www.lacasadic.com

Il Vicenza di oggi

Sagramola si è soffermato anche sul Vicenza attuale, sulla finale playoff persa due anni fa contro la Carrarese: “Con rammarico perché avevamo allestito una squadra di alto livello e quando parlo di squadra mi riferisco non solo ai giocatori, ma allo staff tecnico, medico, dirigenziale. Anche lo scorso anno il Vicenza era davvero forte, però dai, lo sento, questa è l’annata giusta. Di solito ci vogliono 3-4 anni per ottenere la promozione, io a Palermo ce ne misi due ma fu un miracolo“. Mentre sull’attuale direttore sportivo Zamuner dichiara: “Persona di grande esperienza ed equilibrio non per nulla lo avevo contattato, ci prendemmo pure un aperitivo, ma poi non se ne fece niente. Comunque anche Matteassi, seppur giovane, è stato bravo“. E sull’allenatore, il commento è chiaro: “Si vede che è persona forte dal punto di vista caratteriale, dote fondamentale per pilotare un club importante come il Vicenza”.

Entrando nel dettaglio, Sagramola commenta anche il lavoro della proprietà solida che ha costruito una squadra per poter lottare a posizioni che contano: “Avere alle spalle una proprietà forte dà serenità, avere un pubblico come quello biancorosso è una spinta eccezionale però a contare di più è l’equilibrio e le faccio anche la scaletta: si parte da quello tra i giocatori, poi tra loro e l’allenatore, quindi con la società e con i tifosi. In tutto questo la stampa è la catena di trasmissione e non è mai da sottovalutare. Ecco se questi equilibri ci sono centrare l’obiettivo è molto più facile“.

Avversarie e giocatori

Il Vicenza occupa attualmente il primo posto in classifica a parimerito con il Lecco. Sagramola si sofferma anche su quelle che possono essere le avversarie dirette della formazione biancorossa: “Mi ha un po’ meravigliato vedere il Cittadella in difficoltà, il Lecco è una buonissima squadra ma non ha nulla a che vedere col Vicenza, una mina vagante è l’Inter under 23 allenata da Vecchi formazione ben calibrata tra giovani e giocatori esperti. Ho tenuto per ultimo il Brescia dove ci sta Diana perché come blasone, disponibilità e seguito della tifoseria è la formazione che può dare più fastidio. Di certo anno dopo anno il livello del gioco espresso cala ma d’altra parte le risorse destinate alla C diminuiscono sempre“.

Mentre sulla rosa attuale mostra grande interesse per un giocatore nello specifico: “Stravedo per Rauti che ho avuto con me a Palermo nella stagione 2020/21. Con lui era gettonatissimo Lorenzo Lucca che oggi è arrivato al Napoli, ma per me Nicola aveva qualcosa in più, ha le stigmate del campione“. A conclusione, Sagramola racconta quello che secondo lui è il punto di forza del Vicenza: “Non avere punti deboli“.