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Salernitana, goditi Capomaggio: la lunga trattativa, il gol al Monopoli e la dedica alla mamma

Capomaggio con la maglia della Salernitana, crediti US Salernitana 1919, www.lacasadic.com

Capomaggio con la maglia della Salernitana, crediti US Salernitana 1919, www.lacasadic.com

Nella vittoria contro il Monopoli è stato fondamentale, ancora una volta, l’apporto di Galo Capomaggio: la Salernitana si gode le sue prestazioni.

Controllo preciso, sterzata elegante, destro morbido, conclusione chirurgica. Lì dove nasce un sogno. Lì dove tutto acquisisce un senso. Insomma: lì dove Galo Capomaggio, centrocampista della Salernitana, ripone il suo messaggio per il calcio. Che fa più o meno così: ci sono anch’io. Esteso ai granata: ci siamo solo noi. Primissimi nel Girone C e indirizzati verso la Serie B, soprattutto grazie alle prestazioni del suo centrocampista. Domenica scorsa (12 ottobre), decisivo – a modo suo – nello scontro contro il Monopoli, battuto al ”Veneziani” 33 anni dopo l’ultima volta.

Classe ’97, sangue argentino, italiano di adozione. Pochi tratti, ma quanti muscoli. Il percorso, del resto, va affrontato così: con la fame di conquiste. E Galo, più degli altri, incorpora questa prerogativa. Perché non molla mai. Anche nella sorte avversa, anche nell’assenza: quella di mamma Carola, che però vigila dall’alto sulla sua crescita. Ricevendo ricordo, in cambio: il gol contro il Monopoli è stato dedicato proprio a lei.

Sguardo rivolto verso l’immensità del cielo, cuore in cerca di sfide e una maglia granata che erige sempre più a seconda pelle. Affatto scontato, dati i trascorsi della sua carriera: manco a dirlo, incandescenti. Tra Fasano e Audace Cerignola, il ragazzo assorbe le virtù dei grandi, affinando tecnica e indole senza mai togliere la gamba. Una grinta rara è il biglietto da visita che passa di scrivania in scrivania, arrivando fino a Salerno. Su suggerimento di uno dei suoi mentori: Giuseppe Raffaele.

Allenatore che lo ha sgrezzato e che, una volta passato in Campania, lo ha subito pensato per rimpolpare la mediana. Risultato, ovviamente, vincente: Capomaggio ha già conquistato la folla. Parola ai numeri, che non mentono: è il secondo giocatore più impiegato della rosa. Con 8 presenze e 450 minuti, con dosi di qualità e quantità. E con un gol che, per pesantezza e bellezza, vale il doppio. Se non il triplo.

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Da cosa si può constatare l’unicità di un giocatore? Solo dalle sue qualità prese singolarmente o dal modo in cui esse si adattano a un determinato contesto tecnico-tattico? Il calcio moderno, si sa, propende verso la seconda ipotesi, e Galo Capomaggio notoriamente è uno dei suoi principali esponenti. Non è un caso, infatti, che prima di approdare alla Salernitana lo volessero in tanti. Tra cui, il Catania. E non è un caso che i granata abbiano dovuto rincorrere il tempo, per chiudere l’affare un’estate dopo le avances rossazzurre. Insomma: non è stata una trattativa semplice.

Ci sono più perché, tra concorrenza sempre folta e dialoghi sempre serrati con l’Audace Cerignola. Vinta, alla fine, dal lunghissimo corteggiamento del club granata, promosso a pieni voti e su tutta la linea sia da Raffaele – che, come detto, ha allenato il ragazzo – sia dal direttore sportivo Daniele Faggiano, deciso nel suo intento. Così concretizzato, dopo settimane di dibattito: clausola di 350 mila euro pagata, contratto triennale, firma di caratura per inseguire il sogno promozione. Beh: il campo gli sta dando ragione.

Capomaggio con la maglia della Salernitana, crediti US Salernitana 1919, www.lacasadic.com
Capomaggio con la maglia della Salernitana, crediti US Salernitana 1919, www.lacasadic.com

Parola d’ordine: grinta

Da La Plata con furore. Poi l’Estudiantes, tappa formativa. Infine, il calore del Bel Paese. L’Italia chiamò, Galo risponde presente e, sbracciando nei tornei minori, guadagna stabilità tra Fasano e Audace Cerignola. Con i gialloblù, l’exploit e la crescita: gioca 103 partite, segna 13 gol, lotta per la Serie B fino all’ultimo respiro. Poi, il cambio di fronte: arriva la Salernitana, storia oramai chiara a tutti. Sia chiara anche un’altra cosa: il calciatore è rimasto tale. Punto.

Quindi, nell’ordine: abito da mediano, attitudini molte, duttilità preziosa. Perché sì, non c’è dubbio: rende al massimo davanti alla difesa. Ma l’unicità di Capomaggio risiede nella sua propensione offensiva. A dispetto della stazza (190 cm), il ragazzo si muove con leggiadria, gestisce con consapevolezza e innesca i compagni con visione cinematografica. Se non vi basta, sappiate che gli piace inserirsi e segnare: 7 centri nell’ultima stagione non mentono, affatto. Cercate altro? Sorpassarne la sagoma non è cosa semplice, nè tantomeno sbrigativa. Del resto…non molla mai.