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Salernitana, Faggiano: “Cento giorni di ricovero, ora vivo con un entusiasmo rinnovato”

Il direttore sportivo del Catania Daniele Faggiano

Il direttore sportivo del Catania Daniele Faggiano, crediti Fc Catania, www.lacasadic.com

Il Ds della Salernitana si è raccontato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport”. 

Esperienza, ambizione, ma soprattutto tanta forza. Daniele Faggiano, Ds della Salernitana, si è raccontato ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport“, un viaggio attraverso mesi difficili, dove ha dovuto fare i conti con un intervento delicato, e giorni che sanno di vera e propria rinascita.

Tutto ha avuto iniziato, come raccontato dal dirigente granata, il 10 dicembre del 2023: “L’emoglobina era bassa, ero stanco e spossato. Quel giorno stavo andando a Modena, ma ho avuto un brutto incidente”. Due vertebre rotte, e la corsa verso l’ospedale: “Ho firmato le dimissioni, nonostante i medici fossero contrari, e ho fatto ritorno a casa. Sono stati mio papà e mio suocero a convincermi a effettuare controlli più approfonditi”. 

Prosegue: “I valori erano sballati, c’era qualcosa che non andava. Il fegato non funzionava. Sono stato ricoverato prima a Torino e poi ad Ancona. Ho iniziato a seguire una dieta, e nel frattempo mi sottoponevo a cure e controlli. I medici hanno anche iniziato a parlare di trapianto”. 

Poi un momento, durante l’ultima stagione, in cui la situazione è diventata ancor più complessa: “Dopo la gara tra Juventus Next Gen e Catania, giocata a Biella, sono stato male. Il dottor Ciampi dell’ospedale di Catania mi ha mandato all’Ismett a Palermo. Sono stato sottoposto a un piccolo intervento, ma successivamente il trapianto è diventato urgente”. 

Faggiano: “Ho sofferto, ma adesso vedo la vita in modo diverso”

Poi, sempre secondo quando ribadito nella ricostruzione fatta ai colleghi de “La Gazzetta dello Sport“, un’altra data significativa, quella del 19 dicembre 2024: “Ero a cena con i miei genitori e Toscano, quando è arrivata una telefonata importante. Entro tre dovevo essere a Palermo per il trapianto. Sono stato ricoverato circa 100 giorni, e ho sempre avuto accanto mia moglie, la mia famiglia, ma soprattutto Catania e il Catania. Da Pelligra e Grella fino ai tifosi. Ho provato dolore e rabbia, volevo scappare”. E ancora: “Ho ricevuto tante visite, Perinetti, Ausilio, Baccin, e anche giocatori come Torregrossa e Inglese”. 

“Ora vedo la vita in modo differente, ho capito che i problemi sono altri. Ho sofferto e ora, se posso aiutare qualcuno, lo faccio”. Il presente, infine, ritorna sul nuovo progetto con la Salernitana: “Il presidente Iervolino ha tanta carica, me l’ha trasmessa. Il girone C è difficile, ci sono tante squadre attrezzate. Essere a Salerno mi ha dato forza, sto affrontando questo impegno con lo stesso entusiasmo di sempre. Come se fossi resuscitato”.