Salernitana in C dopo 10 anni: com’era la squadra l’ultima volta?

I tifosi della Salernitana
Dopo 10 anni tra Serie A e Serie B, i granata tornano in Serie C. L’ultima volta era il 2014/2015.
La Salernitana retrocede in Serie C in attesa del Giudice Sportivo, dieci anni dopo l’ultima volta. Il doppio confronto contro la Sampdoria ha segnato l’epilogo amaro di una stagione complicata.
I granata non sono riusciti a cambiare rotta nemmeno ai playout. Un’annata andata storta, che riporta Salerno in un campionato difficile, insidioso, e molto diverso da quello lasciato nel 2015.
Ma il paragone con quella squadra è inevitabile. Nella stagione 2014/2015 la Salernitana dominò il girone C della Lega Pro, chiudendo al primo posto con 80 punti, davanti al Benevento. In panchina c’era Leonardo Menichini e il suo collaboratore tecnico era Ciro Ferrara. La rosa era un mix perfetto di esperienza, talento e carisma. Un gruppo costruito con un obiettivo chiaro: salire. E che non fallì. In porta c’era Pier Graziano Gori, tra i pali in 38 partite su 38. In difesa, uomini come Tuia, Franco e Trevisan garantivano solidità e leadership. Al centro, il regista era Manolo Pestrin, classe ‘78, faro di equilibrio e personalità.
A centrocampo agivano anche Davide Moro, ex Empoli, e Andrea Bovo. Sulle fasce spingevano il brasiliano Denilson Gabionetta e Andrea Nalini, due ali imprevedibili: il primo talentuoso ma discontinuo, il secondo protagonista silenzioso ma efficace. Davanti, la coppia d’attacco era composta da Caetano Calil – fenomeno brasiliano da 16 gol in stagione – e Ettore Mendicino, che con i suoi 8 centri fu determinante nel finale. In panchina, un certo Alfredo Donnarumma, allora solo 24enne, che avrebbe costruito una carriera importante negli anni successivi.
Una delle più vincenti della Serie C
Con questa, saranno 58 stagioni in Serie C per la Salernitana, che nella sua lunga storia ha vinto il campionato di terza serie quattro volte, posizionandosi tra le più titolate della categoria. Ma oggi la realtà è ben diversa da quella del 2015: la Serie C è più combattuta, piena di piazze ambiziose e progetti strutturati. Tornare in alto richiederà un progetto tecnico e societario serio, non solo nostalgia.
E proprio il rischio nostalgia è il primo ostacolo. Pensare di ricostruire come nel 2014/2015, con giocatori esperti e piazza calda, non basta. Ma quella squadra aveva qualcosa in più: identità e fame. Molti protagonisti, come Moro e Pestrin, portavano in campo leadership e sacrificio. Anche i comprimari, da Bianchi a Perrulli, sapevano farsi trovare pronti nei momenti chiave. Ogni tassello sembrava al posto giusto, ogni uomo dentro un disegno chiaro.

Lo spirito del 2015 come punto di ripartenza
Ripartire dalla Serie C, oggi come allora, è dura. Ma quella squadra dimostrò che con una rosa costruita con criterio e un gruppo unito si può tornare grandi. La Salernitana del 2014/2015 non era solo forte: era consapevole, concreta, determinata. Qualità che oggi sembrano smarrite, ma che dovranno diventare la base del nuovo progetto.
Il passato non basta, ma può ispirare. Guardare a quella stagione vuol dire ricordare cosa serve per vincere in Serie C: lavoro, compattezza e fame. Ingredienti che i granata devono ritrovare per risalire la china. Perché dieci anni fa, tra un gol di Calil e un cross di Nalini, Salerno aveva riscoperto la gioia. Ora tocca ritrovarla.