Ripartire. Stefano Sensi l’ha dovuto fare più e più volte nella sua pur giovane carriera. La sfortuna, gli infortuni e altri ostacoli gli si sono messi d’intralcio ma lui si è sempre rimboccato le maniche e non ha mai avuto paura di “sporcarsi le mani”. Come quando a 18 anni è sceso in Lega Pro, due stagioni per migliorarsi e diventare un giocatore da Inter e da nazionale. Ora per lui una nuova ripartenza, con il Monza, una rincorsa per tornare a essere uno dei centrocampisti più brillanti del nostro calcio.
Prima dei grandi riflettori della Serie A e dell’Europa, Sensi ha calcato i campi della provincia. Quelli dove è nato, a Urbino nel 1995. A dodici anni è già tempo di fare le valigie e andare a Rimini. Qui trascorre tre stagioni ma, complice il fallimento del club romagnolo, nel 2010 vira verso Cesena. Il suo talento gli fa scalare posizioni e dalla Primavera, a 18 anni, è ora di andare a esordire nei professionisti. La meta scelta non è lontana: San Marino. In prestito, debutta da titolare e ci mette poco ad ambientarsi, tempo una partita e già timbra il cartellino contro il Como. La sua prima annata in C è foriera di ottime soddisfazioni con 2 reti in 26 presenze, niente male per uno appena maggiorenne. La stoffa c’è.
Uno così a San Marino raramente l’avevano visto. Il suo mix di tecnica, visione di gioco e tenacia è evidente ed esplode in tutta la sua potenza nella seconda stagione. Sensi la chiude con 33 gare e 8 gol, un bottino cospicuo per uno che di norma spazia in mezzo al campo. È il migliore dei suoi che però retrocedono in D. Stefano le ossa se l’è fatte e per lui l’esperienza in C è ormai da considerarsi chiusa. Ritornerà al Cesena in B e sarà il fulcro del gioco dei bianconeri. Ci mette poco a convincere i grandi: nel gennaio del 2016 su di lui mette le mani il Sassuolo, che di talenti italiani ne sa. Dal luglio successivo è prenotata per lui una maglia da titolare in A.
Sensi non paga l’emozione della massima serie, gioca come suo solito e lo fa con una naturalezza che lascia sorpresi. Si prende il centrocampo dei neroverdi e, quando non scende in campo, è solo perché iniziano a far capolino gli infortuni. Sono tanti, troppi e lo condizionano pesantemente. Il talento però è evidente. Lo sceglie l’Inter di Conte e Sensi in nerazzurro parte a raffica. Mezzala, trequartista, ovunque giochi fa la differenza: è uno dei migliori tra i nerazzurri e anche Conte lo esalta. I guai sono dietro l’angolo però e hanno lo stesso nome. Sono nuovi stop dovuti a problemi fisici: nei due anni e mezzo all’Inter si ferma per intoppi all’adduttore, al bicipite femorale, allo scafoide e al polpaccio. Gioca poco, perde la continuità e la nazionale, con cui aveva esordito e poteva vincere un Europeo. Nulla da fare: negli ultimi sei mesi il prestito alla Sampdoria e ora il Monza. Sensi non vede l’ora di tornare quello di San Marino e per farlo non deve far altro che sfuggire alla malasorte.
A cura di Simone Gervasio
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